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Mohamed Aboutrika, 'Il Principe dei cuori': leggenda del calcio egiziano in esilio in Qatar

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Amatissimo in Egitto e in Medio Oriente, poco noto nel resto del Mondo. Molti esperti e tifosi considerano Mohamed Aboutrika"il più grande di sempre del calcio egiziano" e "uno dei giocatori più forti in assoluto mai espressi del calcio africano". Fra questi anche il giornalista italiano Gabriele Marcotti, che in un articolo pubblicato sul 'Times' nel 2009 lo ha definito addirittura:

"Il più forte giocatore di tutti i tempi a non aver mai giocato in Europa e in Sudamerica".

Al di là dei numeri impressionanti della sua carriera, che lo ha visto segnare oltre 250 goal fra squadre di club e Nazionale egiziana,vincere 24 titoli con le maglie dell'Al Ahly e della Egitto, e ottenere svariati riconoscimenti anche a livello individuale, il trequartista di Giza con il suo calcio fatto di belle giocate e virtuosismi ha saputo scaldare i cuori degli appassionati del suo Paese e dell'intero mondo arabo, guadagnandosi per questo dagli ultras ahlawi il soprannome di 'Amir al Qulub', ovvero di 'Principe dei cuori'.

Laureato in filosofia, ad alimentare la sua leggenda fuori dal campo ha contribuito non poco il suo forte impegno a sostegno delle cause umanitarie, nonché il sostegno in ambito politico alla causa islamista. Visto come un nemico e considerato addirittura un terrorista dal regime di Al Sisi, vive da anni in esilio volontario in Qatar, dove lavora per l'emittente televisiva'beIN Sports'.

Mohamed Aboutrika of Al AhlyGetty

DAL TERSANA AI TRIONFI CON L'AL AHLY

Nato in un quartiere povero di Giza, città sulla riva occidentale del Nilo, il 7 novembre 1978, Aboutrika è cresciuto calcisticamente nel Settore giovanile del Tersana, e a 17 anni, nella stagione 1997/98 ha fatto il suo debutto in Seconda divisione egiziana con la Prima squadra, dimostrandosi da subito un giocatore decisivo.

Dotato di un'ottima tecnica di base e di conseguenza di una perfetta conduzione di palla, l'egiziano abbina un'innata visione di gioco, che gli consente spesso di smarcare i compagni di squadra e di creare azioni pericolose, a un buon fiuto del goal e a notevoli qualità balistiche, che imparerà presto a sfruttare nei calci di punizione. Fantasista naturale, in virtù dell'intelligenza tattica viene talvolta impiegato dai suoi allenatori anche da seconda punta.

Il suo impatto è subito importante: oltre a diversi assist, segna 11 reti il primo anno, 19 il secondo e ben 34 nel 1999/00, stagione in cui si laurea capocannoniere della Seconda divisione d'Egitto. Le sue grandi prestazioni danno un contributo essenziale per portare nella Premier League egiziana il Tersana.

Qui continua il suo percorso di crescita e dopo tre anni e mezzo, nel gennaio del 2004, approda all'Al Ahly, il club più importante e più vincente d'Egitto con sede a Il Cairo. Musulmano praticante e fedele alla dottrina del Profeta Maometto contenuta nel Corano, sceglie la maglia numero 22 perché è il numero affisso su una delle porte di accesso alla Moschea al Haram de La Mecca, il luogo della città santa dove un buon musulmano compie il pellegrinaggio almeno una volta nella sua vita.

Il talento di Giza, che quel pellegrinaggio lo ha compiuto, spiega di aver avuto come un'illuminazione divina, mentre da solo e vestito di bianco camminava vicino al luogo santo. Inizia così un periodo di 9 anni e mezzo, con un'unica interruzione di 6 mesi dal gennaio al giugno 2013 in cui ha militato in prestito nel club degli Emirati Arabi del Baniyas, caratterizzato da grandi successi sia a livello di club che di Nazionale, nonché di importanti riconoscimenti a livello personale.

Goal, assist, grandi giocate diventano un'abitudine per gli ultras ahlawi, di cui Aboutrika assurge a beniamino assoluto. Le vittorie piovono a grappoli: con il fantasista ad illuminare il gioco l'Al Ahly vince 7 Scudetti d'Egitto (2004/2005, 2005/2006, 2006/2007, 2007/2008, 2008/2009, 2009/2010 e 2010/2011), 2 Coppe Nazionali (nel 2006 e nel 2007) e 6 Supercoppe d'Egitto (2005, 2006, 2007, 2008 e 2010). A livello personale con 18 reti nel 2005/06, la sua stagione più luminosa, si laurea capocannoniere della Premier League egiziana, mentre nel 2007 è il cannoniere principe della Coppa d'Egitto (4 reti).

Ma il talento del fantasista di Giza è talmente unico che con lui l'Al Ahly domina anche a livello continentale: 'la Squadra del secolo', come viene soprannominata, conquista 5 Champions League africane, imponendosi nel 2005, nel 2006, nel 2008, nel 2012 e nel 2013 e 4 Supercoppe africane (2006, 2007, 2009, 2013). Aboutrika esordisce nella CAF Champions League il 4 marzo 2005 controil Villa Kampala e lascia la sua firma in diverse finali.

Nel 2005 va a segno dalla lunga distanza nel 3-0 ai danni dei tunisini dell'Étoile Sportive du Sahel, nel 2006 è il capocannoniere del torneo con 8 goal e segna al 92' il goal della vittoria nella finale di ritorno giocata fuoricasa contro i tunisini del CS Sfaxien (0-1 per gli egiziani dopo l'1-1 casalingo). Ancora, nel 2008 è decisivo nel portare la squadra in finale dopo aver recuperato da un infortunio.

L'edizione 2012, che porta all'Al Ahly il settimo titolo continentale, lo vede realizzare 6 goal e autore di una prestazione maiuscola il 14 maggio nel ritorno del 2° Turno contro i maliani dello Stade Malien: Aboutrika entra nel corso della ripresa con la sua squadra sotto complessivamente 2-0 (sconfitta 1-0 all'andata e avversari avanti 1-0 nel secondo match) e ribalta il risultato e l'esito della qualificazione alla fase finale con la prima tripletta realizzata in CAF Champions League. Due delle 3 reti (la prima su punizione, la seconda su rigore) il fantasista ne realizza 2 negli ultimi 8 minuti.

L'ultima Champions League africana la vince a 34 anni nel 2013, dopo il ritorno all'Al Ahly. Aboutrika prende per mano i suoi nella finalissima contro i sudafricani dell'Orlando Pirates segnando sia all'andata a Johannesburg (1-1) sia nella sfida decisiva del Cairo (2-0 per gli egiziani).

Mohamed Aboutrika Al Ahly Vs Orlando Pirates at the African Champions League 2013Getty

Ma a livello internazionale nel suo palmarès figura anche una Champions League del Golfo, torneo vinto nei suoi 6 mesi in cui milita in prestito con il Baniyas. Ancora una volta il trequartista egiziano è protagonista con goal realizzati in semifinale e in finale.

Viste le vittorie continentali, partecipa più volte anche alla Coppa del Mondo per club. La prima volta nel 2005, con l'Al Ahly che giunge ultimo.

"Arrivati in Giappone non avevamo più la forma precedente", commenterà Aboutrika.

Va meglio nel 2006, quando l'Al Ahly supera i neozelandesi dell'Auckland City (2-0 con goal personale su punizione) e affronta in semifinale l'Internacional de Porto Alegre. I brasiliani si impongono 2-1 e Aboutrika si mangia le mani per aver colpito un palo.

Si rifà nella finale 3°-4° posto contro l'America di Città del Messico, partita vinta 2-1 dai nordafricani e determinata da una doppietta della stella di Giza (primo goal su punizione, il secondo su azione). Il 3° posto è un risultato storico per il club del Cairo, condito dal titolo di capocannoniere del torneo con 3 goal del suo giocatore più rappresentativo.

Il 2006, anno in cui vince Scudetto, Coppa e Supercoppa Nazionale, Champions League africana e Supercoppa d'Africa, più, appunto, il 3° posto al Mondiale per club e la Coppa d'Africa con l'Egitto, è il suo anno magico:

"Mi piacerebbe essere nominato per il premio di Calciatore africano dell'anno - dichiara a novembre -. Questo renderebbe il 2006 un anno molto speciale per me!".

Alla fine nella classifica del cosiddetto 'Pallone d'Oro africano'(Calciatore africano dell'anno) arriva secondo dietro Didier Drogba, ma si consola con il premio di miglior giocatore della CAF Champions League. E nel 2008 ottiene il premio di 'Calciatore africano dell'anno della BBC' dopo aver raccolto più della metà dei consensi.

In patria, naturalmente, non ha eguali, ed è votato per 5 volte Calciatore egiziano dell'anno (2004, 2005, 2006, 2007, 2008). Al di là dei tanti trofei, sono il gusto per il bel calcio, le giocate di gran classe, come i dribbling, la ruleta, gli assist e le punizioni calciate a giro nel sette, la sua sensibilità alla causa islamista, l'impegno umanitario e il suo carisma fuori dal campo a far innamorare i tifosi, che non a caso gli assegnano il soprannome di 'Amir al Qulub', 'Principe dei cuori'.

Il giornalistaHassan Mistikawi dirà di lui:

"Aboutrika ha vinto il premio più alto che una persona possa ottenere, cioè l’amore del popolo".
Mohamed Aboutrika of Al AhlyGetty

LE IMPRESE CON L'EGITTO

Ma alla fama di Aboutrika contribuiscono naturalmente anche le imprese con la maglia dell'Egitto, che il fantasista di Giza indossa per la prima volta il 19 marzo 2001 nell'amichevole pareggiata 3-3 al Cairo contro l'Estonia, match nel quale, ancora da giocatore del Tersana, fa il suo ingresso in campo al 72' della ripresa.

Torna a vestire la maglia dei 'Faraoni' tre anni dopo il 31 marzo 2004, quando è già un giocatore dell'Al Ahly, nell'amichevole con Trinidad & Tobago. L'Egitto vince 2-1 e lui segna il primo goal, cui ne seguiranno altri 4 nelle successive 5 gare.

Nell'anno magico, il 2006, conduce 'I Faraoni' alla vittoria della Coppa d'Africa giocata in casa dopo aver mancato la qualificazione ai Mondiali tedeschi. Segna 2 goal pesanti nella Fase a gironi contro Libia e Costa d'Avorio, poi nella semifinale contro il Senegal, serve ad Amr Zaki l'assist per il 2-1 che porta l'Egitto a contendersi il titolo di 'Regina d'Africa' nella finale che lo vede opposto ancora contro 'Gli Elefanti' di Drogba e dei fratelli Touré.

La partita, che si gioca al Cairo il 10 febbraio 2006, resta inchiodata sullo 0-0 dopo i tempi supplementari. Si va ai rigori e ad Aboutrika tocca quello decisivo per i suoi. Il numero 22 prende la rincorsa, e con una freddezza glaciale spiazza il portiere Jean-Jacques Tizié. La folla di tifosi, accorsa allo Stadio Nazionale, va in visibilio: l'Egitto è per la quinta volta campione d'Africa.

'I Faraoni' e Aboutrika si ripetono due anni dopo, quando il fantasista di Giza inizia il torneo segnando una doppietta al Sudan nella fase a gironi. Dopo aver segnato il primo dei due goal, Aboutrika si alza la maglia e ne mostra sotto una bianca con una scritta inequivocabile, in inglese e in arabo, che farà molto discutere: "Sympathize with Gaza", ovvero "Solidale con Gaza", in segno di protesta verso il blocco di 10 giorni imposto da Hamas lungo la Striscia di Gaza. Il messaggio vuole essere più umanitario che politico, fatto sta che l'arbitro lo ammonisce senza esitazioni.

Intervistato su quell'episodio, più avanti dichiarerà:

"Sarò sepolto con la maglietta di Gaza".
Mohamed Aboutrika 2008getty

Poi va a segno nel poker rifilato in semifinale alla Costa d'Avorio (4-1) ed è il 'man of the match' della finalissima contro il Camerun, gara che risolve con un suo goal al 77' realizzato su assist di Mohamed Zidan. Nel 2009 si completa il suo processo di mitizzazione a icona del calcio africano e arabo con le qualificazioni a Sudafrica 2010 e, successivamente, la partecipazione con 'I Faraoni' alla Confederations Cup in Sudafrica.

Nelle qualificazioni Mondiali, l'Egitto sfida due volte l'Algeria nel girone finale in un confronto che decide il raggruppamento. Il 7 giugno 2009, allo stadio Mustapha Tchaker di Blida, in Algeria, si gioca la gara di andata. Le volpi del deserto, in un clima rovente e ostile verso gli egiziani, si impongono 3-1. Aboutrika riesce a segnare il goal della bandiera ed è l'unico dei suoi ad essere applaudito dal pubblico di casa, e ricambia salutando.

A giugno 'I Faraoni' disputano la Confederations Cup, e vengono inseriti nel girone con Italia, Brasile e Stati Uniti. Il 15, contro la Seleçao, Aboutrika dà spettacolo e per poco all'Egitto, sconfitto 4-3, non riesce l'impresa. Il fantasista di Giza impressiona, mette in difficoltà la difesa verdeoro e sforna i due assist per la doppietta di Zidan.

Il 18 giugno 'I Faraoni' si ripetono con un'altra grande prestazione contro l'Italia campione del Mondo in carica di Marcello Lippi. I nordafricani si impongono 1-0, con un goal di testa di Homos frutto di un cross del solito Aboutrika. Grazie alle sue prestazioni è inserito dalla FIFA nella Top 11 del Torneo.

Il 14 novembre 2009, al Cairo, si gioca il match di ritorno delle qualificazioni Mondiali con l'Algeria. In un clima tesissimo, segnato dall'assalto al pullman algerino con ferimento di alcuni giocatori, l'Egitto vince 2-0, mentre al di fuori dello stadio si scatenano gli scontri fra opposte tifoserie. 'I Faraoni' e 'Le volpi del deserto' si ritrovano in classifica a pari punti, con la stessa differenza reti generale e negli scontri diretti (3-1 e 0-2), cosicché per decidere la qualificata ai Mondiali 2010 serve la disputa della 'bella'.

Lo spareggio si gioca a Khartoum, in Sudan, appena 4 giorni dopo. Davanti a 50 mila tifosi, controllati con un grosso spiegamento di forze di polizia per paura di incidenti, l'Algeria vince 1-0 con goal di Antar Yahia e va ai Mondiali, dando ad Aboutrika e compagni un grosso dispiacere.

Intervistato dal quotidiano 'Al Heddat', l’autore del goal decisivo che aveva portato l’Algeria al mondiale, dichiarerà:

"Mi sono rifiutato di stringere la mano ai giocatori egiziani, eccezion fatta per Aboutrika. A lui l’ho stretta, e gli ho detto: ‘Te lo meriti, perché sei un uomo’. Lui mi ha risposto che mi stavo comportando in modo troppo duro, ma io l’ho interrotto, dicendogli che è l’unico giocatore egiziano che rispetto".

Aboutrika, confermando la sua sensibilità, era stato l'unico calciatore della squadra egiziana ad entrare prima della gara di spareggio nello spogliatoio avversario e a chiedere se stessero tutti bene.

Nel 2012 il fantasista prende parte da fuoriquota e capitano alle Olimpiadi di Londra. Anche qui riesce a mettersi in evidenza: realizza il primo goal dell'Egitto nella partita di esordio persa 3-2 con il Brasile, poi offre a Salah l'assist per il goal nell'1-1 contro la Nuova Zelanda e impone la sua legge nella terza partita con la Bielorossia, vinta 3-1, nella quale offre ancora a Salah l'assist per il primo goal e firma il terzo goal dei suoi. 'I Faraoni' accedono ai quarti di finale, dove però vengono eliminati dal Giappone, vittorioso con un netto 3-0.

Aboutrika continua il suo percorso in Nazionale fino alle qualificazioni Mondiali 2014, che lo vedono ancora una volta protagonista. Realizza infatti 5 goal, fornendo 9 assist, in appena 6 gare, ed è il capocannoniere delle qualificazioni africane assieme al compagno di squadra Salah e al ghanese Asamoah Gyan.

'I Faraoni' accedono agli spareggi contro il Ghana, e nella sfida di andata Aboutrika il 19 novembre colleziona la 100ª e ultima presenza in Nazionale, realizzando anche il punto dei suoi nella sconfitta per 2-1 fuoricasa. Nel match di ritorno, però, cui il fantasista di Giza non partecipa, le Black Stars travolgono l'Egitto 6-1 in trasferta e addio sogni di gloria.

La mancata partecipazione ad una fase finale di un Mondiale resterà per 'Il Principe dei cuori' una delle delusioni maggiori della sua carriera. Tanto che il 20 dicembre, ad ormai 34 anni, colui che era considerato un idolo dai tifosi egiziani e arabi in generale, annuncia il suo ritiro dalle scene.

Con 38 reti in 100 presenze è ancora oggi il 4° miglior marcatore di sempre della storia dell'Egitto. Le 14 reti complessive nelle qualificazioni Mondiali (3 in quelle del 2006, 5 del 2010, 6 del 2014) costituiscono inoltre il miglior bottino complessivo di un giocatore egiziano nella competizione.

Nel 2018 il 56% dei tifosi egiziani lo ha indicato come il giocatore più forte della loro storia, con un 20% di preferenze in più rispetto a Mohamed Salah. Qualcuno lo avrebbe addirittura voluto in campo ai Mondiali 2018, con la campagna "Aboutrika ai Mondiali". Ma il diretto interessato ha declinato cordialmente:

"Vi ringrazio ma non vorrei mai usufruire indebitamente degli sforzi degli altri. Questi ragazzi meritano di andare al Mondiale da soli

Oltre alle sue giocate di classe, restano i numeri importanti di una carriera leggendaria con 24 titoli in bacheca.Aboutrika è il massimo marcatore all-time della Champions League africana con 31 goal complessivi e il giocatore che ha segnato più goal nelle finali della stessa competizione, 5. Con 13 reti realizzate contro lo Zamalek, inoltre, è il calciatore più prolifico nel Derby del Cairo.

L'IMPEGNO UMANITARIO

Il mito di Aboutrika è però tale perché Mohamed è stato ben più di un semplice giocatore. Bob Bradley, ex Ct dell'Egitto dal 2011 al 2013, di lui aveva rivelato:

"Ovunque andassimo la gente diceva: 'Devi schierare Aboutrika'. È incredibilmente popolare e la gente lo adora. È rispettato non solo come giocatore ma come uomo. Ha fatto tutte le cose giuste per mantenersi ad alto livello. È senza dubbio un leader per noi e porta esperienza e intelligenza in un modo che può fare una grande differenza".

Laureatosi in Filosofia all'Università del Cairo, ha sempre avuto fra le sue priorità l'impegno umanitario, fedele allo 'zakat', l'elemosina legale verso i bisognosi, uno dei 5 pilastri dell'Islam, che prevede che chi può doni una parte della sua ricchezza ai poveri.

Aboutrika, musulmano praticante, fa proprio questo principio fin da giovane. Quando il Tersana gli fa il primo contratto da professionista a cifre decisamente più alte di un suo compagno, chiede e ottiene dalla società che il budget venga suddiviso egualmente fra lui e l'altro tesserato.

Quando la sua carriera calcistica è al massimo della popolarità diventa uno degli ambasciatori dell'UNDP, il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, assieme a Ronaldo il Fenomeno e al suo idolo Zidane. Nel 2005, assieme ad altre stelle internazionali (40 giocatori in tutto) partecipa anche in Germania alla 'Partita contro la povertà', organizzata dalla FIFA per raccogliere fondi per i più bisognosi, nella quale va anche a segno.

"In questa gara gli sportivi hanno detto 'no alla povertà' con una voce forte, alzandosi in piedi per batterla una volta per tutte", ha affermato il giocatore egiziano.
Mohamed Aboutrikagetty

Volontariamente il fantasista di Giza ha scelto anche di apparire in uno spot di 30 secondi del World Food Programme dell'ONU. Aboutrika richiama l'attenzione sul fatto che ogni giorno al Mondo 25 mila persone muoiono di fame, fra cui 18 mila bambini.

"La fame porta via un bambino ogni cinque secondi - dice il popolare calciatore nello spot umanitario -. Dobbiamo muoverci immediatamente e darci una mano a vicenda perché ogni secondo conta. Questa è una partita che dobbiamo vincere".

E parlando dei poveri, afferma:

"Dobbiamo aiutare il più possibile i poveri in modo che non si sentano alienati nella loro stessa società".

Nel 2013, infine, con l'Egitto impegnato nei playoff di qualificazione per Brasile 2014, ha finanziato la costruzione di una moschea a Tafo, in Ghana, nella regione dell'Ashanti. Il suo impegno umanitario ha contribuito non poco ad alimentare il mito di Aboutrika, 'Il Principe dei cuori', in Africa e nel Mondo arabo.

IL SOSTEGNO ALL'ISLAMISMO E L'ESILIO IN QATAR

Dopo la maglia di solidarietà per Gaza, gli eventi storici extracalcistici coinvolgono sempre di più Aboutrika. Le imponenti proteste di piazza, cominciate a gennaio 2011, porteranno alla caduta del regime di Mubarak l'11 febbraio e il potere, in attesa di nuove elezioni, passa al Consiglio supremo delle forze armate.

Intanto però il 1° febbraio 2011 accade un fatto che lascerà un segno indelebile nella vita di Aboutrika, la strage di Port Said. Allo Stadio per la Premier League egiziana si affrontano i padroni di casa dell'Al Masry e i rivali dell'Al Ahly.

Il fischio d'inizio slitta di mezzora per la presenza in campo di tifosi della squadra di casa, e dopo ogni rete dell'Al Masry si verificano delle invasioni di campo. Alla fine della partita, vinta 3-1 dall'Al Masry, c'è una grande invasione e i tifosi di Port Said assaltano con mazze, pietre, bottiglie, coltelli, spade e petardi i tifosi ospiti dell'Al Ahly.

Alla fine, il bilancio degli scontri sarà drammatico: 74 morti, fra cui 72 tifosi dell’Al Ahly, uno dell’Al Masry e un poliziotto, e diverse centinaia di feriti.

Ufficialmente la strage è stata generata da "scontri tra tifoserie rivali", ma c’è qualcosa più di un sospetto che sia stata una vera e propria resa dei conti a sfondo politico. Gli ultrà dell’Al Ahly, infatti, sono considerati tra le menti delle rivoluzioni di piazza che portò alla cacciata di Mubarak, mentre i supporter dell’Al Masry erano rimasti fedeli al regime del rais.

L'assalto agli ultras ahlawy sarebbe stato dunque, secondo le vittime, una vera e propria spedizione punitiva, ordinata dai vecchi apparati del potere con la complicità delle forze armate. Fra i tifosi della squadra di El Cairo, alcuni feriti cercano riparo negli spogliatoi. L'allenatore dell'Al Ahly, il portoghese Manuel José, ammette di aver visto la morte in faccia. Anche Aboutrika assiste alla scena sconvolto.

A un certo punto fra i feriti scorge un ragazzo quattordicenne, lo prende in braccio e prova a portarlo dal medico del club. Ma non c'è niente da fare, le ferite sono troppo gravi e il ragazzo muore fra le sue braccia.

"Capitano, sono molto contento, ho sempre voluto incontrarti", sono le sue ultime parole.

Aboutrika è naturalmente scosso, e a poche ore dalla tragedia dichiara:

"Questo non è calcio, è guerra. La gente ci muore davanti. Chiedo che il campionato venga sospeso".

La Premier League egiziana sarà effettivamente sospesa per un anno, e, anche quando si riprenderà a giocare, le gare si disputano a porte chiuse per timori di nuovi incidenti. Quando andrà a giocare negli Emirati Arabi nel 2013 Aboutrika lo farà con la maglia numero 74 sulle spalle, in memoria delle vittime di Port Said. Intanto incontra le famiglie dei morti e la sua figura diventa sempre più popolare fra la gente.

Le libere elezioni nel 2012 portano al governo Mohammad Morsi, espressione della Fratellanza musulmana in Egitto. Ma il suo governo dura poco: nel luglio 2013 con un colpo di Stato militare, motivato con alcune manifestazioni di piazza, il generale Abdel Fattah Al Sisi, prende il potere, fa arrestare Morsi e reprime nel sangue con il massacro di Raba’a al Adaweya l'opposizione politica, con l'obiettivo di far dissolvere i Fratelli musulmani.

Tutti coloro che sono considerati vicini in qualche modo ai Fratelli musulmani sono considerati "nemici dello Stato". Fra questi anche Aboutrika, che non aveva mai fatto mistero del suo sostegno alla fratellanza. Nel 2015, due anni dopo il ritiro del fantasista, il regime di Al Sisi dispone il sequestro dei suoi beni, poi, grazie ad un avvocato, riesce a riacquistarne la proprietà.

Mohamed Aboutrika

Mentre è già un'opinionista dell'emittente qatariota 'beIN Sports', nel 2017 il governo Al Sasi, che lo sospetta di finanziare segretamente i Fratelli musulmani, inserisce il suo nome fra quello di 1513 cittadini egiziani accusati di terrorismo, per i quali si dispone il divieto di lasciare il paese o in certi casi addirittura l’arresto.

Aboutrika saluta il suo Paese e con profondo dispiacere dei tanti tifosi che lo amano, e che invocano vanamente la grazia per il loro idolo, stabilisce così in Qatar la sua nuova casa, dove ancora oggi vive in esilio volontario e lavora per 'beIN Sports'. Il calciatore egiziano più amato non può al momento tornare in Egitto: se lo facesse rischierebbe infatti il carcere o il sequestro del passaporto.

"La sua popolarità e la sua influenza sono maggiori di quella del presidente - scriverà il giornalista Hatem Maher sulle colonne di 'Al Ahram' - Aboutrika non è solo la figura sportiva più popolare d’Egitto, ma il personaggio pubblico più popolare in assoluto".

Amato dalla sua gente, odiato e invidiato dal regime, molto poco conosciuto al di fuori del Mondo arabo.

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