Max Kruse Werder BremenGetty Images

Max Kruse, la star della Bundesliga con la passione per il poker

Una costante della Bundesliga, eccezion fatta per l'anno trascorso al Fenerbahce, chiuso con una risoluzione unilaterale del contratto a causa di stipendi non pagati. Una star che non si è mai celebrato come tale, sia per indole, sia perché probabilmente non è mai riuscito a fare il grande salto che tutti si aspettavano da un talento del genere. Eppure Max Kruse, 32 anni, in Bundesliga nell’ultimo decennio è stato una presenza importante. Con cinque maglie diverse fino al 2019: St. Pauli, Friburgo, Borussia Mönchengladbach, Wolfsburg, Werder Brema. Poi, dallo scorso agosto, Union Berlino, dopo una parentesi turca poco memorabile.

Kruse non è abituato a far notizia soltanto per quello che fa in campo - che, comunque, è molto: 250 presenze in Bundesliga, oltre 70 goal e 70 assist - ma anche per il personaggio che è fuori dal campo. Ultimamente, da quando è arrivato all’Union, pubblica delle vere e proprie interviste ai compagni sul proprio profilo Instagram. Un buon modo per fare pubblicità alla squadra sui social, visto che il 32enne ha il triplo dei follower che ha il suo club (368mila contro 113mila). L'Union ha anche aspettato la sua presentazione per annunciare la nuova maglia, griffata Adidas. Una svolta a livello di marketing.

Avrebbero dovuto (e voluto) accoglierlo col tappeto rosso il giorno della sua presentazione a Köpenick, il quartiere degli Unioner. Lui si è presentato allo Stadion an der Alten Försterei da solo, in sella a una moto elettrica. Nè agenti, né entourage. Lui, la sua moto e qualche fotografo per immortalare il momento. In pieno stile Max Kruse. Appariscente, sì, ma a modo suo. Come in campo: tutta la squadra si muove in funzione di ciò che fa lui, è il punto di riferimento a cui dare il pallone. Ha iniziato la carriera sull’esterno prima di spostarsi più centralmente, quasi da falso nove, per aprire gli spazi ed essere al centro del gioco. L’importante: avere il pallone tra i piedi e compagni a sua disposizione da servire. Un giocatore come se ne trovano pochi. Particolare anche fuori dal campo.

Max Kruse Union Berlintwitter/@fcunion_en

La sua grande passione: il poker. Qualcuno - tra i quali c’è anche Frank Baumann, il direttore sportivo del Werder Brema, suo ex club - dice che la scelta di giocare nell’Union sia anche dovuta all’entertaining che offre la città di Berlino. Urs Fischer, allenatore dell’Union, ha dichiarato che, comunque, non lo vede come un problema: “Io mi rilasso andando a pesca, lui giocando a poker”. E a proposito di poker e ‘poker face’: in carriera non ha mai sbagliato un rigore. I portieri ci cascano. Gli avversari al tavolo verde, pure.

Il talento c’è, non solo nel calcio. Anche con le carte. Nel giugno 2014 ha partecipato alle World Series a Las Vegas, piazzandosi al terzo posto in mezzo a oltre 200 giocatori. Peccato che, se un anno prima non si fosse portato una ragazza in camera mentre era in ritiro con la Germania, sarebbe probabilmente stato in Brasile con la nazionale e oggi avrebbe una medaglia di campione del mondo a casa. In compenso, ha messo qualche dollaro in più sul conto. D'altro canto Kruse non è mai stato uno avvezzo a seguire le regole. Prima di Euro 2016 la ‘Bild’ lo pizzicò ubriaco in un club di Berlino: Löw decise di non convocarlo nemmeno quell'estate.

Nell'ottobre 2015 aveva fatto notizia per aver smarrito su un taxi - sempre a Berlino - una vincita di 75mila euro che si era appena messo in tasca dopo una serata al tavolo verde. Voleva festeggiare una tripletta all’Hoffenheim, effettivamente lo ha fatto. Solo che poi si è dimenticato il premio. In quella stagione giocava nel Wolfsburg, sarebbe arrivato ad un passo dall’eliminare il Real Madrid ai quarti di finale di Champions League. Una tripletta di Cristiano Ronaldo gli spezzò il sogno. Nel frattempo, faceva avanti e indietro da Berlino, distante un paio d'ore di treno, per rilassarsi a modo suo.

Nell’estate 2016, per mettersi alle spalle gli anni da ‘bad boy’, Max Kruse aveva deciso di tornare al Werder Brema, club in cui aveva già giocato a livello giovanile. Per tre anni è stato grande protagonista: sognava di raggiungere anche un posto in Europa, ma ha mancato l’obiettivo. Un po’ come in Nazionale: non è mai riuscito a partecipare a un grande torneo, anche per demeriti propri. Per tutti, comunque, è una star della Bundesliga. E dopo il ritiro, probabilmente, lo sarà anche nel poker.  Ammesso che - a parte quando perde le vincite - già non lo sia.

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