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Bruno Alves Parma 2020-2021Getty Images

Penultimo posto e disperazione: Parma, è una crisi senza fine

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Penultimo posto in classifica, 13 punti all'attivo in 21 partite, un cambio in panchina, l'attacco di gran lunga meno prolifico di tutta la Serie A, la seconda peggior difesa. Basterebbero questi numeri per tracciare la situazione del Parma. Eppure, la crisi sembra avere radici più profonde rispetto ai semplici risultati. Un vero e proprio tunnel di negatività, da cui uscire soltanto con una vittoria. Ritrovando quella cattiveria chiesta da Roberto D'Aversa a 'Sky Sport'.

"Peggio di così non possiamo fare. Dobbiamo capire cosa c'è da fare per portare a casa un risultato. Spesso ci facciamo gol da soli e questo non ce lo possiamo permettere in un campionato difficile come la Serie A e nella situazione di classifica in cui siamo. Quello che va ritrovato è la voglia di portare a casa un risultato, dobbiamo fare tutti di più per uscire da questa situazione. È questione di cattiveria e di fame come nella vita normale".

Con il Bologna, in casa, è arrivata la quinta sconfitta consecutiva al Tardini, peraltro subendo sempre due goal. Non era mai successo nella sua storia in Serie A. In più, il club ducale ha tagliato il traguardo poco invidiabile dei 700 minuti consecutivi senza mai fare un un goal in casa. Non ci è mai riuscito nelle ultime otto partite. Un problema che la squadra si porta dietro da tanto tempo: soltanto 14 in 21 partite, due ogni tre gare di media.

Le gare in casa sono diventate una chimera. Le migliori prestazioni dell'anno sono arrivate in trasferta. Incredibile, ma vero: il Parma ha portato via due punti da San Siro con un doppio 2-2 con Milan e Inter, prima e seconda classificata. Paradossalmente, la squadra ha segnato più goal nello stadio di Milano che nel proprio stadio di casa (4 contro 3).

Yann Karamoh Parma Serie AGetty Images

Il problema dell'attacco è stato oggetto di analisi approfondite nel mercato. Il Parma ha bisogno di goal dei propri avanti. Gervinho con 4 reti è il miglior marcatore. Cornelius non si è ancora sbloccato nonostante 1154 minuti passati sul terreno di gioco. Così come Inglese, zero reti in poco più di 500 minuti. Ci stanno pesando i centrocampisti, che in termini realizzativi hanno fatto il loro (Hernani 3, Kucka 3, Kurtic 2).

Il presidente Krause a gennaio ha riaperto il portafoglio e rinforzato l'attacco con tre grandi novità. Tre scommesse, però. Perché Graziano Pellè porta esperienza, ma in Serie A non si è mai riuscito a imporre: il suo conto è solo di un goal. Perché Joshua Zirkzee ha sì 19 anni e vinto tutto col Bayern Monaco, ma arriva in una realtà nuova in cui è naturalmente meno protetto. Perché Dennis Man ha un talento di cui si parla da anni, ma mostrarlo in un top campionato è un altro discorso. Tempo al tempo. Ammesso che ce ne sia. Quello che servirebbe anche a un altro giovane come Mihaila. Oppure a Karamoh, ma in termini più che altro di costanza fisica. Un solo goal in 16 partite: troppo poco.

Il cambio in panchina, con il ritorno di Roberto D'Aversa al posto di Fabio Liverani, ha certificato di fatto il naufragio del tentativo di cambiare pelle alla squadra. Di portarla a giocare un calcio più di possesso e meno di rimessa, che ha comunque portato risultati esigui. Complice senza dubbio anche la pochissima preparazione e il pochissimo tempo. I numeri, per ora, non stanno comunque confortando la decisione di provare a tornare al passato. Anche perché sembra mancare quell'attenzione decisiva per rendere solida la difesa come negli altri anni.

Roberto D'Aversa Parma 2020-2021Getty Images

Tanta sfortuna, tantissimi infortuni: D'Aversa sta recuperando soltanto ora tutto il reparto. Aspetta che Bani si integri, che trovi l'intesa e le misure con i compagni. Aspetta che Conti recuperi gamba a destra, che provi a tornare quello che aveva stregato il Milan ai tempi dell'Atalanta. Due rinforzi d'esperienza che hanno necessariamente bisogno di minuti, di allenamento. In sintesi: di tempo. Il problema, di nuovo, è che il tempo stringe sempre di più.

Di partite in calendario da giocare ce ne sono ancora 17, la quota salvezza rimane ancora bassa, ma le avversarie corrono. C'è il Torino a 16 punti in quartultima posizione, la prima per salvarsi, ma poi il gradino successivo è lo Spezia a 21. In più c'è un Cagliari che cerca di risalire, lo stesso Torino che dà segnali di ripresa. Concorrenti temibili per la corsa verso la salvezza.

Roberto D'Aversa ha una grande sfida di fronte: trovare la quadratura del cerchio. Ci ha provato con la difesa a tre con il Bologna, salvo tornare sui propri passi dopo 45 minuti. Ci ha provato con quattro giocatori offensivi, ma il goal non è arrivato. Nonostante qualche buon segnale da Zirkzee e Mihaila nel finale, apparso quantomeno presente. Trovare un assetto vincente a livello di modulo e uomini sembra la prima chiave. Riuscire a mettere i giocatori in condizioni di esprimere le proprie caratteristiche nel migliore dei modi. Per ritornare ad avere fiducia. Nelle prossime tre sfide - Verona, Udinese, Spezia - il Parma ha disperato bisogno di vincere per trovare l'uscita dal tunnel. All'orizzonte, però, non si vede ancora nessuna luce.

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