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Matusiak

Matusiak, l'antitesi di Lewandowski: la Serie A e poi il nulla

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L'antitesi è un'opposizione o un contrasto insanabile. E' una figura retorica di accostamento di due parole o frasi di significato opposto. E' la contrapposizione di due pensieri, di due concetti dove l'uno nega l'altro e viceversa.

Giorno/notte, vita/morte, acquistare/vendere,Matusiak/Lewandowski. L'ultimo esempio può risultare più difficile da comprendere a primo impatto, ma dopo che avrete letto questa storia sarà quello che rappresenterà nel modo migliore il significato della parola antitesi.

Perché tutti conosciamo Robert Lewandowski: giocatore polacco, attaccante, numero 9 più forte al mondo. In pochi invece si ricordano di Radoslaw Matusiak: giocatore polacco (ormai ex, in realtà), attaccante, numero 9 che ha fatto perdere le sue tracce in pochi anni.

Stagione 2005/2006: il 23enne Matusiak segna 11 reti in 30 presenze nel massimo campionato polacco con la maglia del Belchatow. Si inizia a parlare di lui come nuovo grande talento nazionale. E' il suo momento, non ancora quello di Lewandowski, che non è neppure maggiorenne ma già segna caterve di goal nelle serie minori.

La stagione successiva è finalmente quella del grande salto per Matusiak. Dopo altri 9 goal in 15 partite col Belchatow, a gennaio arriva la chiamata dalla Serie A. Il Palermo sta lottando per un piazzamento in Champions e cerca un attaccante che possa sostituire l'infortunato Amauri, fino a quel momento assoluto trascinatore.

Si narra che Guidolin, a quei tempi sulla panchina rosanero, abbia chiesto con tutte le sue forze Rolando BIanchi prima di doversi accontentare di Matusiak, che viene acquistato insieme a un giovane uruguaiano di nome Edinson Cavani, di cui si dice un gran bene.

La vera stella però è Matusiak, anche per come si descrive alla conferenza stampa di presentazione. "Sono una via di mezzo tra Ibrahimovic e Van Basten". Sì, lo dice davvero. Una dichiarazione che si rivela ben presto la sua condanna. Perché le aspettative sono alte, totalmente all'opposto del suo rendimento in campo. Un'antitesi, anche questa.

Matusiak-

Tra infortuni e la mancanza di stima, per usare un eufemismo, da parte di Guidolin, Matusiak gioca solo tre partite e scende in campo soltanto una volta da titolare, a maggio, contro un Ascoli già retrocesso. Matusiak segna il suo unico goal in Serie A, ma il Palermo perde clamorosamente 3-2, dicendo definitivamente addio al sogno Champions.

Per non dire come la pensa davvero, Guidolin usa la scusa del "problema di comunicazione" come pretesto per spingere la società a liquidare il polacco dopo appena 6 mesi in Sicilia. Matusiak si trasferisce all'Heerenveen, in Olanda, sotto il consiglio del ct della nazionale Leo Beenhakker, che lo invita a ritrovarsi in ottica Europeo.

La situazione però non migliora per Matusiak, che ancora una volta segna soltanto un goal in appena 10 presenze e torna in Polonia, perdendo il treno per l'Europeo del 2008, l'anno in cui gioca la sua ultima partita in nazionale e contemporaneamente Lewandowski disputa la sua prima, facendo il suo esordio con goal a 19 anni contro San Marino.

Il quadro sta per completarsi. Nel 2010, a soli 26 anni, Matusiak lascia al padre il compito di annunciare il suo ritiro: "Mio figlio diventerà un uomo d'affari". Prova a fare l'avvocato, poi cambia idea e torna in campo. I risultati, però, sono ancora una volta disastrosi: l'esperienza in Grecia è un fallimento e non gli resta altro da fare che tornare al Lodz, nel club che l'ha lanciato.

Il quadro si chiude il 14 aprile 2012, quando l'ormai 29enne Matusiak segna l'ultimo goal della sua carriera in un Widzew Lodz-Legia Varsavia. Si ritirerà al termine della stagione, la stessa stagione che vedrà Lewandowski consacrarsi come uno dei nuovi bomber del calcio europeo, con 22 goal segnati in Bundesliga col Borussia Dortmund.

Adesso sì, è tutto più chiaro. Dopo aver letto questa storia, se qualcuno vi chiederà di fargli un esempio di antitesi, avrete subito la risposta pronta: Matusiak/Lewandowski.

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