Il "day after" di Tottenham-Milan è un misto di soddisfazione e ambizione, in casa rossonera. Quanto fatto dalla formazione allenata da Stefano Pioli è importante non solo per il progetto portato avanti nel corso degli anni, ma anche per il movimento calcistico italiano.
"C'è contentezza, piacere, orgoglio: gran sorriso per il percorso che abbiamo fatto. Per come siamo arrivati a questo punto. Non possiamo pensare di essere stabilmente tra le prime otto, non possiamo assolutamente, ma adesso che ci siamo ce la giochiamo, perché le occasioni che ti passano vanno prese al volo".
Intervenuto ai microfoni ufficiali del Milan, il direttore dell'area tecnica rossonera, Paolo Maldini, ha analizzato il pari di Londra che ha spalancato le porte dei quarti di finale di Champions League.
"Non dobbiamo scordare il gennaio che abbiamo passato: il fatto di aver subito zero goal contro il Tottenham tra andata e ritorno e aver giocato partite attente, mature, credo che sia stata la cosa principale. Averlo fatto a San Siro è stata una grande cosa, ma averlo replicato a Londra ha fatto sì che il livello di maturità si alzasse. Da fuori si soffre di più, ma l’attenzione è diversa e devo dire con una maturità diversa. Ho risentito i brividi che ci dava il Milan di quei tempi lì: è stata un’impresa. Ce la siamo meritata".
Un'attenzione particolare viene rivolta all'intero progetto, partito da lontano e portato avanti anche da quei singoli che, spesso sono stati criticati.
"Lo Scudetto dell’anno scorso ha fatto sì che una cosa straordinaria diventasse un’abitudine: è giusto perché abbiamo una tradizione enorme alle nostre spalle, ma dobbiamo ricordarci da dove siamo partiti. Abbiamo giocato 5 mesi senza il nostro portiere, che è uno dei migliori al mondo: siamo qui grazie a quei giocatori che sono stati criticati. Parliamo di Krunic: un giocatore che è stato investito da polemiche nei primi 2 anni al Milan, ma abbiamo creduto in lui. Secondo noi è di un livello superiore: deve fare ancora quel salto. Tonali non ne parliamo neanche".
E adesso spazio al futuro: la qualificazione alla prossima Champions League e il percorso europeo, ancora in piedi.
"Possiamo centrare ancora tutti gli obiettivi, a parte la finale persa contro l’Inter in Supercoppa italiana e la Coppa Italia: gli obiettivi erano quelli di arrivare tra le prime quattro e superare il girone di Champions League. In campionato sarà dura, ma dobbiamo arrivare tra le prime quattro. Eviterei una squadra italiana, ma se dovessero passare in tre sarei contento per il calcio italiano: e a questo punto chi arriva arriva. Non possiamo pensare di essere al livello di Bayern Monaco, Manchester City e Real Madrid, ma se dovesse capitare ce la giocheremo".