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Nkunku Leipzig 2021Getty

L'esplosione di Nkunku al Lipsia: 26 goal per convincere Deschamps

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Se nei primissimi anni tra seconda serie e Bundesliga i mercati di riferimento erano quello tedesco e austriaco, ovviamente via i ‘cugini’ del Salisburgo, negli ultimi anni il RB Lipsia ha allargato i propri orizzonti di ricerca dei talenti da aggiungere nella propria rosa: lo scouting all’estero non si compone solo della ricerca di giovanissimi da sgrezzare, ma anche di nomi che hanno già avuto una risonanza, anche mediatica, a livello internazionale. L’ultimo di questa serie è stato Ilaix Moriba del Barcellona, ad oggi in prestito al Valencia. Prima di lui ci sono stati anche Dani Olmo e Simakan. E prima ancora ChristopherNkunku, un giocatore che ad oggi è difficile non annoverare tra i migliori in circolazione. Non a Lipsia, non in Germania: nell’intera Europa.

Per inquadrare la sua annata basterebbero le statistiche, quelle che a volte nascondono il meglio, ma altrettante rendono un quadro chiaro: 26 goal all’attivo tra tutte le competizioni, a cui andrebbero aggiunti anche 15 assist per toccare una media quasi secca di un goal, propiziato o realizzato, a partita nelle sue 38 presenze stagionali. Sempre presente, quasi sempre da titolare: solo tre volte è partito dalla panchina. In 23 occasioni è finito sul tabellino: in 8 casi con almeno un goal e un assist, 5 volte ha segnato una doppietta e si è pure concesso una tripletta. Contro il Manchester City di Pep Guardiola, nella fase a gruppi della Champions League. La sua squadra ha perso 6-3, lui ha comunque trovato il modo di fare la storia.

Dopo quella partita, le antenne di mezza Europa si son drizzate. Il francese di origini congolesi, classe 1997, è stato accostato soprattutto a Manchester City (che dopo la tripletta subita avrebbe allacciato i contatti col Lipsia), Liverpool, Manchester United e anche PSG. Lo stesso PSG che nel 2019 aveva venduto Nkunku al Lipsia per una quindicina di milioni di euro, dopo averlo cresciuto nel proprio settore giovanile e mantenuto in organico fino ai 22 anni. Ben 77 le sue presenze nel club della città in cui è cresciuto - è nato a Lagny-sur-Marne, stesso sobborgo parigino che nel 1993 ha dato i natali a Paul Pogba - prima di cercar fortuna e soprattutto spazio altrove. Aveva fatto in tempo a giocare con Messi e Neymar, a vincere 11 titoli, ma soprattutto a Marco Verratti.

“Il suo gioco per me è un’ispirazione: non è mai il più alto in campo, ma sa perfettamente come usare il suo corpo”.
Christopher Nkunku PSG Paris Saint-Germain 2018-19Getty Images

A Parigi Nkunku giocava più che altro da centrocampista, seppur con caratteristiche piuttosto offensive: la sua corsa e la sua tecnica risaltavano nel contesto offensivo parigino, ma il minutaggio limitato lo ha spinto a voler scegliere la Bundesliga nel 2019, lasciando quella che era casa sua.

Al suo arrivo a Lipsia Nkunku ha trovato un contesto nuovo anche per il club targato Red Bull, che aveva appena accolto JulianNagelsmann, bloccato già un anno prima per volontà di Ralf Rangnick, che poi gli ha fatto posto in panchina nella stessa estate in cui ha acquistato il francese del PSG. L’accoppiata Nagelsmann-Nkunku si è rivelata da subito vincente e ha permesso all’ex PSG non solo di essere uno dei 10 giocatori più utilizzati della rosa, ma anche di costruirsi una dimensione di assist-man: 16 i passaggi decisivi consegnati nella sua prima annata, compresi 4 in una sola partita contro lo Schalke.

Sebbene avesse girato molto per il campo, giocando sia da esterno alto che da centrocampista più centrale, interno a tre o anche trequartista e seconda punta, le richieste del tecnico per il gioco senza palla del francese non sono mai cambiate: intensità, break, corsa, riaggressione. E poi tecnica, dote naturale. I palloni recuperati permettevano a Werner maggior libertà e non è un caso che quell’anno Timo abbia scollinato oltre quota 30 reti.

La sua partenza, unita alla mancanza di un ‘nove’ vero su cui concentrare il gioco, ha complicato un po’ i piani del Lipsia nella stagione 2020/21, nella quale Nkunku ha brillato solo a fasi alterne. Il meglio, comunque, doveva ancora venire.

L’arrivo di Jesse Marsch in panchina nell’estate 2021 ha spinto il Lipsia verso un gioco ancora più verticale, improntato sulla maggior ricerca della profondità e delle corse degli attaccanti. Nkunku, partito a inizio stagione ancora dalla corsia di sinistra, ha progressivamente stretto la sua posizione, in concomitanza con il passaggio in pianta quasi stabile alla difesa a tre e al tridente d’attacco, sostituendo il 4-2-3-1 iniziale. Per Nkunku è la svolta. Domenico Tedesco al suo arrivo a dicembre si è ritrovato per le mani un giocatore che aveva acquisito enorme fiducia in fase realizzativa, così lo ha messo al centro dell’attacco, in coppia con André Silva.

Christopher Nkunku RB Leipzig 2021-22Getty Images

Ad oggi, Nkunku non può che essere definito un attaccante a tutti gli effetti, una prima punta, seppur lontana dai canoni classici di quello che è il ‘nove’ tipico del calcio. Ha affinato ancora di più la tecnica, sviluppandola in velocità, ricevendo sempre in situazioni dinamiche e mai da fermo, diventando così incontenibile per le difese che raramente riescono a tenere il suo passo quando è lanciato. In più, è diventato un cecchino quando si parla di concludere a rete. Gli bastano poco più di un paio di tiri a partita di media. E anche i calci da fermo sono diventati una garanzia. È l’anima del Lipsia, che senza di lui cambia totalmente volto.

“Trasferirmi lasciando Parigi non è stata una cattiva idea” ha dichiarato nel novembre 2020 al ‘kicker’, pochi mesi dopo aver raggiunto la semifinale di Champions League, perso proprio contro il PSG. “Posso dire che è valsa la pena di lasciare la mia comfort zone per poter crescere altrove”.

Le sue prestazioni hanno colpito tutto il mondo del calcio. E, dopo una lunga attesa, hanno fatto breccia anche nel cuore dell'unico uomo che sembrava insensibile al suo talento: Didier Deschamps. Nkunku, infatti, ha appena ricevuto la sua prima convocazione nella nazionale francese. Ha fatto la trafila delle giovanili, fino all'Under-21, e lì si è fermato. Una scelta che il CT ha spiegato con l’abbondanza nel reparto, giustificazione poco convincente visti i numeri di Nkunku. Con un Mondiale alle porte, la sensazione è che le gerarchie potrebbero cambiare ben presto qualora Chris dovesse continuare a spingere sull'acceleratore. Perché a volte le statistiche nascondono il meglio, ma non è certo questo il caso.

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