Pubblicità
Pubblicità
Questa pagina contiene link di affiliazione. Quando acquisti tramite i link forniti, potremmo guadagnare una commissione.
Gulunoglu GFXGoal

Nesat Gulunoglu, l’evanescente turco di Germania bocciato da Capello

Pubblicità
Archivio Storie

C’è stata un’epoca del calcio italiano in cui i presidenti giocavano a fare i mecenati. Tra la fine degli anni 90 e l’inizio del nuovo millennio, in una sorta di perenne rivalità da corti Rinascimentali, i proprietari dei club di Serie A si sfidavano a suon di miliardi per acquistare i calciatori migliori e vincere.

Senza algoritmi e database a disposizione, il mercato si faceva con le videocassette e le intuizioni degli osservatori. Ma molto più spesso di quanto si possa pensare capitava che fossero i presidenti stessi ad avere l’ultima parola sull’acquisto di un calciatore, imponendosi per far arrivare quelli dei quali erano rimasti affascinati anche a dispetto del parere dello staff tecnico.

È il caso di Franco Sensi che, rimasto colpito dalle sue qualità viste su nastro magnetico, nell’estate 1999 decide di portare alla Roma il giovane Neşat Gülünoğlu, nato il 4 gennaio 1979 a Herne. Neşat è figlio di una delle tante coppie turche emigrate in Germania alla ricerca di un futuro migliore e già da piccolo mostra da subito una buona propensione al gioco del calcio nel ruolo di attaccante esterno. È il 1997 l’anno in cui il ragazzo viene scelto dall Bochum. E proprio con il club biancoazzurro della Ruhr, Gülünoğlu riuscirà ad affacciarsi al calcio che conta. Ad appena diciotto anni convince l’allenatore Klaus Toppmöller a dargli una chance. L’esordio ufficiale arriva l'11 marzo, quando gli vengono concessi gli ultimi dieci minuti nella gara vinta per 3-2 contro il Karlsruher.

Per vedersi assegnata la prima maglia da titolare, il turco deve aspettare una settimana. Il Bochum ospita il Werder Brema. Quel giorno Gülünoğlu è chiamato alla prova di maturità e risponde presente all’appello. Il giovane attaccante non si lascia intimorire e sfoggia dei numeri di prim’ordine, riuscendo anche a segnare la rete del momentaneo 2-0 (finirà 3-2 per i padroni di casa).

Sostituito dopo 60 minuti di gioco, Gülünoğlu esce tra gli applausi del pubblico. Al Ruhrstadion sembra nata una stella. Chiude la sua prima stagione da professionista con 11 presenze e 3 gol segnati, con il Bochum che termina con il miglior piazzamento della sua storia (quinto posto) la Bundesliga 1996/1997. Il ragazzino lascia presagire di avere un gran futuro davanti a lui. Purtroppo non sarà così: l’arrivo al Bochum di Yildray Basturk offusca la sua luce e lo spinge ai margini della squadra. Il secondo anno di Gülünoğlu nel massimo campionato tedesco è tutt’altro che memorabile: una manciata di presenze e un solo gol segnato al Bayern Monaco nell’arco di un’intera stagione, con l’esordio in Coppa Uefa come unica soddisfazione.

Ma la testa del diciannovenne di Herne sembra già da un’altra parte. La Roma di Sensi blocca nel gennaio 1999 il suo cartellino, attendendo la fine del campionato per ufficializzare il colpo.

Alla fine della stagione le strade del Bochum e di Gülünoğlu si dividono. E quella dell’attaccante si immette sul Grande Raccordo Anulare direzione Trigoria, dove lo aspettano un contratto quadriennale e un incontro con i tifosi nel Roma Store di Piazza Colonna insieme ai compagni di squadra Luigi Di Biagio e Alessandro Rinaldi.

Le speranze di Gülünoğlu di un progresso di carriera in Serie A si infrangono però contro un muro chiamato Fabio Capello. Arrivato al posto di Zdenek Zeman (che tra i motivi di attrito con Sensi ebbe anche la divergenza di opinioni proprio sull’attaccante turco), al tecnico di Pieris bastano due partite amichevoli nel ritiro estivo di Kapfenberg per capire che l’attaccante non rientra nei suoi piani. Gülünoğlu finisce dunque sulla lista dei partenti già nei primi di agosto.

Si fa avanti il Lugano, che lo vorrebbe in prestito, ma l’affare non va in porto e Neşat resta a Roma contro la sua volontà. Ed è probabilmente in quei mesi di permanenza forzata in giallorosso gli fanno perdere per sempre il treno del professionismo.

Gülünoğlu inizia infatti a saltare sistematicamente gli allenamenti e a risentirne è soprattutto la sua forma fisica, che ne risulta particolarmente appesantita. Nel dicembre 1999 arriva la rescissione del contratto con la Roma. Ma sei mesi vissuti da fantasma in Italia non fanno certo curriculum. Il turco è costretto ad accettare offerte di squadre militanti in serie minori tedesche. Dopo esperienze con le maglie di Siegen e Waldhof Mannheim, nel 2001 torna nella sua città natale indossando per la prima volta la maglia del Westfalia Herne.

C’è spazio anche per un’esperienza in Turchia con il Kocaelispor, ma l’aria della terra natia dei genitori non sembra sortire alcun effetto benefico sulla sua carriera. Fa così ritorno in Germania allo Yurdumspor. Prima di ritirarsi definitivamente a soli 26 anni nel 2005 disputa un’ultima annata con la maglia dell’Hagen, squadra dilettantistica di quinta serie tedesca. Da quel momento in poi, Gülünoğlu sparisce completamente dal mondo del calcio. Di lui oggi si sa ben poco a parte il fatto che vive nella sua città natale, percepisce una pensione e si è vaccinato contro il Covid. Tutte notizie facilmente reperibili sul suo profilo Facebook, dove carica anche selfie e foto dei propri documenti, mostrando poca propensione alla tutela della privacy. L’ultima volta che ha parlato di calcio è stato nel 2017, quando ha commentato l’arrivo di Cengiz Under alla Roma.

Eppure malgrado non sia mai sceso in campo nemmeno un minuto con la maglia romanista, Neşat Gülünoğlu ha mantenuto per quindici anni un primato. Fino all’arrivo nella capitale di Salih Uçan nell’estate 2014, è stato il primo e unico calciatore turco della storia giallorossa. Per il resto di quell’astro nascente comparso in un pomeriggio di metà marzo al Ruhrstadion non è rimasta nemmeno la scia.

Pubblicità

ENJOYED THIS STORY?

Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

0