Oggi è uno degli agenti più importanti del calcio internazionale, ma per arrivarci non è stato facile. Dal ristorante di famiglia fino ai vari ruoli ricoperti nell'HFC Haarlem, Mino Raiola ha dovuto fare molta strada per realizzare il suo sogno. Goal e SPOX sono andati nella città olandese a scavare nelle radici del super procuratore e scoprire come ha costruito la sua carriera. Oggi Raiola è uno degli agente più ricchi del pianeta, grazie a una scuderia piena di campioni, che va da Pogba fino a Erling Haaland.
Kreuzung Gasthuissingel/Houtplein è uno degli edifici tipici olandesi che affacciano sui canali, con mattoni rossi e grandi finestre. Lì, al 'Ristorante Napoli' di Haarlem, alla fine degli anni '80, è iniziato il percorso nel mondo del calcio di Carmine Raiola, detto Mino.
Venuto al mondo nella periferia di Napoli nel 1967, Raiola emigra ad Haarlem insieme alla famiglia a pochi mesi dalla sua nascita. Pochi mesi prima, nel 1966, suo zio Gerardo Cannavacciuolo aveva aperto nella città olandese il 'Ristorante Napoli', uno dei primi ristoranti italiani in Olanda.
Si racconta che la passione per la pizza e per la pasta spingeva i calciatori dell'Ajax a percorre 20 chilometri e spostarsi a ovest di Amsterdam per mangiare proprio nel ristorante della famiglia di Raiola.
Mino non si risparmia in pizzeria e aiuta la famiglia come può. "Ero il figlio più grande e il mio olandese era migliore rispetto a quello di mio padre. Per questo sono diventato colui che acquistava, lo consigliava... Il suo manager. Trattare e organizzare era la mia passione. Ho imparato tanto nel ristorante - ha raccontato lo stesso Raiola -. Ho fatto praticamente tutto, compreso lavare i piatti, ma mai una cosa: infornare la pizza".
Il 'Ristorante Napoli' diventa ben presto una sorta di sede non ufficiale dell'HFC Haarlem. Nel locale della famiglia Raiola si svolgevano le riunioni della società e talvolta fungeva da sponsor sulla maglia del club. In questo modo Mino entrò in contatto con i dirigenti della squadra, tra cui l'ex consigliere d'amministrazione Andre van Eerden.
"Mino era uno di quelli che ti accoglieva alla porta e ti accompagnava al tavolo" ricorda van Eerden.
Nel 1989, un Raiola poco più che ventenne voleva entrare nel consiglio dell'HFC Haarlem, esprimere le sue idee e fare quel che sapeva fare meglio: convincere sconosciuti a spendere soldi. Un'attività che lo appassionava molto di più rispetto agli studi di giurisprudenza.
Dopo un periodo di successi all'inizio degli anni '80, il club di Haarlem stava per fallire a causa dei problemi finanziari. A recitare una parte fondamentale per il club è stato Barry Hughes, che dopo aver guidato la squadra fino all'Eredivisie alla fine degli anni Sessanta, è tornato nuovamente all'HFC per ricoprire il ruolo di direttore commerciale, creando un Busines Club con Mino Raiola per le trattative con gli sponsor e la vendita delle sale VIP allo stadio, ma anche un accordo con la compagnia automobilistica locale per accompagnare gratuitamente i tifosi allo stadio.
PrivatPochi mesi più tardi, Raiola passa dall'ufficio marketing alla direzione sportiva del club con il ruolo di direttore sportivo.
"Mino era in grado di contagiare subito i calciatori con il suo entusiasmo. I giovani giocatori si fidavano incondizionatamente di lui. Lo amavano" aggiunge van Eerden.
Nel 1991 arriva la svolta. Raiola conclude l'operazione con il Twente per il trasferimento del difensore e futuro calciatore dell'Olanda, Arthur Numan, per 341 mila euro. In quel periodo il procuratore non era una figura molto comune.
"Durante quella trattativa, Mino rimase impressionato: si potevano guadagnare molti soldi come agente. Questo trasferimento è stato l'inizio della sua nuova carriera".
Dopo la cessione, Raiola è rimasto in contatto con il procuratore di Numan, Rob Jansen, e nel frattempo ha un'idea rivoluzionaria: creare un'asse diretto Napoli-Haarlem. Mino contatta il club partenopeo e propone di controllare il mercato olandese attraverso la sua figura.
Se a Napoli non arrivano calciatori mandati da Raiola, nel 1992 Jensen autorizza il trasferimento di Bryan Roy dall'Ajax al Foggia e si affida a Mino in qualità di interprete. Il 25enne parla inglese, tedesco, francese, spagnolo e portoghese, oltra e olandese e italiano e le lingue rappresentano il biglietto da visita per l'agenzia di Jansen.
"Durante le trattative all'aeroporto di Schiphol, Mino si è occupato di tutte le traduzioni - ha raccontato Roy -Durante i miei primi tre mesi a Foggia, è stato sempre con me e mi ha aiutato ad ambientarmi. In quel periodo siamo diventati davvero buoni amici".
Raiola lascia dopo tre anni l'HFC Haarlem e resta a Foggia.
"Durante le partite, Mino si è sempre seduto accanto a Zeman in panchina per tradurre le sue istruzioni tattiche per me. All'Ajax dovevo fare corse verticali come ala sinistra ed è stata la chiave tattica con cui abbiamo vinto la Coppa UEFA. Ma Zeman voleva davvero che corressi in diagonale. All'inizio correvo ancora come ero abituato all'Ajax e raramente prendevo la palla. Ad un certo punto durante una partita Mino ha urlato: "Per favore, per favore, per favore, corri in diagonale una volta! Una volta! Per me!". Poi ho fatto una corsa in diagonale, ho preso la palla e l'ho colpita subito. Mino è impazzito completamente a bordo campo: saltava e applaudiva".
Dopo Roy, a Raiola furono affidati anche gli incarichi Wim Jonk e Dennis Bergkamp, altri due calciatori arrivati in Italia dall'Olanda nel 1993.
Getty"La più grande motivazione di Mino non era quella di avere una grande carriera ma tanti soldi" racconta van Eerden.
Poi il primo grande colpo nel 1996, quando portò Pavel Nedved dallo Sparta Praga alla Lazio. L'inizio di una carriera fatta di colpi straordinari e cifre da paura.
