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Milan Liverpool Istanbul gfxGOAL

Milan-Liverpool, 18 anni dalla disfatta di Istanbul: la sconfitta più dolorosa per il Diavolo

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Dida, Cafu, Stam, Nesta, Maldini, Pirlo, Gattuso, Seedorf, Kakà, Shevchenko, Crespo. Una squadra che a leggerla a 18 anni di distanza fa venire ancora i brividi, e fa sorgere soprattutto una domanda: com'è possibile che una serie di giocatori così forti e così esperti, quel 25 maggio 2005 a Istanbul, si fece rimontare addirittura tre goal di vantaggio?

Una domanda che non ha ancora una risposta e probabilmente non l'avrà mai. Il Milan aveva conquistato quella finale di Champions League a suon di strapotere e goleade, superiorità manifesta fin dal girone, dove lasciò la seconda piazza al Barcellona. Poi in sequenza Manchester United, Inter, PSV ed in finale il faccia a faccia contro il Liverpool.

La squadra di Carlo Ancelotti si recò a Istanbul con i favori del pronostico e dopo appena un minuto di partita si ritrova anche in vantaggio con la rete inaspettata del simbolo e Capitano Paolo Maldini. Tutto fa pensare che la partita sia in discesa per il Diavolo da quel momento.

E la convinzione prende ancora più forma quando si scatena Hernan Crespo: prima al 38' e poi a fine primo tempo per timbrare la sua personale doppietta. Liverpool al tappeto e Milan avanti di tre goal con un solo tempo ancora da giocare. Cosa potrebbe andare storto per la squadra rossonera?

Dietmar Hamann, centrocampista di quel Liverpool, confesserà anni dopo l'emozione che ha provato nell'assistere al primo tempo dalla panchina:

"Il primo goal viene segnato dopo un minuto. Io però ho pensato: 'È meglio subirlo al primo minuto che all'89'. Adesso c'è ancora molto tempo'. Poco dopo la mezz'ora, segnano il 2-0. Il Milan va sul 3-0 con uno splendido passaggio di Kaká capitalizzato magistralmente da Crespo. Un goal bellissimo. In quel terzo goal hanno mostrato tutta la loro classe. È stato bello da vedere e ho pure pensato 'Wow, se veniamo battuti da loro, pazienza'."

Ma la partita si evolverà in maniera totalmente diversa. Il Milan si culla, sicura del risultato e della vittoria finale. Qualcosa invece si smuove all'interno dello spogliatoio del Liverpool, nella testa dei giocatori di Rafa Benitez.

"Eravamo sotto shock. Andiamo negli spogliatoi. Alcuni erano arrabbiati, altri tristi. Il vice di Rafael Benítez, Alex Miller, ci dice, 'Dimenticate il primo tempo. Innanzitutto dovete segnare un goal il prima possibile, poi il secondo quando iniziano a entrare nel panico e subito dopo il terzo perché siete inglesi, siete il Liverpool e giocate sempre fino alla fine'. Abbiamo fatto un cerchio e Steven Gerrard ci ha detto, 'Ascoltate ragazzi. Avete sentito? Loro credono ancora in noi. Dobbiamo dare loro qualcosa in cambio'. Non pensavamo di segnare tre goal ma volevamo fare vedere chi eravamo. Volevamo fare almeno un goal per i nostri tifosi'."

Queste sono le parole di Jerzy Dudek, eroe di quella serata per il Liverpool, che ancora all'intervallo però si sentiva solamente un perdente. I Reds, come detto, entrano in campo con uno spirito diverso ed incontrano un Milan molto meno rabbioso di quello visto nella prima frazione.

Xabi Alonso, Liverpool vs AC Milan, UEFA Champions League 2005Getty Images

Al Liverpool bastano sei minuti per rimontare totalmente il punteggio di svantaggio, sei minuti che sono passati alla storia dal 54' al 60', sei minuti che ancora oggi vengono più volte ricordati dagli interisti per prendere in giro i cugini milanisti. Gerrard, Šmicer e Xabi Alonso firmano i tre goal che riportano la partita in pareggio.

Il Milan non c'è più, gli occhi dei giocatori puntano nel vuoto, riescono a resistere e a portare la partita ai calci di rigore, che a quel punto pareva essere l'unico modo di vincere la sfida, visto che nel frattempo Dudek si mise a fare il fenomeno sui tentativi di Shevchenko.

Ai rigori però troppi errori da parte dei rossoneri, con Serginho, Pirlo e soprattutto Shevchenko, che nel tiro finale si fa ipnotizzare dai balletti passati alla storia di Dudek, eroe per una sera, quantomeno per la parte di tifoseria inglese. Un tracollo, quello del Milan, che è destinato a restare per sempre nella storia, anche perché quella partita non ha mai lasciato la testa dei giocatori rossoneri.

Qualche mese fa uno dei simboli di quel Milan, Andriy Shevchenko, ha raccontato ai microfoni del 'Corriere della Sera' di aver passato veri e propri incubi a causa di quella partita:

"Nei primi tre mesi dopo quella sconfitta così acida mi svegliavo gridando nella notte e cominciavo a pensarci. Mi capita di pensarci ancora oggi che sono passati anni. Tanti miei compagni non hanno più voluto rivedere quella partita. Io la so a memoria. Il Liverpool? Avevano una sola chance su 100, ci si sono aggrappati con tutte le forze che avevano. Bravi loro".

Ma per fortuna e bravura del Milan, solamente due anni dopo il Diavolo riuscì a prendersi la rivincita sul Liverpool, nella finale di Atene. A cavallo tra quelle due partite, un momento molto difficile per la squadra, come confessò Maldini a 'DAZN' nel 2019:

"La parola Liverpool mi fa pensare alla prima finale: eravamo avanti 3-0, ho segnato dopo 40 secondi e abbiamo dominato per 110 minuti su 120, ma non siamo riusciti a vincere. Questo mi fa anche pensare a quanto sia strano il calcio. Dopo la finale di Istanbul c'è stata una partita di campionato che nessuno voleva giocare e una vacanza in cui pochi hanno dormito bene. La forza del gruppo è stata raggiungere un'altra finale a soli due anni di distanza. Ad Atene avevamo tutto da perdere e uscire di nuovo sconfitti contro il Liverpool sarebbe stata veramente una cosa difficile da cancellare. Dopo un anno sono riuscito a rivedere la partita di Istanbul e mi sono reso conto di quanto avessimo giocato bene, di come avessimo dominato il Liverpool per il 90% della partita". 

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