La primavera 2020 è stata per milioni di persone la stagione più assurda di sempre. Quella climatica, si intende. Per centinaia di calciatori quella iniziata nuovamente in queste settimane è la stagione più strana di sempre. Quella sportiva e calcistica si intende. Nel calderone delle stranezze e del 'ah ma proprio ora', non può non uscire ovviamente il nome di Walter Zenga, Uomo Ragno che ha catturato Giulini prima del lockdown, della sospensione del torneo. Poteva essere l'unico allenatore sotto contratto verso un addio futuro in estate, senza mai giocare. Non sarà così.
Perchè insieme ad altre sette squadre, compresa l'avversaria Verona, il Cagliari torna in campo nel weekend per i recuperi della 25esima giornata. Prima del prosieguo del torneo vero e proprio. Al Bentegodi, si riparte a porte chiuse, questione ormai risaputa e che hanno assorbito i muri. Degli stadi e della case italiane. Bisognerà farci l'abitudine per un po', mentre non potrà fare l'abitudine a undici uomini fissi, Zenga.
Una rosa da Europa League, quella del Cagliari, scavata e svuotata della qualità negli ultimi mesi pre-lockdown, che hanno visto un grandissimo iniziale cammino sfracellarsi al suolo della aspettative. Ora tutti in discussione, tutti pronti a partire agli ordini di Zenga:
"Diventerà ancora più complicato parlare di titolari e riserve: i calciatori dovranno capire che anche un cambio a fine primo tempo non sarà una bocciatura, ma una necessità. Il Cagliari comunque ha una rosa importante, che deve soltanto ritrovare fiducia e convinzione nei propri mezzi".
Di certo, nella prima gara contro il Verona, Zenga non potrà ragionare in questi termini, viste le importanti assenze con cui deve fare i conti la formazione rossoblù. Scelte obbligate, con dubbi minimi e un undici pronto a invertire la tendenza di sconfitte (molte) o pareggi (alcuni) contrapposti alle vittorie, nulle nel 2020. Poi, dalla SPAL in poi, spazio al turnover, alle scelte improvvise, ai cambi che tutti dovranno accettare.
Zenga sta lavorando da settimane sul suo amato 4-3-3, modulo sì offensivo, ma quadrato e classico nel senso stretto del termine. Molto caro all'ex tecnico di Catania e Palermo, può però rivoluzionare in negativo le abitudini di un Cagliari abituato a giocare col trequartista. Per questo motivo si ragiona e si discute con il vice Max Canzi relativamente al 4-2-3-1, per ora seconda idea pronta in soffitta se la prima non dovesse andare in porto.

Verona sarà una prova essenziale per il 4-3-3 di Zenga, da lì il tecnico milanese comincerà a valutare se si potrà continuare in questi termini oppure ripartire subito con il trequartista. Al Bentegodi fuori gli infortunati Faragò, Oliva, oltre al lungodegente Pavoletti e sopratutto due titolarissimi come Nainggolan e Joao Pedro. Al posto del primo centrocampo formato da Rog, Cigarini e Nandez, mentre Birsa e Pereiro supporteranno Simeone.
Dalla SPAL, ovvero quando tornerà Joao Pedro, l'eventuale e probabile conferma del 4-3-3 porterà probabilmente Simeone a partire dalla panchina, mentre Joao Pedro, squalificato contro il Verona, verrà provato come falso nove, supportato da Pereiro o dallo scalpitante Ragatzu, che Zenga sembra tenere largamente in considerazione.
Vedere Joao Pedro esterno potrebbe far storcere il naso a molti, qualora si decidesse per Paloschi o Simeone centravanti dall'inizio o a gara in corso, ma davanti alla disponibilità del brasiliano e all'intuizione del tecnico, il Cagliari potrebbe avere una grande occasione tattica in più.
Il grande 'problema', tra un milione di virgolette, sarà quello che si presenterà al ritorno di Nainggolan, prettamente uomo da metà campo o al massimo per la zona della trequarti. L'abbondanza che spera di avere Zenga, essenziale in un'estate sarda già caldissima, porterà sempre come busta numero uno ad optare per il 4-3-3.


In questo modo il belga giocherebbe con Cigarini e Rog in mezzo, mentre Nandez potrebbe tornare a ricoprire il ruolo di esterno destro, portando Pereiro sulla sinistra e Joao Pedro in mezzo.
In difesa Zenga non sembra intenzionato a discostarsi dalla difesa a quattro, ragion per cui Cragno, che parte avvantaggiato sull'ottimo Olsen, verrà difeso costantemente da Pellegrini, Pisacane e Cacciatore, nonchè da Klavan, titolare fino a quando non sarà nuovamente disponibile Ceppitelli, verso il quale aleggia un alone di mistero relativo alle sue condizioni.
A centrocampo gli interni saranno sempre tre e rispondono al nome di Cigarini e Rog, intoccabili, con Nainggolan o Nandez, a seconda di come Zenga posizionerà i suoi: difficile però che l'allenatore del Cagliari possa rinunciare ad uno dei due, preferendo lasciare fuori Simeone, in virtù dell'esplosione di Joao Pedro come centrale, e sopratutto un Birsa che deve ancora dimostrare di poter esterno con grande continuità.
Detto delle varie opzioni con il 4-3-3, davanti al 4-3-1-2 che porterebbe Zenga a confermare Maran e smentire sè stesso, Simeone non avrebbe problemi ad essere l'attaccante spalla di Joao Pedro, con Nainggolan o Pereiro trequartista. Qui potrebbe essere sacrificato Nandez, alla pari di un Birsa che dovrà dimostrare molto nella gara contro il Verona per essere seriamente preso in considerazione.
Birsa rientra tra l'altro nella lista di interni che partiranno come seconde scelte ma potrebbero trovare comunque largo spazio come interni di centrocampo viste le tante partite ravvicinate: nella stessa situazione dello sloveno anche Oliva e Ionita. Mentre sugli esterni scalpitano Lykogiannis e Mattiello. Faragò lavora per il rientro, mentre Walukiewicz farà rifiatare Pisacane in caso di necessità.

L'ultima strada, meno probabile ma non per questo meno percorribile, porta alla difesa a tre che Zenga sì ha provato, ma potrebbe essere una soluzione solamente a partita in corso o comunque in caso di estrema necessità. La rosa del Cagliari ha diversi ricambi con cui mettere in campo la retroguardia a quattro e tre uomini negli altri due reparti, ragion per cui solo un'estrema emergenza o un'idea tattica precisa davanti ad una partita in particolare porterebbero alla rivoluzione provata con risultati altalentanti da Maran.
Con il 3-5-2, davanti da Cragno, o Olsen, che potrebbe giocare qualche gara come principale portiere del Cagliari, spazio per Cacciatore, Klavan e Pisacane. Pellegrini in questo caso verrebbe alzato sulla fascia sinistra, lasciando Nandez in quella destra e il trio di interni Rog, Cigarini e Nainggolan.
Joao Pedro sarebbe supportato da uno tra Paloschi, Pereiro e Simeone: nel primo caso con la possibilità di colpire sulle palle ferme più attivamente, nel secondo per un attacco completamente libero di volare da una parte all'altra del fronte offensivo, e nel terzo, con il Cholito, per difendere il pallone e chiudere la partita il prima possibile.
Tanta carne al fuoco, moltelplici idee. Immensa attesa per la prima di Zenga e il prosieguo alla guida del Cagliari.




