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Marin Pongracic Borussia DortmundGetty Images

Marin Pongracic: "professionista degli scandali" in Germania, al Lecce per una nuova reputazione

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Riscatto, rivincita, rinascita, rivalsa. Quando un giocatore che nelle ultime stagioni ha deluso le aspettative va in una nuova squadra, le parole che più spesso vengono utilizzate sono queste. A volte si arriva anche a parlare di ricerca della serenità, o della felicità. Ecco, per Marin Pongračić la formula da utilizzare è un’altra. Perché il classe 1997, nuovo acquisto del Lecce, cerca una cosa diversa: una nuova reputazione.

Quella che si è costruito in Germania negli ultimi anni è quella di “Skandal-profi”, come lo ha rinominato la ‘Bild’ in molteplici occasioni. La potremmo tradurre come “professionista degli scandali”, inteso come calciatore professionista che fa parlare di sé più per quanto (di poco di buono) fa fuori dal campo piuttosto che in campo.

Cresciuto in Baviera e con un passato anche nelle giovanili del Bayern, Pongračić ha lasciato il Monaco 1860 nel 2017 per giocare nel Salisburgo. A casa Red Bull c’erano grandi aspettative, per la verità un po’ disattese. Gli infortuni han giocato un ruolo, ma anche il diretto interessato ci ha messo un po’ del suo.

Pongracic Crvena Zvezda Red Bull Salzburg Champions league qualiication 2018Getty

Nell’agosto 2018 il Salisburgo ha perso il playoff di qualificazione alla Champions League contro la StellaRossa e secondo il capitano serbo Vujadin Savic è stato Pongračić il principale responsabile della vittoria della Crvena. Intorno all’ora di gioco il Salisburgo conduceva 2-0: il neo-centrale del Lecce calpestò proprio Pavkov mentre era a terra. Qualcuno l’ha letta come una mossa intenzionale: l’arbitro Cakir ha solo ammonito il croato. Da lì è partita la rimonta, fino al 2-2 che ha costretto gli austriaci all’eliminazione.

“Non so cosa volesse Pongračić, ma ci ha provocati sin dall’inizio, ha risvegliato in noi l’orgoglio serbo” ha dichiarato Savic a ‘SportKlub’.

Tra infortuni e discontinuità, il classe 1997 non è mai riuscito ad essere centrale nel progetto dell’allenatore Marco Rose, che però vedeva qualcosa in lui. Dopo la sua partenza nell’estate 2019, destinazione Mönchengladbach, Pongračić è finito ai margini della squadra e nel gennaio successivo è volato anche lui in Germania, al Wolfsburg, per quasi 10 milioni di euro. Lì, di fatto, sono cominciati i guai.

Con lo scoppio della pandemia, le cose si sono complicate. Durante il lockdown, il croato è diventato protagonista negativo sulle pagine dei giornali: la ‘Bild’ racconta che è stato beccato più volte in pubblico senza dispositivi di protezione, che erano obbligatori, e ha persino partecipato ad una festa privata, riprendendo il tutto e pubblicandolo su Snapchat.

Già il suo avvio non era stato brillante, visto che ad una cena di squadra con i compagni che doveva essere “di riflessione” dopo un momento difficile si era filmato mentre ballava con un bicchiere di vino in mano. Immagini che sono poi circolate e non hanno migliorato la sua reputazione, già sporcata da quanto successo alla seconda partita ufficiale: gomitata a Morales dl Fortuna Düsseldorf, calcioni ai cuscini a bordocampo, reprimenda pubblica dei compagni e tre giornate di squalifica.

Marin Pongracic VfL WolfsburgGetty Images

La doppietta segnata al Bayer Leverkusen è stato il punto più alto dei 18 mesi trascorsi a Wolfsburg, prima che nell’agosto 2021 arrivasse la chiamata di Marco Rose al Borussia Dortmund. Un prestito d’emergenza per tamponare la situazione in una difesa falcidiata dagli infortuni. Lui stesso ammise di essere rimasto sorpreso dal trasferimento.

Delle 23 presenze raccolte in giallonero da Pongračić, ben poche sono state memorabili: tante indecisioni, pochissima solidità, in un contesto già di per sé abbastanza complicato difensivamente. Del suo anno si ricorda soprattutto un imprevisto: un ‘like’ su Instagram ad un post in cui Lothar Matthäus criticava il Borussia Dortmund. Altra lavata di capo.

Al ritorno a Wolfsburg, il suo connazionale Niko Kovac lo ha messo fuori squadra: si allena da solo, non è nei piani tecnici, anche se “tutti hanno una chance” ha detto il tecnico. Non per ii tifosi che alla prima di campionato gli han dedicato uno striscione chiedendogli di andare via. Detto, fatto: l’occasione Lecce. Con la necessità di ricostruirsi una reputazione, spinto dalla passione del popolo salentino.

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