
Ci abbiamo provato in tutti i modi, saggi e meno saggi, ad allontanare il pensiero da questa gara ma ormai ci siamo. Tra poche ore, a Monaco di Baviera, l'Italia intera potrà finalmente capire se la Nazionale guidata da Roberto Mancini può essere in grado di regalarci un'estate indimenticabile dal punto di vista sportivo o se invece, una volta salvato l'onore e raggiunti i quarti di finale, si piegherà di fronte alla prima avversaria di pari livello, se non superiore.
Ci abbiamo provato polemizzando per giorni su un "inginocchiamento", distraendoci analizzando le prime mosse di calciomercato e osservando - con più o meno passione - la fine della corsa di rivali storiche come Francia e Germania.
Sono passati sei giorni dal successo ottenuto a fatica sull'Austria, sei giorni sembrati un'eternità ma che ci hanno condotto dritti all'Allianz Arena, dove Jorginho e compagni proveranno ad avere la meglio sulla Nazionale guidata da Romelu Lukaku, probabilmente l'uomo del quale questa Italia avrebbe più bisogno per candidarsi con decisione alla vittoria finale.
Contro l'Austria, infatti, come già accaduto nel corso del primo tempo della sfida vinta contro la Turchia, ma anche contro la Svizzera, Insigne ed Immobile hanno fatto fatica a trovare la strada maestra per sbloccare il risultato, pur disputando delle gare complessivamente positive. Immobile ha già trovato la via del goal per due volte, ma - come spesso gli accade - diventa letale in particolar modo quando gli spazi iniziano ad aprirsi: oggi ai due amici uniti da Zeman a Pescara serve dimostrare di saper far male anche quando la gara è ancora bloccata.
Agli ottavi di finale è stato necessario l'ingresso in campo di Federico Chiesa per spezzare in due la partita e adesso, a furor di popolo, lo juventino si candida per una maglia da titolare contro il Belgio.
Sarà forse questa l'unica novità proposta da Mancini rispetto alla squadra che ha iniziato la gara contro l'Austria, sebbene Chiellini scalpiti per riprendersi una maglia da titolare (in quel caso, a scapito di Acerbi) e Pessina e Locatelli continuino ad insidiare Verratti, che però sembra nuovamente candidato per guidare il centrocampo azzurro insieme a Jorginho e Barella.
Ma le ultime stagioni, e in particolar modo questo campionato europeo, ci hanno insegnato che le gare - ormai - si giocano in 16. E quello che potrebbe sembrare il classico ritornello ripetuto dagli allenatori, stavolta appare tremendamente vero. Operando parecchie sostituzioni nella prima metà della ripresa, infatti, inizia un'altra partita che spesso e volentieri diventa la fase di gara in grado di determinare la differenza tra qualificati ed eliminati, tra vincitori e vinti, tra eroi e sconfitti.
Berardi, Locatelli, Pessina, Belotti e gli altri azzurri osserveranno dunque i compagni dalla panchina, pronti a dare il loro contributo una volta chiamati ad entrare in campo.
Federico Chiesa, però, non può più restare a guardare. É vero, è un'arma in più a partita in corso, un giocatore capace di capovolgere le sorti di una gara anche in pochi minuti. Ma in questo momento, più minuti gli verranno concessi, meglio sarà per l'Italia. Questo ha detto il campo.
