Ivan PelizzoliGetty

Ivan Pelizzoli, da alternativa a Buffon a esiliato in Russia: un sogno svanito

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Doveva essere l'ennesimo 'nuovo Buffon' del calcio italiano, invece Ivan Pelizzoli dopo la grande occasione alla Roma non è mai riuscito a sfondare. Un po' per limiti caratteriali, un po' per qualche problema fisico di troppo.

Pelizzoli, nato a Bergamo, cresce nel fertile settore giovanile dell'Atalanta con cui debutta il 5 novembre 2000 a 'San Siro' contro il Milan a causa della contemporanea indisponibilità di Alberto Fontana e Davide Pinato, il tutto quando non ha ancora compiuto vent'anni.

"Ho iniziato come centrale difensivo. Poi l’anno dopo mancava un portiere, mi piaceva l’idea di interpretare quel ruolo e ho deciso di cambiare. Da quella volta sono diventato un estremo difensore”.

Il giovane portiere nelle settimane successive convince l'allora allenatore orobico Vavassori, che gli consegna definitivamente la maglia da titolare tanto che Fontana a gennaio preferirà trasferirsi al Napoli. Una stagione da sogno, insomma, culiminata nell'estate 2001 col trasferimento alla Roma neo-scudettata.

I giallorossi sperano per settimane di arrivare a Buffon, che però alla fine preferisce la corte della Juventus e si accasa a Torino. La Roma allora dirotta le proprie attenzioni su quello che sembra il suo erede versando all'Atalanta ben 27 miliardi di vecchie lire. Nella prima stagione a Roma però Pelizzoli deve accontentarsi di fare da secondo al più esperto Antonioli raccogliendo solo 9 presenze tra campionato e coppe.

"A Bergamo ti coccolano perché sei il figlio del vivaio. Appena passi in una grande al primo errore ti massacrano: e io avevo solo un anno di professionismo alle spalle…".

Le cose per il portiere bergamasco vanno decisamente meglio l'anno dopo, quando negli ultimi mesi conquista finalmente il posto da titolare e la prima chiamata in Nazionale. Il meglio però deve ancora arrivare: nel 2003 infatti la Roma chiude seconda alle spalle del Milan anche grazie alle grandi prestazioni di Pelizzoli, che non subisce goal per ben 774 minuti.

"Quell’anno arrivò come allenatore dei portieri Franco Tancredi: con lui mi trovai alla grande. Fisicamente stavo bene e la squadra sapeva di essere forte. Purtroppo perdemmo i due scontri diretti col Milan fatali per lo scudetto".

Ivan PelizzoliGetty

Viene escluso dalla lista dei convocati per Euro 2004, ma vola ad Atene con l'Olimpica con cui conquista uno storico bronzo. Sembra l'inizio di una grande carriera, sarà solo un fuoco di paglia. L'anno dopo la Roma cambia quattro allenatori (Prandelli, Voeller, Delneri e Bruno Conti), Pelizzoli si infortuna e perde la maglia da titolare a favore dell'emergente Curci.

"Andarono via Samuel ed Emerson che erano due pilastri. Le dimissioni di Prandelli ci lasciarono spiazzati… La squadra non girava ed eravamo fragili mentalmente. Non c’era nemmeno la società dietro di noi. Franco Sensi era malato e sua figlia Rosella faticò a subentrargli. Era una delle prime donne nel mondo del calcio e non era vista benissimo".

Pelizzoli capisce di essere diventato di nuovo il secondo e preferisce cambiare aria trasferendosi alla Reggina.

"Volevano puntare su Curci titolare. Io gli dissi che, se le cose stavano così, me ne sarei andato. Mi sono sentito un po’ scaricato, ma mi avrebbero tenuto come numero 12. Però io non volevo fare da secondo. Al primo anno ci salvammo con tre giornate d’anticipo, spedendo il Messina in B dopo aver vinto il derby. Nel 2006-07 dopo Calciopoli fummo penalizzati con 15 punti, ma a dicembre li scontarono a 8: noi però eravamo già risaliti al terzultimo posto. A fine anno ci salvammo. Fu speciale".

L'avventura in Calabria finisce e Pelizzoli accetta l'offerta della Lokomotiv Mosca, l'inizio di una lunga discesa.

"Da quel momento in poi è come se avessi smesso… Foti mi spinse ad accettare la proposta della Lokomotiv Mosca perché era un’offerta importante per la casse della Reggina. Alla fine ci andai perché così avrei giocato la Coppa UEFA, ma in due anni di partite ne feci poche. Mi ruppi anche la spalla e rientrare in Italia fu difficile".

A riportarlo a casa sarà l'altra squadra di Bergamo, ovvero l'Albinoleffe. Pelizzoli riparte dalla Serie B ma le cose non andranno come sperato. Poi ecco il Cagliari ed il Padova, dove si gioca il posto con un giovanissimo Perin che ritroverà qualche anno più tardi pure a Pescara.

Le ultime avventure di una carriera che gli ha regalato meno di quanto si pensava sono Entella, Vicenza, Piacenza e Foggia.

Pelizzoli è poi tornato alle origini lavorando nel settore giovanile dell'Atalanta. Il luogo da cui tutto è iniziato. Lo stesso luogo da dove è iniziata la sua nuova carriera da dirigente che lo ha portato a prendere il diploma da direttore sportivo a Coverciano. Il futuro, insomma, è dietro una scrivania.

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