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Pedro KamataGetty/Facebook

Pedro Kamatà story: verso la Serie A con la macchinetta 50

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Come può un giocatore nato in Angola, però di nazionalità congolese, diventare un idolo a Bari? Che giro assurdo è? Eppure Pedro Kamatà ci è riuscito, a modo suo, ma ci è riuscito.

In realtà Kamatà arriva per la prima volta in Italia grazie al Legnano, che lo scova nella seconda serie francese. In Lombardia ci rimane però giusto sei mesi, perché è fin troppo forte per giocare in Serie C.

Il Bari lo acquista nell'estate del 2007, ma inizialmente lo aggrega alla Primavera. Sulla panchina dei pugliesi c'è già Antonio Conte, che lo fa esordire a campionato in corso prima di consegnarli le chiavi della fascia sinistra nella stagione successiva, quella della promozione in Serie A.

Kamatà è una scheggia, col 10 sulle spalle infiamma il San Nicola. Solo un goal, ma tanti assist e giocate da applausi. I tifosi lo amano, al punto da chiudere un occhio anche di fronte alla legge. Un aneddoto in particolare lo dimostra.

Pedro Kamata

Quando Kamatà arriva a Bari gira con una macchinetta 50. I compagni lo prendono in giro, anche mister Conte.

"Mi dicevano: 'dai cambia macchina che ci metti una settimana per venire all'allenamento'. Io come un coglione ho comprato una bella Fiat Punto, vecchia però".

C'è solo un piccolo problema: Kamatà non ha la patente. La macchinetta 50 non era dunque una scelta, ma una necessità.

"Andavo in giro senza patente da tutte le parti... poi un giorno mi ha fermato la polizia. Io subito sono morto. Il poliziotto mi chiede la patente e rispondo che non ce l'ho".

Ma ecco che succede l'incredibile. Arriva il momento in cui il tifo, la fede e la passione superano tutto.

"Ma tu sei Kamatà il giocatore del Bari? Tremone non potevi dirlo prima. Vai via e togliti sta cintura che sei a Bari. Ultima cosa: porta la squadra in Serie A".

"Questa è una storia vera", scrive Kamatà al termine del suo racconto dettagliato in un post Facebook che diventa virale. Alla fine il Bari in Serie A ci va davvero e forse Kamata non hai mai preso la patente.

L'anno dopo la numero 10 passa sulle spalle di Barreto, Kamatà prende l'88 e in Serie A gioca appena 14 partite. Il Bari si salva, fa un grandissimo campionato e chude al 10° posto con 50 punti.

Conte nel frattempo è andato al Siena, sempre in Serie B e richiama proprio Kamatà per centrare un'altra promozione.

"Potevo considerarmi fortunato perché avevo un rapporto speciale con lui. A Bari, un giorno in allenamento, mi chiede di sostituirmi e faccio un gesto di nervosismo. La stessa sera non mi dice niente. Ma il giorno dopo viene a parlarmi: ‘È così, hai fatto due buone partite e inizi a diventare un grande giocatore. Ma ora per te sta arrivando il difficile. Grandi giocatori ne conosco solo due: Zidane e Del Piero. Possono accendere e spegnere la luce quando vogliono. Tu devi lavorare tutti i giorni’. 

Nel 2012 la carriera da giocatore di Kamatà si spegne in contemporanea con la consacrazione definitiva di Conte come allenatore. Antonio inizia il suo ciclo vincente con la Juventus, mentre Pedro torna in Francia senza lasciare più traccia di sè.

Oggi collabora con il settore giovanile del Moulins e nel frattempo lavora per E.Leclerc, una catena di supermercati francesi. Almeno, così dice la sua pagina Facebook...

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