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Frederic Massara GFX

Il Pescara, la Serie A, il goal al Milan: il Massara calciatore

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Di lui si dice che sia uno dei dirigenti più preparati in assoluto del panorama calcistico italiano. Un professionista che abbina contatti importanti (e nel mondo del calcio sono fondamentali) ad una conoscenza sconfinata in fatto di calciatori. Un personaggio che alle luci dei riflettori e della ribalta, preferisce il buio delle ‘sale video’ nelle quali passa ore e ore ad osservare quei talenti nei quali cogliere i tratti distintivi del futuro campione. Uno che parla poco, perché alle parole preferisce i fatti, un uomo di calcio a tutto tondo, di quelli dei quali ogni società ha bisogno.

Frederic Massara nel corso degli anni si è costruito a forza di intuizioni la fama di dirigente capace garantire professionalità e risultati. La sua carriera inizia nel 2008, quando entra nell’organigramma del Palermo per collaborare con Walter Sabatini e poi seguirà ancora colui che dello stesso Massara ha parlato come del suo ‘Delfino’, nelle avventure alla Roma, società della quale diventerà anche direttore sportivo, e nell’area tecnica di Suning, per seguire sia l’Inter che lo Jiangsu, prima di mettersi in proprio e di tornare alla Roma, per iniziare poi, nel 2019, l’avventura forse sin qui più ambiziosa e importante: quella al Milan.

A volerlo fortemente in rossonero è stato Paolo Maldini che in lui ha individuato uno degli uomini giusti per riuscire lì dove in diversi, negli scorsi anni, hanno fallito: riportare il club meneghino dove merita.

Massara d’altronde rappresenta una certezza, visto che prima a Palermo e poi a Roma ha contribuito attivamente alla chiusura di operazioni importanti come quelle che hanno portato in Italia Ilicic, Pastore, Lamela e Pjanic, solo per citarne alcuni.

Proprio Walter Sabatini, colui che Massara l’ha visto crescere anno per anno e colpo dopo colpo, non ha avuto dubbi nel parlare di lui come un dirigente straordinario.

“E’ una persona di grande cultura, educazione ed impegno - ha spiegato ai microfoni di TeleRoma56 - La Roma ha sbagliato a lasciarlo andar via. Arrivava alle 7.30 ed andava via a notte inoltrata. E’ il Salah dei dirigenti e spero che riesca a vincere con il Milan”.

Massara rappresenta quindi il presente del Milan e con ogni probabilità ne rappresenterà anche il futuro più lontano e questo per un semplice motivo: è un grande conoscitore di calcio.

Il suo sapere non deriva solo dall’avere avuto grandi maestri e dal tanto studio, lui il calcio lo conosce realmente ed anche nei suoi angoli più nascosti perché è un qualcosa che ha sempre fatto parte della sua vita.

Sua madre, Marie-Paule, è stata dirigente di altro livello del Louvre, cosa questa che fa del suo mestiere attuale una ‘cosa di famiglia’, ma lui soprattutto è stato calciatore. Un buon calciatore, capace di spingersi fino alla Serie A.

E’ cresciuto nel Torino condividendo lo spogliatoio con ragazzi che poi avrebbero vissuto carriere importanti. Fin da giovanissimo si impone come un attaccante agile e veloce, uno di quelli che è difficile da prendere quando scappa via, ed ha fatto parte della Primavera granata che è riuscita a vincere il Torneo di Viareggio nel 1987.

E’ stata quella un’edizione nella quale si sono messi in mostra talenti come Prosinecki, Stroppa, Ganz e Murgita, solo per citarne alcuni, ma nessuno ha potuto nulla contro un Toro che, affidato alle sapienti mani di Sergio Vatta, ha potuto schierare una linea di centrocampo composta da Fuser, Venturin, Giorgio Bresciani e Lentini.

Massara di quella squadra è il giocatore da inserire a gara in corso, quando magari gli avversari ne hanno di meno, e ci sarà spazio anche per lui, negli ultimi 20’, nella finale che vedrà i ‘Ragazzi del Filadelfia’ superare la Fiorentina con un netto 4-1.

Gli anni al Torino sono fondamentali e spesso viene anche aggregato ai ‘grandi’, ma in prima squadra non riuscirà mai ad esordire. Per un primo assaggio del ‘calcio che conta’, dovrà trasferirsi a Pavia, dove tra il 1987 ed il 1991, tra Serie C1 e Serie C2, si rivelerà attaccante di ottime qualità e tra l’altro anche abbastanza prolifico: i goal saranno 26 in 123 gare.

Frederic MassaraGetty

Il momento più importante della sua carriera da giocatore coinciderà però con l’approdo al Pescara. A volerlo fortemente in biancazzurro sarà Giovanni Galeone, un tecnico tra i più visionari della storia recente del calcio italiano, che intravede in quel ventitreenne l’elemento giusto da inserire nel suo tridente offensivo.

In quella squadra, della quale fa parte anche un giovanissimo Massimiliano Allegri (anche lui arrivato nel corso dell’estate del ’91 dal Pavia), è uno degli uomini di punta. Con Bivi e Pagano va a comporre un trio capace di regalare goal e spettacolo (in tre segneranno trenta reti) e con il passare delle domeniche diventa il profilo al quale è impossibile rinunciare.

Giocherà tutte e trentotto le partite di campionato condendole con otto marcature, e sarà sempre titolare anche nelle due sfide giocate dagli abruzzesi in Coppa Italia. Al termine di una stagione conclusa con un secondo posto in Serie B che vorrà dire promozione in Serie A, risulterà essere stato il giocatore più utilizzato in assoluto.

L’annata 1992/1993 sarà la sua prima ed unica in massima serie. Ormai a Pescara è un idolo (“Mi innamoro solo se assomiglia a Massara” è il coro coniato per lui) e tutti si attendono da lui un bottino importante fatto di goal, scatti, assist e punizioni guadagnate. Il Pescara ha buone ambizioni e in inverno arriva anche Dunga a rafforzare il centrocampo, ma c’è un problema: incassa troppi goal (a fine torneo saranno 75 in 34 partite).

Il destino vuole che le prime due squadre affrontate da Massara in Serie A siano Roma e Milan: ovvero quelle alle quali poi legherà in maniera importante il suo nome da dirigente.

E’ il 6 settembre 1992 quando il Pescara scende in campo all’Olimpico per affrontare i giallorossi. La giornata è di quelle caldissime e sulla carta il pronostico è scontato. I capitolini, che sono guidati in panchina da Vujadin Boskov, possono contare su giocatori del calibro di Aldair, Mihajlovic, Carboni, Giannini, Caniggia, Carnevale e Rizzitelli, mentre Galeone si affida alla tecnica di Allegri e Sliskovic a centrocampo e alla velocità di Massara e Borgonovo in attacco. A vincere saranno clamorosamente gli ospiti grazie ad un goal di Nobile ed è quello un successo che vale due punti pesanti e che regala la sensazione che la stagione appena iniziata possa essere di quella condite da emozioni e soddisfazioni.

Ancor più incredibile sarà la successiva sfida all’Adriatico contro il Milan campione d’Italia. Dopo pochi secondi gli abruzzesi passano grazie ad un goal di Allegri (gran cross di Massara dalla destra e spizzata a mandare fuori tempo la retroguardia avversaria di Borgonovo), ma tra il 3’ ed il 6’ Maldini e Lentini ribaltano la situazione alla velocità della luce.

Tra l’11 ed il 14’ accade poi l’impensabile: Franco Baresi con due deviazioni decisive tradisce Antonioli. Il Pescara si riscopre avanti 3-2.

Al 23’ il momento che manda in visibilio i tifosi di fede biancazzurra: palla filtrante di uno scatenato Allegri a premiare la velocità di Massara che, scattato sul filo del fuorigioco, si invola verso il portiere avversario, lo dribbla con freddezza ed insacca per il 4-2. Sei marcature in meno di mezz’ora, è una partita pazza, ma il goal che vale il poker sembra anche essere quello che piega le gambe agli uomini di Capello.

A Pescara si sogna la seconda impresa consecutiva, ma di lì a poco si scatenerà Van Basten che con una tripletta fisserà il risultato sul 4-5. La prima rete di Massara in Serie A arriverà quindi nella sfida più bella ed emozionante di quel campionato di Serie A.

L’attaccante poi troverà di nuovo il goal nell’ottavo turno contro l’Inter (ironia della sorte altra società per la quale ha lavorato) e nel tredicesimo contro la Sampdoria. Saranno le ultime soddisfazioni di un’annata che scivolerà via tra clamorose imbarcate, cambi di allenatori, ventisette presenze complessive ed un ultimo posto figlio di ben ventitré sconfitte.

Massara resterà al Pescara anche nell’annata successiva in Serie B (segnerà un gran goal contro la Fiorentina di Stefano Pioli), ma ormai troppe cose sono cambiate. La magia degli anni di Galeone è venuta meno e solo i 14 goal messi a segno da Andrea Carnevale permetteranno di ottenere una soffertissima salvezza grazie alla favorevole classifica avulsa nel confronto con Acireale e Pisa.

Quando nell’estate del 1994 Massara lascerà l’Abruzzo per ripartire dalla Fidelis Andria, lo farà con cento presenze all’attivo accompagnate da otto reti.

Vestirà poi le maglie di Palermo e Arezzo, prima di far ritorno a Pescara dove questa volta non lascerà il segno, e chiuderà la sua carriera con le esperienze al Moncalieri, ancora alla Fidelis, al Tivoli, al Francavilla ed infine, nel 2006, al Montesilvano.

Un lungo girovagare su e giù per la penisola contraddistinto da 27 gare in Serie A, 194 in Serie B e tanta Serie C.

Sono state queste le tappe che hanno portato Frederic, per tutti Ricky, Massara a fare del calcio ‘casa sua’. Ha giocato di fronte a poche decine di spettatori, ma ha anche condiviso il campo con alcuni dei più grandi fuoriclasse della sua epoca e questo evidentemente l’ha aiutato ad allenare anche l’occhio oltre che le gambe.

Una volta scattava sul filo del fuorigioco nel tentativo di anticipare il difensore avversario, oggi il suo compito è arrivare prima di tutti su un calciatore. Si tratta di due cose diverse, ma è sempre una questione di velocità e quella non gli è mai mancata.

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