Da una parte c’è José Mourinho, che una volta era a suo agio tra i “nemici” mentre oggi sembra tendere la mano a tutti i suoi colleghi. Dall’altra Luciano Spalletti, che invece ha mantenuto nel corso degli anni il suo temperamento frizzantino. Roma-Napoli è in programma domenica alle 20.45 all’Olimpico, ma la sfida è iniziata il giorno del ritorno dello Special One in Italia.
“Grande Spallettone. Ma che vuoi vincere tutte le partite?”. Mourinho ha esordito così di fronte alle telecamere di Dazn nel post Roma-Empoli della scorsa stagione, quando ha visto collegarsi da Firenze il rivale Spalletti dopo il settimo successo consecutivo del Napoli in campionato. “Secondo me devi perdere la prossima in trasferta” ha aggiunto il portoghese sghignazzando e facendo riferimento proprio alla gara contro la sua squadra.
Dal canto suo, il toscano ha accolto il saluto di Mourinho con un sorriso a trentadue denti e si è prontamente affidato agli “amuleti di Napoli” contro il sortilegio lanciato da Mou. Risate e abbracci a distanza quindi tra i due, che in passato hanno avuto un rapporto tutt’altro che idilliaco.
Sembrano appartenere a un’era geologica fa le frecciate e le dichiarazioni al vetriolo che erano soliti lanciarsi i due, quando il tecnico di Setubal allenava l’Inter e quello di Certaldo sedeva sulla panchina della Roma. È passata alla storia la conferenza stampa del 3 marzo 2009 in cui Mourinho parlò degli “zeru tituli” con i quali avrebbero terminato la stagione giallorossi di Spalletti. Quasi una fatwa la sua, dato che da quel momento in poi la Roma è rimasta a secco di trofei, in un digiuno che prosegue tutt’ora e che proprio il portoghese è chiamato a interrompere.
Getty ImagesSempre in quel memorabile incontro con la stampa, sfoderando una meravigliosa contraddizione che si addice a un personaggio come lui, Mou si lamentò della presunta sovraesposizione mediatica in prime time che veniva dedicata proprio a Spalletti e a Claudio Ranieri, ai tempi allenatore della Juventus e altro arci-nemico del portoghese.
Il giorno dopo Inter e Roma si sfidano a San Siro. La gara termina 3-3 con i giallorossi due volte avanti e raggiunti da un rigore dubbio assegnato a Balotelli, che si incarica anche della trasformazione. La reazione di Spalletti non si fa attendere ed è durissima:
“Non ci sto a passare anche per cog****e, a farmi prendere per il culo. La verità è che il rigore non c'era, che la Roma meritava di vincere e non l'ha potuto fare per colpa di quel rigore”.
Rincarando anche la dose a qualche ora di distanza, lanciando la sua personale e implicita gufata contro l’Inter in Champions League:
“Secondo me ha dimostrato di avere perso un po’ di sicurezza e serenità. Se parla di Roma e Milan mi fa pensare che abbia timore del Manchester United. Lui deve restare tranquillo perché ha una squadra molto forte e non importa che metta le mani avanti…”
D’altronde il loro è sempre stato un duello mediatico che sportivo. I due si sono affrontati solamente in quattro occasioni, con il bilancio che sorride a Mourinho, vincitore in tre precedenti su quattro.
Il primo incontro tra i due risale all’agosto 2008, in una delle tante gare di Supercoppa Italiana che ha visto protagoniste Inter e Roma. Il finale di San Siro recita 2-2, ma ai rigori hanno la meglio i nerazzurri che sfruttano gli errori dal dischetto di Francesco Totti e del brasiliano Juan. Va molto peggio in Serie A per Spalletti, che oltre al sopracitato 3-3 di San Siro incassa un sonoro 0-4 nella gara dell’Olimpico. In mezzo tra le due sfide in campionato anche la gara secca dei quarti di finale di Coppa Italia. L’Inter di Mourinho vince 2-1 tra le polemiche per la direzione di gara dell'arbitro Orsato non ritenuta all’altezza.
Tredici anni dopo non sono cambiati solo i rapporti personali tra i due, ma anche e soprattutto le loro prospettive. Mourinho, dopo qualche stagione deludente, ha accettato una sfida stimolante per rimettersi in gioco in una piazza che ha riportato ad assaporare il gusto della vittoria in Conference League entrando di diritto nella storia giallorossa.
Getty ImagesSpalletti invece continua a inseguire il sogno di vincere la Serie A e ha scelto una piazza affamata come lui per concretizzare un appuntamento che per entrambe le parti è stato rimandato per troppo tempo. Con la consapevolezza che se non dovesse riuscirci neanche stavolta non sarebbe comunque l’unico, ma potrebbe aver perso uno degli ultimi treni della carriera per presentarsi a riscuotere il credito.
Mourinho contro Spalletti. Spalletti contro Mourinho. Due allenatori così diversi anche sulla comune esperienza sulla panchina della Roma.
Da una parte c’è chi ha saputo conquistare la città dal minuto successivo al suo annuncio, con una città letteralmente in delirio ancor prima che Mourinho sbarcasse nella capitale. Una conquista fin qui rappresentata da gesti e parole. Per i fatti ancora serve tempo. Ma il tempo si sa che nel calcio non è mai stato alleato di nessuno.
Dall’altra un allenatore che pur essendo ancora uno dei pochi ad aver vinto un trofeo in giallorosso e aver ottenuto il record assoluto di punti nella storia del club di Trigoria (87 nella stagione 2016/2017) non è riuscito a ottenere l’amore eterno della sua gente. Spalletti ha pagato per la sua presunta iconoclastia verso una divinità pagana chiamata Francesco Totti, in un rapporto conflittuale che ancora oggi fa parlare di sé attraverso libri, film e serie tv.
La sfida attende solo di essere giocata e l’esito dell’Olimpico darà ulteriori conferme su quali saranno le ambizioni di Roma e Napoli in questo campionato. E magari ci aiuterà a capire se tra Mourinho e Spalletti è davvero acqua passata.




