Anche senza andare a spulciare anno per anno l’almanacco, possiamo dire che non siano tante le squadre in grado di segnare 4 goal al Milan e 5 alla Juventus nella stessa stagione . Di sicuro – e qui l’aiutino da casa non serve nemmeno – il Pescara 1992/93 è l’unica squadra nella storia della Serie A ad esserci riuscita pur concludendo il campionato all’ultimo posto.
Una statistica resa possibile da un campionato passato alla storia come il primo dopo l’introduzione della regola che vietava ai portieri di raccogliere con le mani i retropassaggi volontari, che generò soprattutto nelle prime giornate una media goal da torneo di calcetto del giovedì sera.
Ma se Pescara-Milan 4-5 (4-4 dopo il primo tempo!) della 2^ giornata rientra tranquillamente nella casistica delle partite in cui i portieri vanno in tilt, in una clamorosa simmetria la penultima giornata (o la seconda, partendo dal fondo) arriva quando ormai, a stagione conclusa, la nuova regola è metabolizzata.
Il 30 maggio 1993, la Juventus è ormai già nell’ordine di idee di archiviare una stagione considerata col senno di prima “agrodolce”. La vittoria della terza Coppa UEFA della storia viene visto da Boniperti e Trapattoni come un contentino a fronte di un campionato chiuso al 4° posto a 11 punti dal Milan (con i due punti a vittoria: con le regole attuali sarebbero 14) e ai 7 anni senza scudetto. Eppure a posteriori quella Coppa UEFA verrà giustamente rivalutata, con le eliminazioni di Benfica, PSG e Borussia Dortmund oltre a un Roberto Baggio semplicemente ingiocabile .
Ma di tutto questo, quella domenica pomeriggio all’Adriatico non v’è traccia. Il Pescara dal canto suo è già matematicamente retrocesso da settimane, e 7 giorni prima ha perso 3-5 ad Ancona, incassando anche la certezza dell’ultimo posto. E’ la stagione del crepuscolo del secondo grande ciclo del calcio champagne di Giovanni Galeone (ce ne sarà un terzo, dimenticabile e sgasato), in una stagione nata bene (vittoria a Roma, il primo tempo contro il Milan) e naufragata abbastanza in fretta tra difese alte e il tipico scoramento che tradizionalmente accompagna gli abruzzesi in Serie A nel girone di ritorno.
Insomma, quando dopo 3’ Fabrizio Ravanelli prende palla al limite e la scaglia con forza alle spalle di Marchioro, il copione sembra già scritto: passeggiata di fine campionato della Juventus fresca di titolo europeo contro la peggior difesa del campionato. Il problema è che la Juventus interpreta il concetto di passeggiata in maniera letterale, il Pescara mette sul piatto l’orgoglio e tanto basta per pareggiare alla mezz’ora. Kohler tocca di mano in area, il rigore del pareggio lo segna il capocannoniere della squadra , un trequartista magro, indolente e geniale, alla sua ultima partita all’Adriatico (per ora). Il suo nome è Massimiliano Allegri.
YoutubeMa è nel secondo tempo che la partita prende una piega inusitata. Al 49’ da calcio d’angolo la Juve dorme, quasi dal limite dell’area si vede il centravanti del Pescara coordinarsi e schiacciare in rovesciata. Quel centravanti è Stefano Borgonovo , che si regala una delle ultime giornate di gloria di una carriera gonfia di rimpianti.
Una volta in vantaggio, il Pescara capisce che si può fare. Allegri osa un tiro da oltre 25 metri , la palla schizza sulla schiena di Carrera, Peruzzi è spiazzato, palla sui cartelloni pubblicitari. Eppure qualcosa non torna. Torna tutto all’arbitro e ai suoi assistenti: la palla infatti è entrata in porta e ha bucato la rete . Per Allegri la beffa di un goal “fantasma” regolarmente convalidato ma che per gli almanacchi, e per le regole di allora, viene conteggiato come autogol.
Nessuno toglie invece la soddisfazione di un goal alla Juve ad Antonio Martorella e Ottavio Palladini, che negli ultimi 10’ infieriscono nello smarrimento generale di sconfitti e vincitori, in un contesto oltre l’inverosimile. Se non ci fossero state le immagini, si sarebbe subito pensato a un refuso: Pescara batte Juventus 5-1 .
L’indomani a Torino volano gli stracci. Boniperti presenta il conto: 25 milioni di multa per tutti , scalati direttamente dal premio per la Coppa UEFA. A Pescara invece c’è chi non lo sa ancora, ma sta per entrare nella storia del calcio: 19 anni dopo, segnando in Torre Alex Cepagatti-Virtus Cupello di Promozione abruzzese, Antonio Martorella diventerà il primo calciatore ad aver segnato in tutte le categorie professionistiche , dalla A alla Terza Categoria. Il numero 10 di quel Pescara, invece, giocherà ancora molti anni tra A e B: Cagliari, Perugia, ancora Pescara, Pistoiese, prima di dedicarsi alla carriera da allenatore con un certo successo. Ma questa è un’altra storia.