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Marko Lazetic: sulle orme di Vlahovic, studiando Ibra

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Costruire in casa il centravanti del futuro: è con questa virtuosa visione che il Milan sta cominciando a pianificare il dopo Ibra, strategia sfociata in estate nella scommessa Pellegri, abortita dopo pochi mesi, e che ha portato il club milanese ad investire 4 milioni di euro (più bonus) a gennaio su un classe 2004 come MarkoLazetic.

Un colpo passato quasi sotto traccia in una sessione di mercato che ha visto protagonista la Juventus, con il capolavoro Vlahovic, ma sul quale la dirigenza rossonera nutre grandissime speranze. In un momento storico in cui il Milan ha scelto la strada della sostenibilità, l’innesto di un talento come Lazetic rientra perfettamente nel quadro progettuale tracciato dalla proprietà e attuato da Maldini e Massara. 

Il profilo individuato è quello di un 9 giovanissimo e dai costi contenuti, dotato di fisico imponente, piedi educati e ampi margini di miglioramento. Tratti che prendono vita in questo centravanti nato a Belgrado e cresciuto nel florido settore giovanile della Stella Rossa, che sin dai primissimi passi ha lasciato intravedere doti fuori dal comune. L’esordio a 16 anni in prima squadra nel Novembre 2020 (subentrando a Richmond Boakye, ex attaccante, tra le altre, di Genoa, Sassuolo e Atalanta), prima del prestito semestrale al Graficar Belgrado in PrvaLiga (la seconda divisione serba): un’esperienza importante per Marko, che colleziona 14 presenze realizzando i suoi primi 4 goal tra i professionisti.

Da lì il ritorno alla Stella Rossa, una manciata di minuti nei preliminari di Champions, il debutto da titolare contro il Napredak ad agosto e il primo goal con la maglia dei crveno-beli (rossobianchi) contro il Kolubara nello scorso ottobre. Poche gare da titolare, molti spezzoni, sprazzi di talento purissimo, come il super goal messo a segno in Youth League contro gli irlandesi del St. Patricks Athletic dopo aver portato a spasso mezza difesa. Lampi che cominciano ad ingolosire club come Lipsia e Salisburgo, ma anche e soprattutto il Milan.

A guidare la sua crescita è una leggenda del calcio serbo come Dejan Stankovic, più di un allenatore per Lazetic. ‘Deki’ aveva incontrato per la prima volta il piccolo Marko quando quest’ultimo aveva appena 7-8 anni.

“Era il mio compleanno e i miei genitori per regalo mi hanno portato a Milano per assistere al derby tra Milan e Inter - il racconto di Marko a ‘Kurir’ - È stato un regalo bellissimo per me perché Stankovic era il mio modello quando piccolo e volevo incontrarlo. Visto che mio zio Nikola conosce bene Stankovic ho avuto la possibilità di fare delle foto con lui. Non potevo immaginare che un giorno sarebbe stato il mio allenatore alla Stella Rossa”.

Lo zio al quale fa riferimento è una vecchia conoscenza del calcio italiano, quel Nikola Lazetic, che nel primo decennio del nuovo millennio ha indossato le maglie di Chievo, Lazio, Siena, Genoa, Livorno e Torino, e che ha giocato insieme a Stankovic con i biancocelesti nella stagione 2002/2003 ma anche in Nazionale e nella Stella Rossa. Una famiglia che vive e respira calcio: l’altro zio, Zarko, fratello di Nikola, è infatti l’allenatore del FK TSC, club che milita nella Super Liga serba.

Al di là delle influenze familiari e dell’enorme ammirazione per Stankovic, nel cuore di Marko, sin da tempi non sospetti, trova posto anche un altro campionissimo, che per ruolo, movenze e caratteristiche ha da sempre rappresentato il suo modello di riferimento: Zlatan Ibrahimovic. Il dettaglio dell’armadietto di Lazetic nello spogliatoio della Stella Rossa, catturato grazie a una story su Instagram, racconta di una chiara devozione a San Zlatan: la figurina di Ibra campeggia infatti tra i santini incaricati di proteggere e ispirare il giovane Marko. 

Ibrahimovic sticker on Lazetic lockerhttps://www.instagram.com/lazzetic/

Un sogno ad occhi aperti per lui ritrovarsi a condividere lo spogliatoio con quello che è il suo idolo da sempre: come il fuoriclasse di Malmö, anche il serbo ama partecipare alla manovra, uscire dai radar per riapparire in area di rigore al momento opportuno, alternare dolcezza e potenza, carezze e ‘legnate’. Un diamante da sgrezzare, senza fretta vista la carta d’identità: la speranza in casa rossonera è che Lazetic possa ripercorrere per certi versi le orme di Vlahovic, arrivato in Italia nel 2019 alla stessa età di Marko e con un curriculum simile. 

La personalità d’altronde non gli manca: lo ha fatto vedere in campo, sfociando a tratti in quella sfrontatezza che contraddistingue spesso gli enfant terrible; ma lo ha dimostrato anche fuori dal rettangolo verde, come in occasione della scelta del numero di maglia per la sua nuova avventura al Milan, quel 22 che in rossonero vuol dire Kakà ma che rappresenta anche il suo giorno di nascita.

Pioli lo sta studiando da vicino in queste settimane e ha deciso insieme al suo staff di riportarlo alla pari con gli altri dal punto di vista della condizione con una programma atletico ad hoc, prima di gettarlo nella mischia. Dopo tre settimane in naftalina, Lazetic ha rimesso piede a San Siro in occasione del derby di Coppa Italia, pur restando in panchina per tutti i novanta minuti. Il debutto è ormai dietro l’angolo…

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