"Ho la sensazione che sia un problema molto più grande di quello che sembra o viene raccontato": lo sguardo di Vincenzo Montella cambia subito. Nella notte dell'8 febbraio l'Adana Demirspor non si trovava in città: era a Istanbul, in trasferta per la sfida contro l'Umraniyespor. Una coincidenza, qualcosa in più, forse: Adana, come le altre città della Turchia colpite dal terremoto, soffre.
"E' una situazione davvero tragica, sembra che sia passata l'apocalisse in questa città".
C'è il calcio, però, che in qualche modo porta avanti il suo valore salvifico, al di là di tutto: ed è questo il messaggio che Montella lancia ai microfoni di Golden GOAL, il format sulla Serie A in onda ogni domenica sul canale Twitch di GOAL Italia. Perché non si tratta mai solo di "una palla che rotola", ma di emozioni.
"E' molto difficile pensare al calcio, però anche io mi sono posto tantissime volte la domanda "ci fermiamo o no?". Credo che il calcio sia un veicolo che possa dare speranza e gioia, che possa alleviare le sofferenze e far sognare. Possiamo metterci a disposizione della comunità in questo modo, cercando di fare il nostro dovere, pur in maniera complicata, anche per dare un segnale di speranza e di futuro a queste persone".
E non solo: la situazione descritta dall'allenatore dell'Adana Demirspor è tragica, apocalittica. "Ad esempio adesso ad Hatay è difficile far arrivare l'acqua. Ad Adana ci sono decine e decine di grattacieli rasi al suolo", spiega mentre il suo sguardo si perde tra i pensieri.
La situazione nel campionato turco è molto complessa: il Gaziantep e l'Hatayspor si sono ritirati. Alcuni club hanno più gare di altri, ragionevolmente: l'Adana di Montella è attualmente al quarto posto, ma non è ancora tornato in città.
"Noi ci siamo spostati tra Antalya e Istanbul, ma domenica dovremmo tornare ad Adana, finalmente: c'è la volontà di tornare per continuare il campionato lì. Stare in giro non è semplicissimo, sia emotivamente che praticamente: non riusciamo a lavorare con quella continuità che è fondamentale", spiega a GOAL.
Le continue scosse, intanto, non lasciano tregua alla popolazione turca, né ai giocatori stessi: come spiega Montella, la situazione è resa ancor più delicata dalla presenza nelle varie squadre di giocatori "colpiti" trasversalmente dal terremoto.
"Abbiamo degli esempi in squadra di persone che davvero non possono tornare a casa. E' un'apocalisse: ci sono continue scosse di assestamento, più o meno forti, e quando sono ripetitive la psiche delle persone non può che essere turbata".
Ma c'è una speranza e riguarda gli aiuti. Perché oltre a continuare a giocare, i protagonisti della Super Lig si sono subito messi in moto per supportare la popolazione turca. Montella compreso, attraverso l'associazione "SOS Turchia".
"Ho creato un'associazione umanitaria: la mia speranza è quella di costruire delle case, aiutare i bambini che sono rimasti orfani, principalmente di Adana perché è la città a cui mi sento legato. Si chiama 'SOS Turchia': sicuramente vorrei fare qualcosa di importante".
Il calcio non si ferma: corre alla stessa velocità del corso degli eventi. Prova a risolverli, anche in situazioni tragiche: quella vissuta in Turchia ha creato un "prima" e un "dopo". Nulla sarà più lo stesso.
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