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Nicola Pozzi, fra goal e infortuni: dalla quaterna in Serie A ai Dilettanti con il San Donato Tavernelle

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Alto e longilineo (un metro e 82 centimetri per 74 chilogrammi), Nicola Pozzi era un centravanti classico, letale in area di rigore, che abbinava buone doti tecniche ad un notevole fiuto del goal.

Esploso giovanissimo, approda sui grandi palcoscenici piuttosto precocemente, e sembra destinato a consacrarsi in una grande squadra e nella Nazionale azzurra. A impedirglielo sarà soltanto una serie infinita di infortuni, che ne mineranno l'integrità fisica.

Quando la sua carriera sembra destinata a concludersi precocemente, Nicola ritroverà tuttavia la sua passione per il pallone fra i Dilettanti, andando a chiudere la sua carriera con i toscani del San Donato Tavernelle.

UN TALENTO LUMINOSO

Nato a Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini, il 30 giugno del 1986, Pozzi si impone fin da giovanissimo come grande talento nel ruolo di centravanti. Dopo gli esordi nella squadra del suo Paese, passa così nel Settore giovanile del Cesena, dove prosegue la sua crescita calcistica.

Nicola segna caterve di goal e così, a soli 16 anni, il 26 gennaio 2003, Beppe Iachini lo fa esordire in Serie C1 nella sconfitta per 2-0 con il Cittadella al Tombolato, gara in cui entra in campo negli ultimi 8 minuti subentrando ad Emanuele Chiaretti. In quel 2002/03 che i romagnoli chiudono al 3° posto nel Girone A, il centravanti colleziona una seconda presenza il 19 aprile, sempre fuori casa, con il Lumezzane (sconfitta per 1-0).

Per il suo talento inizia la trafila nelle Nazionali azzurre giovanili, in cui milita a partire dall'Under 17. L'anno seguente, con Fabrizio Castori alla guida della squadra, disputa già mezzo campionato da titolare, collezionando 17 presenze e 4 goal in Serie C1 più una rete rifilata al Perugia in 2 gare di Coppa Italia.

È il 1° ottobre, allo Stadio Manuzzi i bianconeri perdono 1-2 con gli umbri ma la giovane promessa trova il suo primo sigillo da professionista, cui seguirà a stretto giro il primo goal in campionato il 12 ottobre in casa. Pozzi avvia la rimonta dei suoi contro il Pavia (2-1) impattando il punteggio dopo il vantaggio dei lombardi.

Il baby centravanti fa in tempo anche a realizzare la sua prima doppietta il 9 novembre, sempre in casa, contro la Torres di Sassari (2-0) e attira su di sé le attenzioni delle grandi squadre italiane, in particolare del Milan, che spedisce i suoi osservatori a vedere il gioiello di Sant’Arcangelo di Romagna.

A fine 2003, vista l'età del ragazzo e la categoria, i rossoneri chiuderanno un affare record: Adriano Galliani e Ariedo Braida strappano Pozzi al Cesena per un milione e mezzo di euro. Il centravanti romagnolo, mentre il suo Cesena si avvia a conquistare la promozione in Serie B, diventa dunque nel gennaio 2004 un giocatore di proprietà del Milan.

"È stato tutto così grande ed è capitato così in fretta - racconterà in un'intervista ad 'Avvenire' del 2015 - Non smetterò mai di ringraziare Beppe Iachini che nel 2002/03 a Cesena mi fece fare un salto triplo: dagli Allievi regionali alla Prima squadra. Poi Castori mi schierava nella formazione che conquistò la Serie B, ma a gennaio io ero già partito per il Milan...".

Il Milan è come l'università calcistica per Pozzi, che può osservare e carpire in allenamento i segreti dei campioni allenati da Carlo Ancelotti, da Kaká a Pippo Inzaghi, passando per Shevchenko e il capitano Paolo Maldini. Pur non debuttando mai con la Prima squadra, i mesi trascorsi a Milanello lo arricchiscono.

Nell'estate del 2004 passa in prestito al Napoli. Con Gian Piero Ventura in panchina gioca soltanto 3 gare condite da un goal in trasferta alla Virtus Lanciano, finendo poco dopo in infermeria per il primo infortunio serio della sua carriera: uno stiramento ai legamenti del ginocchio.

Il centravanti è curato direttamente dai medici del Milan, poi nel gennaio 2005 si trasferisce, sempre a titolo temporaneo, al Pescara. Per il rientro in campo occorre attende il 3 febbraio, quando Pozzi esordisce in Serie B entrando nel corso del secondo tempo nel pesante k.o. per 4-0 degli abruzzesi con l'Albinoleffe.

Il giovane romagnolo totalizzerà però appena 4 gare perché hauna ricaduta e a marzo deve operarsi al ginocchio ad Anversa e iniziare una lunga riabilitazione. Il Pescara chiude al 20° e ultimo posto e retrocede in Serie C1, ma lui in estate fa ritorno al Milan, proprietario del cartellino. Alla porta dei rossoneri bussa stavolta l'Empoli, e, finalmente, per il talentuoso attaccante, è la volta buona: per un po' Nicola riuscirà a lasciarsi alle spalle i problemi fisici e a imporsi, ancora diciannovenne, in Serie A.

LA SERIE A, IL POKER CON L'EMPOLI E I TANTI INFORTUNI

In Toscana Pozzi resta oltre quattro stagioni, e riesce a dimostrare il suo valore. Fa il suo esordio in Serie A il 28 agosto 2005 nella sconfitta esterna con l'Udinese (1-0 per i friulani). L'avvio dell'Empoli è deficitario ma pian piano la squadra di Mario Somma inizia a ingranare e il giovane centravanti trova la prima rete in Serie A contro il Lecce alla 5ª giornata. Un colpo di testa imperioso con cui decide la partita.

Termina il 2005/06 con 23 presenze e 2 goal in Serie A, il secondo firmato al Granillo nel successo per 0-2 dei toscani contro la Reggina del 19/03. L'Empoli, dopo le penalizzazioni e i declassamenti che scaturiranno da Calciopoli, chiude con un ottimo 8° posto, con Cagni al posto di Somma al timone nella seconda parte di stagione.

L'anno successivo il club azzurro rileva la compartecipazione del cartellino per 750 mila euro e le presenze di Pozzi in campionato salgono a 30 con 5 goal, più 2 apparizioni e una rete in Coppa Italia. Tutte i goal in Serie A arrivano nella seconda parte di stagione, quando il centravanti romagnolo stende la Roma al Castellani per 1-0: cross di Buscè dalla destra e girata vincente sul primo palo. Poi ancora un goal decisivo contro l'Udinese (0-1), doppietta contro l'Ascoli (4-1) e rete al Catania (2-1). A fine campionato l'Empoli di Gigi Cagni può festeggiare uno storico 7° posto finale e la qualificazione alla Coppa UEFA.

Intanto il centravanti romagnolo approda nell'Italia Under 21, con la quale, dal 2006 al 2008, collezionerà 8 presenze e un goal.

"A 19 anni ho fatto l’esordio in Serie A e nelle quattro stagioni che sono rimasto in Toscana abbiamo conquistato persino lo storico piazzamento UEFA - ricorderà Pozzi ad 'Avvenire' -. Empoli è un’oasi per un giovane che vuole giocare e crescere senza pressioni".

Il terzo anno con l'Empoli gli permette di fare il suo debutto nelle Coppe europee, dato che Pozzi disputa entrambe le partite del 1° turno contro lo Zurigo. I toscani vincono 2-1 al Castellani, ma sono sconfitti 3-0 in terra svizzera e alla fine sono eliminati. La stagione 2007/08 è tuttavia caratterizzata per Nicola da nuovi problemi fisici, che alla fine limiteranno il suo apporto alla squadra a 21 presenze complessive, condite comunque da 10 goal, di cui 17 con 7 centri in campionato.

Dopo il primo goal stagionale nel successo interno per 3-1 sul Palermo, con l'arrivo di Malesani va a segno in Coppa Italia nell'andata degli ottavi contro la Juventus (2-1 per i toscani), ma il pomeriggio che Pozzi e i tifosi dell'Empoli non potranno mai dimenticare è quella del 9 dicembre 2007. Al Castellani arriva il Cagliari di Nedo Sonetti econtro i rossoblù Pozzi gioca la partita perfetta, realizzando 4 goal nei 90 minuti.

Dopo 2 minuti conquista palla in area di rapina e trafigge Marruocco con un tiro angolato, poial 10' grande stop al volo su assist di Buscè dalla destra e conclusione forte e precisa che non dà scampo al portiere rossoblù: 2-0. Nella ripresa il numero 9 azzurro arrotonda il risultato con altre due marcature di pregevole fattura: al 50', servito da Giovinco, stop di petto e girata vincente rasoterra con il sinistro, al 64' completa il lavoro con uno splendido colpo di testa su cross dalla sinistra del solito Buscè. Daniele Conti, nel finale, fisserà il punteggio sul 4-1.

Nicola Pozzi Empoli Serie AGetty

I 4 goal segnati rappresentano un record per un giocatore dell'Empoli in Serie A e rilanciano la squadra toscana dopo un avvio di stagione difficoltoso. Il momento d'oro del centravanti romagnolo continua il 15 gennaio2008 con una doppietta rifilata ancora alla Juventus nel ritorno degli ottavi di Coppa Italia, anche se il 5-3 finale promuove ai quarti i bianconeri.

Ma la sorte sta per tendergli un terribile agguato: il 17 febbraio con una doppietta da bomber d'area di rigore stende al San Paolo il Napoli (1-3 per l'Empoli), ma al momento di realizzare da posizione defilata il 2° goal personale riporta la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. È un grave infortunio, che porterà l'Empoli a scivolare al 18° posto in classifica, retrocedendo in Serie B, e Malesani, privato del suo cannoniere, all'esonero dopo la 31ª giornata. Cagni non riuscirà ad evitare poi la Serie B.

Nonostante il nuovo intervento chirurgico e la lunga riabilitazione, l'Empoli riscatta la seconda metà del cartellino di Pozzi, versando un milione e 250 mila euro nelle casse del Milan. L'attaccante resta lontano dai campi 8 mesi e torna a giocare il 18 ottobre 2008, nei minuti finali della gara di Serie B contro il Parma, match vinto 1-0 dai ducali.

I toscani, guidati da Silvio Baldini, si piazzano al 5° posto nella stagione regolare, accedendo ai playoff, dove sono eliminati in semifinale dal Brescia. Pozzi disputa comunque una stagione positiva con 31 presenze complessive e 12 reti realizzate.

"Quando mi infortunai al ginocchio ero all’apice, ed è stata dura accettare lo stop - rivelerà l'ex centravanti -, ma è in quei momenti di sofferenza che ti rendi conto dell’importanza della famiglia, degli amici e che in fondo i problemi della vita sono ben altri. Da un infortunio si riparte, e spesso si diventa anche più forti".

L'ESPERIENZA ALLA SAMPDORIA E IL NUOVO INFORTUNIO

Pozzi inizia anche la stagione 2009/10 ad Empoli, ma dopo 2 gare di Coppa Italia ad agosto chiude la bella avventura in maglia azzurra con 30 goal in 110 presenze e approda alla Sampdoria, tornando dunque in Serie A, voluto fortemente dal Direttore generale Beppe Marotta.

Il 31 agosto i toscani lo cedono infatti in prestito con diritto di riscatto. A Genova Pozzi è la riserva della coppia d'attacco titolare composta da Antonio Cassano e Giampaolo Pazzini, ma il centravanti romagnolo saprà ancora una volta ritagliarsi i suoi spazi, pur limitato da problemi fisici che non sembrano concedergli tregua.

Nicola colleziona 18 presenze e 2 reti in campionato, risultando determinante nelle vittorie per 2-3 in trasferta con l'Udinese e per 1-2, sempre fuoricasa, con il Siena. Ma il 14 marzo 2010, al Dall'Ara, contro il Bologna, ecco il nuovo infortunio al ginocchio che lo tiene fuori 2 mesi e ne pregiudica il proseguo della stagione.

La Sampdoria, che piazzatasi al 4° posto, si qualifica per i preliminari di Champions League, decide comunque di esercitare il riscatto di Pozzi, versando nelle casse dell'Empoli 5 milioni e 200 mila euro più il prestito di Soriano. Anche nel 2010/11 la punta parte come alternativa a Pazzini e Cassano, togliendosi la soddisfazione di esordire nei playoff di Champions League nella vittoria interna per 3-2 ai supplementari con il Werder Brema, amara tuttavia per i genovesi, che vengono eliminati, e di disputare altri due incontri in Europa League con gli ucraini del Metalist.

In campionato Nicola timbra ancora una doppietta contro la Juventus nel 3-3 di Torino, poi, diventato titolare dopo la cessione dei due gioielli dell'attacco, 'punge' la Roma avviando la rimonta blucerchiata a Genova (2-1). Ma il ginocchio cede nuovamente il 23 gennaio nella partita di ritorno con la Juve. Il tecnico Di Carlo lo ritrova ad aprile, e Pozzi segnerà altri 4 goal, portando il bottino complessivo a 6 reti in 22 presenze (26 quelle totali), che non sono tuttavia sufficienti a salvare i liguri dalla retrocessione in Serie B.

Il centravanti romagnolo riparte dunque ancora una volta dalla Serie B. Il suo 2011/12 è una grande stagione, con 21 centri in 34 partite, di cui 20 in 32 di campionato. Pozzi è determinante per il ritorno in Serie A della Samp, guidata a stagione in corso da Beppe Iachini, l'allenatore che lo aveva fatto debuttare giovanissimo fra i professionisti. Segna in particolare in tutte le gare di playoff ed è determinante nella finalissima con il Varese (propizia il 3-2 dell'andata e lo 0-1 del ritorno). Vince così anche il premio di 'Giocatore dell'anno' della Serie B 2011/12.

Sembra un nuovo inizio nella sua carriera sfortunata. Nicola resta a Genova per un'altra stagione spalmata su due campionati differenti, tuttavia non riuscirà più a dare un apporto valido alla squadra perché gli infortuni prenderanno il sopravvento sul resto. Diventato riserva di Maxi Lopez, il 26 settembre 2012, a Roma contro la Lupa rimedia una distorsione al menomato ginocchio destro e deve operarsi per una pulizia dell'articolazione.

Torna dopo 2 mesi di stop, colleziona 7 presenze e una rete, e a gennaio, con l'esplosione di Mauro Icardi, è ceduto dalla società in prestito al Siena. Qui gioca appena 3 partite, per poi far ritorno in blucerchiato nel 2013/14: 14 presenze e 2 reti in Serie A contro Livorno e Udinese. Il 3 novembre 2013 va a segno nel 3-4 interno con il Sassuolo, con quello che rimarrà il suo ultimo goal in Serie A. Il suo bilancio con la Sampdoria è di 101 presenze e 32 goal.

Nicola Pozzi Parma Serie A ItalyGetty

IL PARMA, IL TERZO CRAC AL GINOCCHIO E UN LUNGO PEREGRINARE

Il 31 gennaio 2014 il club blucerchiato cede Pozzi al Parma a titolo definitivo, in uno scambio di calciomercato con Stefano Okaka. Il centravanti romagnolo non fa in tempo ad esordire con la casacca gialloblù che il 14 marzo incappa nel terzo grave infortunio della sua carriera: rottura del legamento crociato anteriore, questa volta del ginocchio sinistro.

Operato, salta così tutto il resto della stagione e rivede il campo il 23 novembre 2014, 8 mesi e mezzo dopo, facendo il suo ingresso negli ultimi 7 minuti di Parma-Empoli 0-2. In panchina c'è Roberto Donadoni, ma è la stagione che porta il club emiliano, sommerso dai debiti, al fallimento.

Pozzi disputa 3 partite di campionato più una in Coppa Italia, poi il 2 febbraio si trasferisce in prestito con diritto di riscatto fissato a 1000 euro al Chievo. Per Nicola è una via di fuga mentre la società, sepolta dai debiti, viaggia verso il baratro.

"Fino a giugno il Parma mi ha pagato regolarmente - ricorderà -, poi quando gli stipendi non arrivavano più e ho capito la situazione sono caduto dalle nuvole".
nicola pozzi parma

Sogna di rilanciarsi a Verona, ma con Maran non scende mai in campo e a fine stagione resta svincolato per il fallimento dei ducali. Colui che era stato uno degli attaccanti più promettenti del calcio italiano, a causa dei gravi infortuni avuti, a 29 anni ha ormai poco mercato.

Scende dunque in Serie B, firmando un biennale con il Vicenza, ma vede il campo in appena 4 occasioni e rescinde il suo contratto anticipatamente a fine stagione, accordandosi poi nel novembre 2016 con il Pro Piacenza, compagine di Lega Pro. Gioca in tutto 6 partite e segna 2 goal, il primo alla Viterbese in trasferta l'11 marzo 2017, quattro anni dopo il precedente.

Al termine della stagione 2016/17 resta svincolato e, assieme ad altri calciatori nelle sue condizioni, si allena a Coverciano e inizia a seguire il corso UEFA B da allenatore. La sua carriera calcistica sembra ormai precocemente conclusa, quando nell'autunno 2017 accetta di rimettersi in gioco fra i Dilettanti.

LA CHIUSURA FRA I DILETTANTI A 33 ANNI

Nell'ottobre del 2017 Pozzi firma con la formazione toscana del San Donato Tavernelle, che rappresenta San Donato in Poggio e Tavarnelle Val di Pesa, frazioni del Comune di Barberino Tavarnelle, appartenente alla città metropolitana di Firenze.

I gialloblù sono da due anni in Serie D e puntano a consolidarsi nella parte alta della classifica con il sogno della Serie C. Pozzi diventa un riferimento della squadra e ritrova l'amore più autentico per il calcio, che stava venendo meno dopo le ultime negative esperienze.

Il centravanti romagnolo colleziona 16 presenze e 4 goal nel 2017/18, con un 9° posto finale in classifica nel Girone E, e 26 presenze e 2 goal nel 2018/19, piazzandosi al 6° posto sempre nel Girone E.

"A trent'anni stavo quasi smettendo - racconterà a 'Tuttosport' -, troppi gli infortuni, ai legamenti, alle ginocchia, le ultime stagioni mi avevano fatto passare la voglia. Vivendo a Firenze, dove ho deciso di fermarmi dopo la nascita delle mie due bambine, essendo amico del difensore Pietro Manganelli del San Donato, lui mi ha convinto ad andare ad allenarmi con loro. Ho scoperto valori che avevo perso. Sono tornato a divertirmi, ho ritrovato entusiasmo. Nel San Donato è come stare in una famiglia".
"In Serie D - ha aggiunto - non c'è la pressione di dover vincere a tutti i costi il campionato, in cinque punti ci sono sei squadre, può succedere di tutto [...] Giocare ad un quarto d'ora da casa consente grandi vantaggi, posso stare vicino alla famiglia, veder crescere le mie bimbe, ma anche tornare a respirare un calcio che ha poco da invidiare al professionismo".
"Certo, ci sono delle diversità. Ho capito in fretta che dovevo essere io ad adattarmi a questo nuovo contesto, e non il contrario. Non sono mai stato uno che ha segnato caterve di goal, anche in D continuo ad esserlo, ma sono felice quando mi metto al servizio della squadra e faccio gli assist ai miei compagni".

Alla fine del 2018/19, prima di compiere 33 anni, Pozzi appende definitivamente le scarpette al chiodo, conseguendo dapprima il diploma di Direttore sportivo, quindi cimentandosi nel ruolo di allenatore.

Come tecnico ha fatto la sua prima esperienza in panchina con il Grassina Calcio nella stagione 2021/22, guidando la squadra nel Campionato di Eccellenza toscano. La stagione non è stata positiva e a fine anno i rossoverdi sono retrocessi in Promozione. Ma sicuramente Pozzi vorrà riprovarci in altre piazze.

"Nella mia carriera l'allenatore più importante è stato Beppe Iachini - afferma -, che mi ha fatto esordire a 16 anni in C col Cesena. Ho ritrovato Beppe alla Sampdoria dove ho vinto la Serie B. Alla Sampdoria ho vissuto i cinque anni più belli della mia carriera, tante soddisfazioni, un legame speciale sia con la società che coi tifosi".
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