L’ultimo anno scolastico, per Fabio Miretti, è stato senza alcun dubbio il più complesso tra quelli vissuti negli ultimi dieci, a ragion veduta. Lo ricorda, in qualche modo, il sito della Juventus, che nella lunga lista dei bianconeri, e delle bianconere, che hanno conseguito la maturità ha inserito anche il suo nome che, tra i presenti, è forse quello più noto. Sempre per la complessità che ha caratterizzato l’ultimo anno di Miretti.
Ha studiato in ritiro con la Nazionale Under 19, ripassando con Gabriele Mulazzi e Riccardo Turicchia, suoi compagni alla Juve e in Azzurro, impegnati nella maturità: quella calcistica, comunque, per Fabio è arrivata nel corso degli scorsi mesi e non contro il Malmo, in Champions League. Quello è più un giorno da cerchiare per sempre nel grande calendario della vita: il giorno della maturità sul campo arriva quando Massimiliano Allegri gli consegna una maglia da titolare per la partita contro il Venezia. In Serie A. Il primo di maggio. A 18 anni.
C’è una cosa, comunque, che distingue Miretti da tanti altri ragazzi della sua età, ed è l’ambizione mista alla consapevolezza chiara e lucida del suo progetto: poteva giocare al Torino, che ha fatto di tutto, quand’era ragazzino, per portarlo in granata, ma lui voleva la Juventus. Li ha conquistati, quei colori: indossati con fierezza prima nell’Under 19, poi nell’Under 23. E adesso è a un punto di svolta.
Compiuti 19 anni Miretti si trova ad affrontare il primo grande bivio della sua giovane carriera: rimanere o andar via. Restare e giocarsi le sue chance nel club che ha sempre sognato, ma dalle retrovie, o provare un’altra esperienza, per crescere, temprarsi, ma tra i grandi.
GettyIn questo senso un grosso impatto avranno le scelte di Massimiliano Allegri, che a centrocampo ha ricevuto un rinforzo importante dal mercato, Paul Pogba, ma che a poche settimane dall’inizio della stagione si trova senza il francese e senza un altro interprete fondamentale del suo 4-3-3, Weston McKennie. Bel rebus da risolvere, soprattutto se si pensa al fatto che Arthur lascerà Torino e che anche numericamente Miretti serve. Eccome se serve.
Ma come serve? Serve da protagonista? Qual è il grado di rischio relativo all’impiego momentaneo di un giocatore che ha grandi, grandissime potenzialità, ma che potrebbe poi non vedere il campo con continuità per diversi mesi, almeno fino ai Mondiali in Qatar? Perché da lì in poi si azzera tutto: il giovane bianconero sarà totalmente a disposizione, senza troppi patemi.
Con Pogba, in realtà, ha sempre sognato di crescere calcisticamente, dopo averlo fatto da spettatore, nel periodo delle giovanili, come raccontato a ‘La Gazzetta dello Sport’.
“Era il modello di tutti noi ragazzi del settore giovanile che andavamo a vederlo allo stadio”, e adesso ci gioca insieme.
Conquistata anche la maglia della Nazionale Under 21 a Miretti, in fondo, mancano pochi altri step prima di poter dire di averle già vissute tutte: l’Italia di Roberto Mancini col passare del tempo gli riserverà un posto importante. O, almeno, questo sembra essere il suo destino, dettato dalle aspettative accumulate col passare dei mesi: a lui spetta solo il lavoro classico di chi vuole realizzare i propri sogni.
“Debuttando con la maglia della Juventus ne ho realizzato uno, ma mi piacerebbe vincere la Champions League con la maglia bianconera”.
Studia dai grandi, prendendo tutto ciò che può imparare tra passato e futuro: da Pavel Nedved, suo idolo in bianconero, con cui può confrontarsi quotidianamente (superato lo scoglio dell’emozione delle prime volte, magari) e da Kevin De Bruyne, suo modello “moderno”: ha le idee chiare, dopo aver acquisito la maturità.
Quella scolastica e quella calcistica, in pochi mesi: in un ultimo anno che ha consegnato Fabio Miretti al grande calcio, dopo tanta attesa e parecchie premesse, e perché no promesse. Prima del crocevia fondamentale di fronte al quale ci siamo trovati tutti: diventare grandi è un obbligo. Un passaggio forzato: conta come lo diventi e quanto ti metti in gioco. Geometrie da centrocampista a parte: testa e motore, proprio come fatto con la maglia della Juventus.


