L'ufficialità di Divock Origi, l'ormai imminente rinnovo di Zlatan Ibrahimovic e la piena conferma di Olivier Giroud, danno forma pressoché definitiva al parco attaccanti del Milan.
Nella stagione 2022/2023 saranno loro a rappresentare le scelte offensive in dotazione a Stefano Pioli. Tre tasselli chiamati a definire le gerarchie dell'attacco rossonero.
L'ex attaccante del Liverpool approdato in quel di Milano a parametro zero, rappresenta a tutti gli effetti una prima scelta. Il Milan l'ha seguito, monitorato e corteggiato strappando il sì del centravanti belga, convintosi a sposare la causa dei campioni d'Italia per misurarsi sul palcoscenico italiano.
E' dunque inevitabile pensare a lui come il nuovo riferimento avanzato dei campioni d'Italia, ma confinare Giroud al ruolo di alternativa potrebbe rivelarsi un esercizio decisamente avventato.
Proprio così, perché il francese è reduce da una stagione da autentico protagonista: 11 goal realizzati al primo anno in Serie A con la doppietta nel derby a rappresentare il vero punto di svolta della stagione milanista, oltre a quella griffata contro il Sassuolo nel giorno che ha consegnato al Diavolo il suo 19° tricolore.
Morale della favola, Origi non avrà campo libero davanti a sé, tutt'altro. Dal punto di vista realizzativo, infatti, il belga ha viaggiato a corrente alternata nella sua esperienza inglese dove ha faticato a trovare continuità. In Premier, negli ultimi due anni, ha giocato appena 16 partite segnando 3 goal. Numeri che necessitano di una netta sterzata se il classe 1995 vorrà prendersi una maglia nel 4-2-3-1 targato Pioli.
Quello che si profila, dunque, è un dualismo tra Origi e Giroud, ma nella seconda parte di stagione bisognerà prestare massima attenzione al rientro di Zlatan Ibrahimovic.
Lo svedese, ai box dopo l'operazione al ginocchio, rimarrà in rossonero con il chiaro intento di tornare a disposizione per la seconda parte di stagione. La permanenza di Ibra è comunque un fattore importantissimo in termini di leadership e personalità da infondere all'interno dello spogliatoio.
La speranza di Pioli è che da gennaio possa provare a lasciare il segno anche sul campo, magari sconvolgendo le gerarchie iniziali insidiando la posizione di vantaggio di Origi e Giroud. Per il tecnico emiliano sarebbe il più dolce dei problemi.


