E pensare che non è nemmeno un titolare inamovibile. Forse è per questo che Luis Muriel continua a segnare e trascinare l'Atalanta. Vive nel limbo tra campo e panchina, non sa mai se partirà dal primo minuto o dovrà entrare a partita in corso. Spesso, comunque inizi, va a finire nella stessa maniera: goal. Nome sul tabellino.
I goal in questa stagione di Serie A sono diventati 16, è dietro soltanto a Cristiano Ronaldo e Lukaku. Per media goal, però, nessuno si avvicina a Muriel: uno ogni 60 minuti trascorsi in campo. Un goal e mezzo per ogni 90 minuti. Al momento fa meglio solo Sanabria, che però all'attivo ha una presenza e un goal. Conta il giusto.
Il 2021 del colombiano è paragonabile a quello dei grandissimi. Meglio di lui in Europa, nei cinque maggiori campionati, fanno soltanto Lionel Messi e Robert Lewandowski, ovvero gli ultimi due FIFA The Best. Il 10 del Barcellona è stato coinvolto in 17 goal dall'inizio dell'anno nella Liga, il polacco del Bayern invece in Bundesliga è a 16. Muriel li guarda dal gradino più basso del podio, a 14.
Il segreto, forse, potrebbe essere proprio quel continuo balletto tra titolarità e un posto come riserva pronta a entrare. Eppure, quando è nella formazione iniziale, i suoi numeri impennano: nelle ultime 12 in Serie A in cui è partito titolare, è entrato in 19 goal. Ovvero: l'Atalanta è sempre partita quasi già da 2-0.
"Sento la porta - ha raccontato Muriel a 'Sky Sport' nel post gara contro lo Spezia - mi basta guardare l’area di rigore per capire dove sono posizionato. Dopo ogni seduta resto con i compagni a provare diverse conclusioni e facciamo scommesse, ma non sono tra i più bravi. Adesso sto per compiere 30 anni, ho acquisito un po’ di maturità, ora ho più cultura del lavoro e non vado più in campo solamente per divertirmi”.
In 25 presenze stagionali in Serie A, è andato a segno in 14 gare. Prossimo obiettivo, farlo anche in Europa. Anche il Real Madrid, con un Muriel così, può sembrare un ostacolo sormontabile oltre cui buttare il cuore.




