GOAL"Nemo propheta in patria", ovvero nessuno è profeta in patria, recita un antico adagio latino tratto dai Vangeli. Il modo migliore per iniziare a raccontare la carriera di Graziano Pellè, attaccante mai esploso in Italia ma grande protagonista all'estero. Prima in Olanda con le maglie di AZ Alkmaar e Feyenoord, poi in Premier League al Southampton. Qualcosa cambia con l'avvento di Antonio Conte sulla panchina azzurra, quando arriverà finalmente anche la chiamata della Nazionale con cui gioca gli Europei del 2016 da protagonista. Almeno fino al maledetto rigore contro la Germania ai quarti di finale.
Pellè il giorno dopo finisce sulle prime pagine, ma come eroe negativo di una cocentissima eliminazione che verrà solo in parte mitigata dal ricchissimo trasferimento in Cina allo Shandong Luneng per 15 milioni di euro netti a stagione. Nel gennaio del 2021, Pellè è tornato in Italia per vestire la maglia del Parma con cui ha segnato il secondo goal in Serie A a oltre nove anni dal primo, realizzato sempre col Parma il 18 dicembre 2012.
LA PASSIONE PER LA DANZA E LA CHIAMATA DELL'AZ
Pellè, che deve il suo nome di battesimo alla passione del padre ex calciatore per Ciccio Graziani, inizia a muovere i primi passi nel Copertino prima di entrare nel settore giovanile del Lecce. Durante l'infanzia Graziano è diviso tra la passione per il pallone e quello per la danza tanto che a soli 11 anni vince addirittura il titolo di latino americano liscio e standard in coppia con la sorella Fabiana, come raccontato da mamma Doriana con orgoglio a 'La Gazzetta dello Sport'.
"Io e mio marito cominciammo a ballare, nel centro "Colelli" di Porto Cesareo. Delle nostre figlie Fabiana, più di Ilaria, più grandi di Graziano, decisero di provare. Dopo pochi mesi anche lui si avvicinò al ballo: si spogliava e si cambiava in auto, dopo gli allenamenti con il Copertino, prima di essere portato nel vivaio del Lecce dal dirigente Antonio Lillo. A 11 anni, a Montecatini Graziano vinse in coppia con la sorella Fabiana il titolo italiano di latino, liscio e standard".
Alla fine però a spuntarla è il calcio, anche perché pure in campo le soddisfazioni non mancano. Il giovane Pellè vince due campionati Primavera di fila col Lecce, battendo entrambe le volte i pari età dell'Inter in finale. E l'11 gennaio 2004, a neppure 19 anni, arriva pure il debutto in Serie A contro il Bologna. Proprio nell'estate del 2004, peraltro, Pellè incrocia per la prima volta Eder col quale farà coppia in azzurro sotto la guida di Conte a Euro 2016. L'italo-brasiliano però in Salento è solo di passaggio, dato che verrà girato in prestito all'Empoli prima ancora che la stagione abbia inizio. Pellè invece non rientra nei piani di Zeman e nel gennaio 2005 viene ceduto, sempre in prestito, prima al Catania e poi al Crotone di Gianpiero Gasperini.
Intanto nel 2005 gioca da protagonista i Mondiali Under 20 segnando ben quattro goal, gli stessi di un certo David Silva. Il Real Madrid allora bussa alla porta del Lecce offrendo 4 milioni di euro ma ricevendo in cambio un secco no. A ottobre dello stesso anno arriva la prima convocazione dell'Under 21, con cui nel 2007 giocherà gli Europei di categoria e realizza un rigore decisivo nello spareggio contro il Portogallo per un posto alle Olimpiadi.
Quella volta Pellè si presenta sul dischetto sfoderando il cucchiaio per onorare una scommessa fatta con Riccardo Montolivo e Giorgio Chiellini, lo stesso gesto tecnico già mostrato con successo ai Mondiali Under 20 contro il Marocco e che invece non avrà il coraggio di ripetere qualche anno più tardi davanti a Manuel Neuer.
Dopo una buona stagione col Cesena in Serie B e gli Europei Under 21 da protagonista, Pellè viene notato dall'AZ Alkmaar dove a volerlo fortemente è Louis Van Gaal. Un tecnico decisamente importante per la carriera del giovane attaccante, come raccontato dal padre a 'La Gazzetta dello Sport'.
"Se non avesse incontrato il guru olandese, magari ora mio figlio farebbe il carpentiere o il rappresentante di caffè, con me nel furgoncino”.
Le cose però all'AZ non vanno come sperato, Pellè mette insieme appena 14 goal in quattro stagioni. Bottino magro per chi di ruolo fa la prima punta. Nonostante questo si toglie la soddisfazione di essere il primo italiano a vincere la Eredivisie, seppure non certo da protagonista, e debutta sia un Coppa UEFA che in Champions League. Nell'estate del 2011 torna in Italia col Parma e segna al debutto in Coppa Italia, mentre il primo goal della sua carriera in Serie A arriva a dicembre proprio contro il Lecce.
L'ESPLOSIONE IN OLANDA, IL SOUTHAMPTON E LA NAZIONALE
A gennaio viene girato in prestito alla Sampdoria in Serie B con cui realizzerà 4 goal offrendo così il proprio contributo alla promozione dei blucerchiati. Non abbastanza comunque per meritarsi la conferma. Rientra al Parma, ma solo di passaggio, la svolta della carriera è infatti datata agosto 2012 quando torna in Olanda stavolta per vestire la maglia del Feyenoord dove a volerlo è un altro famoso tecnico orange, Ronald Koeman, mentre i tifosi mugugnano ricordando ancora lo spilungone dalle polveri bagnate già visto all'AZ.
Stavolta però Pellè è pronto per il grande salto tanto che nel biennio successivo sarà l'attaccante italiano più prolifico in Europa con 54 goal realizzati, di cui 27 in una stagione: solo Marco Negri (32 goal coi Rangers Glasgow nel 1997/98) ha fatto meglio, mentre Luca Toni (Bayern Monaco 2007/08) e Christian Vieri (Atletico Madrid 1997/98) si sono fermati a 24.
Goal che comunque non bastano a convincere l'allora Ct Prandelli, che non inserisce Pellè neppure tra i pre-convocati per i Mondiali del 2014. Poco male dato che in Olanda l'attaccante italiano conosce la sua dolce metà, la splendida modella Vicky Varga, oltre a diventare anche un'icona di stile e un modello per tanti ragazzini lanciando il 'Pellè Kapsel', ovvero un’acconciatura con riga di lato e tanta brillantina.
Nell'estate del 2014 il suo ex tecnico Ronald Koeman convince il Southampton a versare 11 milioni di euro per strapparlo al Feyenoord e portarlo in Premier League. Sono gli anni più ruggenti della carriera di Pellè, che nelle due stagioni in Inghilterra mette insieme altre 30 reti e diventa per tutti 'The Italian goal machine', così finalmente anche l'Italia si accorge di lui quando il nuovo Ct Antonio Conte nell'ottobre del 2014 lo convoca per la sfida contro Malta. Pellè segna il goal della vittoria e i due, entrambi salentini di nascita, si piacciono subito tanto che lo stesso tecnico qualche anno dopo farà il suo nome per rinforzare l'attacco dell'Inter.
Il bomber di San Cesario a quasi trent'anni diventa in poco tempo il centravanti titolare della Nazionale, risultando il capocannoniere azzurro nelle qualificazioni a Euro 2016 grazie ai 3 goal realizzati in 7 partite. Europei che Pellè giocherà da protagonista in coppia con Eder segnando due reti, una contro il Belgio nella fase a gironi e l'altro contro la Spagna agli ottavi di finale. Sembra una favola, ma la dura realtà attende Graziano e l'Italia dagli undici metri: Pellè che mima il gesto del cucchiaio a Neuer in eurovisione e invece la tira malamente fuori, decretando di fatto l'eliminazione degli Azzurri. Un finale da incubo, insomma. Ma l'attaccante il giorno dopo a 'Sky Sport' respinge le pesanti critiche nei suoi confronti.
"Non volevo offendere nessuno. Neuer anzi alla fine mi ha detto che sono un grande giocatore: lui, Müller e gli altri mi hanno fatto i complimenti. Non volevo fare lo sbruffone, volevo solo tenerlo fermo. Neuer non se n'è neppure accorto per l'adrenalina che avevamo, ci guardavamo negli occhi. Mi dispiace per quelli che mi vogliono bene e per tutti gli italiani, chiedo scusa. In carriera ho segnato altre volte con lo scavetto. Se avessi segnato mi avrebbero detto che ero un fenomeno e invece è andata male. Il mio un buon Europeo? Ora non ci penso. Sono arrivato che non ero nessuno e me ne vado come ero arrivato".
Poco male, dato che per Pellè la stessa estate arriva una ricchissima offerta dalla Cina con lo Shandong Luneng che mette sul piatto circa 15 milioni di euro netti all'anno per due anni e mezzo e altri 15 milioni per il Southampton. Nonostante il trasferimento dall'altra parte del mondo e l'amaro finale, Pellè resta nel giro azzurro anche con Ventura almeno fino al 6 ottobre del 2016 quando l'attaccante non prende bene il cambio contro la Spagna, si rifiuta di dare la mano al Ct e viene pizzicato mentre pronuncia frasi irripetibili seduto in panchina. A nulla valgono le scuse via social: Pellè il giorno dopo è allontanato dal ritiro azzurro e non verrà mai più convocato.
"Purtroppo mi capita nuovamente di fare una cavolata. Un comportamento inaccettabile, nei confronti del mister in primis e di riflesso dei miei compagni, che hanno sempre dimostrato di avere dei valori importanti all'interno di un fantastico gruppo Italia. Come ogni errore grave, si subiscono sempre delle conseguenze. Ed è giustissimo che io mi prenda delle responsabilità sull'accaduto. Era doveroso rivolgere le scuse di cuore a tutti".
Quella sera si chiude definitivamente la breve carriera di Pellè in Nazionale, mentre l'attaccante si toglierà qualche altra soddisfazione in Cina prima di rientrare in Italia nel gennaio 2021 dove a concedergli un'altra occasione è ancora una volta il Parma. Risultato? 13 presenze e un goal. Il secondo in Serie A. Poi l'addio e la ricerca di una nuova squadra, che però dopo due anni non si è ancora trasformata in opportunità.
Oggi Pellè si è stabilito con sua moglie, la modella ungherese Viktoria Varga, a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dove ha aperto alcune attività commerciali. Una vita tutta nuova, lontana dal campo e dall'Italia. Nemo propheta in patria, appunto.
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