Veniva definito talento, campioncino dal futuro assicurato, a volte fuoriclasse sopra la parola campione. Non era ancora certo il Re dei Re, per alcuni il miglior giocatore nella storia del calcio. Certo, ci era già entrato e dalla porta principale, per sempre nei secoli dei secoli grazie al Pallone d'Oro conquistato a fine autunno 2009. Il primo di sei, il primo senza storia, con i giurati che chiamati ad esprimere una propria personale classifica di nomi, davano la prima piazza solamente a lui Leo Messi, lasciando le briciole agli altri.
Del resto, in quel 2009 pensare ad un altro vincitore che non avesse il sangue argentino nelle vene e le iniziali LM sarebbe stata veramente dura. Quel Pallone d'Oro non avrà scampo, non ci saranno dubbi di sorta nelle settimane precedenti in virtù di un'annata in corso sempre sulla scia e di una precedente a far rima con cannibalismo. Avete presente Messi? Beh sì , tutti.
Ma avete presente Messi nel 2008/2009? Molti millenials non l'hanno vissuto di persona e rivederlo su youtube non rende minimanente, perchè davanti ad una discussione su ciò che si è presentato davanti ai loro occhi, avranno probabilmente dimenticato metà dei dettagli. Si può parlare ad esempio di come l'argentino abbia segnato di testa, in finale di Champions League. Lui sì, uno dei piccoletti più piccoletti del calcio che vola come il futuro rivale del decennio Cristiano Ronaldo, impattando e spedendo dal palo opposto.
Avete presente Messi in quell'annata? Cominciava a rendere realmente ridicolo il gioco del calcio, siglando 38 reti in 51 presenze, fornendo 18 assist ai compagni, saltando una manciata di gare di una stagione tra l'altro, in pochi se lo ricordano, cominciata ai preliminari di Champions. Non scese in campo contro il Wisla Cracovia, ma escludendo la gara contro lo Shakhtar nella fase a gironi, fu intoccabile e fuori dall'eterno cerchio dei 90 minuti solamente per necessità.
Sì, Messi vinse quel Pallone d'Oro il primo dicembre 2009 anche per i 23 goal nella Liga e i 6 in Coppa del Re, ma c'è da ricordare come i votanti del Pallone d'Oro abbiano come massimo punto di riferimento la Champions League. Puoi vincerlo senza dominare in campionato, ma non puoi vincerlo senza dominare in Europa. E' come una regola scritta, sottolineta nell'aria da quando il trofeo è stato allargato ai giornalisti di tutto il mondo.
GettyQuesti, senza giri di parole, vedono il goal in Champions e scrivono già il nome dell'eletto, senza possibilità di cambiare idea. Il nome, la rete, la fama contano molto più fuori dall'Europa e dal Sudamerica, vecchie patrie del calcio in qui anche un difensore o un centrocampista avrebbe potuto alzare il Pallone d'Oro, guardando più a fondo l'arte dei dettagli.
Tradotto, i cervelli di quel Barcellona tripletista (prima che tale nome diventasse sinonimo dei tre trofei con la conquista eterna interista) Xavi e Iniesta avrebbero potuto lottare seriamente per vincere un Pallone d'Oro nel 2009 e negli anni seguenti, ma le idee internazionali del Pallone d'Oro non l'hanno mai permesso. Forse più quelli seguenti, perchè in quell'edizione il solo avanzamento della proposta di andare oltre Messi sarebbe stato assurdo.
Perchè Messi è probabilmente il più grande Messi di sempre in quell'annata, plasma Guardiola e Pep plasma lui. Cammina sull'acqua, qualche cm sopra l'erbetta. I votanti non devono neanche guardare sulla tastiera del pc o sul foglio cartaceo le mani muoversi, sanno già che queste si stanno muovendo per dare il massimo del punteggio a lui, al nuovo messia del calcio, vero erede di Diego Armando Maradona.
Nessuno aveva mai schiacciato i rivali del Pallone d'Oro ad un tale livello, quasi imbarazzante: totalizza 473 voti, più del doppio di Cristiano Ronaldo, fermo a 233. Per il lusitano, vincitore l'anno precedente, c'è stato a metà anno il passaggio al Real Madrid come uomo più costosto della storia, ma ormai è tardi per cambiare la storia. Questo perchè principalmente la vittoria del trofeo si costruisce da gennaio a maggio, o fino a luglio in caso di Europeo/Mondiale/Copa America. Solo un miracolo sportivo, per ora mai avvenuto, può rivoltare il pensiero giornalistico cristallizzato prima della seconda parte di anno solare, precisamente da agosto a novembre.
L'edizione del Pallone d'oro 2009 è il manifesto del futuro, dominato dal Grande Fratello del pensiero quasi unico, del duopolio decennale tra Messi e Cristiano Ronaldo. Sì perchè il portoghese si piazza secondo nonostante abbia perso la finale di Champions League davanti a Xavi, Iniesta ed Eto'o, che andranno a comporre però la top cinque insieme al fenomenale compagno di squadra.
Gli assist verranno pesati, così come i goal, la fama, la bellezza, la ricchezza. Ogni cosa da lì in avanti porterà il Pallone d'Oro ad oscillare da una parte e dall'altra, escludendo chiunque non sia nato Messi o Cristiano Ronaldo (fino ad un scialbo tentativo di rivoluzione con Modric, poi spazzato via immediatamente). Allora, però, Messi non poteva non conquistare la gloria, anche giustamente ed oggettivamente a spese di Xavi e Iniesta. Quello che non si potrà dire più avanti.
Alla consegna del riconoscimento, Messi è emozionato, ma sicuro di sè e consapevole di aver vinto il titolo meritatamente:
"Per me è un onore ricevere questo premio, anche perché prima d'ora nessun calciatore argentino ci era riuscito. Per me il Pallone d'Oro rappresenta il massimo, tutti i giocatori che lo hanno vinto in passato erano grandi campioni. Dedico questo premio alla mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto".
E sì, perchè Messi è il primo argentino in senso stretto a vincere il Pallone d'Oro. Questo nonostante Sivori e Di Stefano ci siano riusciti, sposando però rispettivamente Italia e Spagna per la vecchia regola di difficile comprensione (altri tempi) di un trofeo adatto solo ai nativi europei, o eventualmente oriundi. Forse lì, qualcuno ha subito pensato, dati e occhi sgranati alla mano, di poter assistere negli anni seguenti ad un giocatore in grado di vincere più titoli di tutti.
Non lui, non Messi, che dirà, trattenete il sorriso, così:
"Anche se non sarà facile ripetere un'annata come questa, mi auguro di poter trionfare ancora in futuro".
Nient'altro da aggiungere.


