La definizione di "storico vice di Fabio Capello", in effetti, è pure riduttiva per descrivere quel che è stato Italo Galbiati per il mondo del calcio: un assistente di fiducia, un collaboratore tecnico importantissimo. Oggi la brutta notizia: è morto all'età di 85 anni.
Da calciatore ha fatto la mezzala, giocando per Inter, Reggina, Lecco e Como: poi, una volta appesi gli scarpini al chiodo, ha ha allenato il Milan, subentrando a più riprese in prima squadra e guidando la Primavera.
Ed è proprio lì che inizia a collaborare con Fabio Capello, seguendolo praticamente ovunque: in rossonero, vincendo tutto, alla Roma e al Real Madrid. Alla Juventus ha ricoperto il ruolo di collaboratore tecnico.
Tra i talenti visionati nella sua avventura in rossonero, spicca quello di Shevchenko, che Galbiati ha consigliato con una frase: "Superfluo aggiungere altro: è da Milan".
Persino nelle esperienze vissute con la Nazionale inglese e quella russa: insomma, un amico e un braccio destro fondamentale.
Negli anni Settanta è stato anche un dirigente del settore giovanile dell'Inter, scoprendo, tra gli altri, il talento di Walter Zenga: negli ultimi anni della sua esperienza calcistica ha aiutato il settore giovanile del Monza.
E oggi il calcio lo piange: come detto, è deceduto all'età di 85 anni, lasciando in eredità i ricordi importantissimi vissuti nel corso della sua carriera. I titoli vinti e le esperienze.
