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Matteo Paro, l'uomo del primo goal della Juve in Serie B

Un segno indelebile nella storia ultracentenaria della Juventus. Una pagina che resterà negli annali della società torinese e del calcio italiano. Così come il suo nome, inciso a fuoco per sempre.

Il 9 settembre 2006 è una data storica per Madama e per Matteo Paro. Quel ragazzino nato e cresciuto calcisticamente nel club bianconero dà il via alla nuova era della Vecchia Signora con il primo goal realizzato in Serie B dalla squadra torinese.

Un segno del destino per quel giovane trasferitosi a Torino ad appena 11 anni per vestire proprio i colori bianconeri e fare la trafila nel settore giovanile di Madama dopo un inizio nel Torretta dell'Asti, nella sua città.

La rete realizzata contro il Rimini, nell'1-1 finale maturato dopo il pareggio di Ricchiuti, sembrava il trampolino verso una grande carriera, che in realtà sarà frenata da numerosi infortuni.

In quella squadra, allenata da Deschamps, Paro è il faro del centrocampo, in un reparto in cui il tecnico francese può contare sull’esperienza di Cristiano Zanetti e Giuliano Giannichedda, oltre a Nedved e Camoranesi, e la freschezza di un Claudio Marchisio in ascesa, anche lui – proprio come il compagno di reparto – cresciuto nel vivaio bianconero.

"Si, mi ricordano per quel goal, ma tutta la stagione fu importante e strana. C’erano campioni del mondo a giocare in Serie B. Fu una promozione annunciata, diversa da quella conquistata a Crotone".

Ad inizio secondo tempo, Paro raccoglie una respinta di un avversario sul tiro di Nedved in seguito ad un calcio d'angolo e con il destro manda la palla alle spalle di un giovane Samir Handanovic, oggi capitano dell'Inter.

Quella culminata con la promozione e il ritorno in Serie A sarà la sua unica stagione in prima squadra alla Juventus.

Un traguardo sul quale c'è la firma anche di Paro, in campo ben 22 volte da titolare e con 2112 minuti giocati, 75 a gara di media.

La storia tra Matteo Paro e la Juventus inizia molto prima di quel 9 settembre 2006. Come dicevamo, il ragazzo nato ad Asti il 17 marzo 1983 arriva a Torino a 11 anni e fa tutta la trafila fino alla Primavera guidata da Gian Piero Gasperini.

La società bianconera lo manda in prestito al Volpiano, in Serie D, prima di riportarlo a casa. Dopo il rientro, Paro conquisterà insieme ai vari Mirante, Gastaldello, Konko, Chiumiento, Olivera e Zeytulaev il Torneo di Viareggio nel 2003. Il secondo trofeo nelle giovanili oltre allo scudetto Giovanissimi con la squadra di Domenico Maggiora.

L'esordio tra i professionisti avviene grazie a Marcello Lippi il 13 novembre 2002, a 19 anni. Si gioca la sfida tra Dinamo Kiev e Juve della fase a giorni di Champions League e il centrocampista prende il posto di una leggenda come Antonio Conte. Una prima indimenticabile per il giovane piemontese.

Paro dovrà attendere un po' prima di debuttare in Serie A, ed esattamente sei mesi: è il 17 maggio 2003 e in Reggina-Juve entra sul terreno di gioca e ufficialmente tra coloro che hanno conquistato quello Scudetto.

Nell'annata successiva, la Juventus decide di cederlo in prestito per fargli accumulare maggior minutaggio e fare esperienza. Andrà prima per sei mesi al Chievo, insieme a Sculli e Gastaldello nell'operazione che porta Legrottaglie in bianconero, e poi nella seconda parte di stagione al Crotone, in Serie C, dove ritrova Gasperini e incontra Juric.

I calabresi conquistano la promozione in Serie B, con Paro che colleziona 2 goal in 15 presenze: resterà in Calabria anche nella stagione successiva, quella della salvezza, dove diventa un titolare inamovibile e totalizza anche 3 reti in 39 gare disputate.

La Juve osserva da lontano la crescita del ragazzo cresciuto nel proprio settore giovanile e nell'estate successiva, quella del 2005, decide che è arrivato il momento per un ulteriore step di crescita: Paro va in prestito al Siena, in Serie A.

Il classe '83 si conferma su buoni livelli e si guadagna la chiamata della Juventus, che questa volta decide di riportarlo alla base e puntare su di lui. Sono i giorni in cui il club bianconeri e il calcio italiano vengono travolti dallo scandalo Calciopoli.

La Juve riparte dalla Serie B e decide di farlo puntando anche su Matteo Paro, che finalmente rientra alla base, su volere del tecnico Deschamps e del nuovo direttore sportivo Alessio Secco.

Il calciatore di Asti è uno degli otto calciatori sui diciannove provenienti dal vivaio che hanno preso parte alle due fasi del ritiro estivo, ad Acqui Terme e a Pinzolo, ad essere confermati nella rosa definitiva dell'allenatore francese.

Un'avventura che si apre con il goal al Rimini e che resterà l'unica in bianconero di Paro, che nell'estate successiva si trasferisce in comproprietà all'altra neopromossa, il Genoa, su richiesta di Gian Piero Gasperini, suo tecnico ai tempi della Primavera bianconera e del Crotone.

L'esperienza con il Grifone inizia bene, ma il 27 febbraio 2008, nel corso del match contro il Napoli, Matteo Paro rimedia la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro.

È l'inizio di un lungo calvario che lo porterà a stare lontano dai campi praticamente per due anni, in cui veste senza fortuna le maglie di Bari e Piacenza.

La rinascita arriva nel 2010 con la maglia del Vicenza, in Serie B, prima di vestire quelle di Spal e Mantova. Paro chiude la carriera a Crotone, tra il 2016 e il 2017, arrendendosi definitivamente ai problemi fisici che ne hanno condizionato l'intera carriera.

Appesi gli scarpini al chiodo, Matteo Paro inizia subito un nuovo percorso. Il classe 1983 intraprende la sua nuova avventura accanto ad un suo grande amico, Ivan Juric, conosciuto a Crotone nella stagione 2004/2005 e le cui strade si sono incrociate nuovamente da compagni di squadra al Genoa dal 2007 al 2009 e a Mantova nell'annata 2014/2015, ma questa volta Juric nei panni di allenatore e Paro di fedelissimo giocatore d'esperienza.

Nel 2017 Paro entra a far parte dello staff del croato al Genoa nel ruolo di match analyst, rimanendo suo collaboratore anche nel 2018. Il rapporto si consoliderà a Verona, dove nel biennio 2019/2021 diventa suo vice, ruolo mantenuto anche a Torino, sponda granata.

L'ultima tappa, per ora, di un percorso fatto di alti e bassi, che lo ha visto lasciare casa a soli 11 anni prima di girare l'Italia inseguendo un pallone. In mezzo una lunga storia d'amore con la Juventus, fatti di momenti bui e vette meravigliose, come quel 9 settembre 2006, quando ha segnato quel goal al Rimini con cui ha scritto la storia, un primato che mai nessuno potrà togliergli.

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