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Paolo Maldini MilanGetty

Maldini e il suo Milan: "Il primo acquisto è stato Krunic, a Theo Hernandez ho parlato come un padre"

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Paolo Maldini è stato uno degli uomini chiave della rinascita del Milan. Lo è stato da calciatore e continua ad esserlo nelle vesti di dirigente, sin da quando ha preso in mano il timone come direttore dell'area tecnica rossonera.

"Quando ho iniziato non avevo ancora una visione completa di come deve essere un dirigente - ha spiegato Maldini nel corso del Festival dello Sport 2022 - così ho iniziato a fare esperienza e in questi tre anni il progetto ha dato grandi soddisfazioni al club e ai tifosi".

I momenti chiave che hanno portato allo Scudetto sono stati tanti, anche quelli complicati.

"Il giorno in cui ho firmato non mi sentivo pronto né adeguato. Leonardo mi ha insegnato molto, sia di calcio che di vita. Venivamo da anni difficili in cui non ti qualificavi in Champions, devi raccontare quindi ai calciatori un progetto credibili e vincente, ma ridimensionato nei costi. Mi sento un po' garante del progetto rossonero, e lo sento".

Dopo l'addio di Leonardo, è stato Maldini a prendere le redini.

"Ho chiamato Zvone Boban in primis, un mio grande amico e grande conoscitore di calcio, poi ci serviva anche un direttore sportivo. Ho ricevuto tantissime telefonate che parlavano bene di Ricky Massara. Ho fatto un colloquio, mi è piaciuto tanto e siamo partiti. Ha la mia età, ma un percorso diverso dal mio e una visione diversa, è stato fondamentale. È un grandissimo conoscitore di calcio e siamo praticamente una coppa di fatto, viviamo in simbiosi gran parte della settimana. A me piaceva Kjaer come giocatore, ma non lo conoscevo nei dettagli: lui ha insistito molto. È un giocatore sul quale Ricky ha spinto tanto".

Il primo vero acquisto di Maldini è stato invece Rade Krunic, prima del famoso caffè con Theo Hernandez...

"Con Rade eravamo già d'accordo l'anno precedente, è stata la prima cosa che ho fatto da solo. Con Theo ho usato le stesse parole che userei con mio figlio. Un pochino con i miei calciatori sento questo rapporto padre-figlio, so benissimo quali sono le difficoltà a cui si va incontro a quell'età".

Motivatore, sognatore: Maldini ci ha messo tanto del suo per lo Scudetto.

"Credo che alla base dei successi di tante squadre e sportivi in generale, ci sia la volontà di sognare il risultato massimo. E' una cosa che ho imparato col tempo e che trasmette fiducia. So cosa vale la mia squadra. A Natale non avevamo budget per il mercato: la Juventus aveva preso Vlahovic, l'Inter Gosens, allora un piccolo budget è venuto fuori. Però io ho detto: 'Non lo voglio, siamo forti così'. E poi da lì... ".

Maldini sul mercato è uno che non ha mai lasciato nulla al caso. Come per De Ketelaere...

"Avevamo provato a prendere prima Botman. Se ci fossimo riusciti avremmo dovuto virare su un altro giocatore al posto di De Ketelaere, perché il nostro budget si sarebbe esaurito. A questo punto del nostro progetto non dobbiamo prendere giocatori medi, ma di grandi prospettive. Charles è uno di questi. Ci vuole tempo, bisogna aspettarlo. Faccio l'esempio di Platini che alla Juventus per i primi sei mesi non ha fatto bene, poi è tornato a vincere tutto. Un 2001 non è pronto per farsi carico di tante responsabilità in un club come il Milan, questo equilibrio dobbiamo darlo noi".

E a proposito di aspettare, c'è da aspettare anche un certo Ibra.

"Anche lui sa che il recupero è difficile, ma quando io e Ricky siamo andati da lui per la proposta di rinnovo gli abbiamo detto che deve considerarsi al 100% un calciatore, con l'obiettivo di rientrare da protagonista per la seconda parte di stagione. È partito con questa idea. L'anno scorso quando le poche volte non ha avuto problemi è stato determinante. Deve considerarsi un calciatore al 100%. Per il futuro non si deve preoccupare".

Questione stadio. Maldini è legato alle tradizioni ma guarda al futuro.

"La convivenza non è mai stata un problema. San Siro è uno stadio ricco di bei ricordi per tutti i tifosi milanisti. Ma vogliamo vivere di ricordi o creare qualcosa di nuovo per andare a crearne di altri? Il Milan non finisce con San Siro, va avanti. Dobbiamo creare qualcosa che ci renda competitivi e questa cosa è lo stadio".

Infine due aneddoti su Galliani e Berlusconi.

"Quando Serra ha annullato il goal in Milan-Spezia, è andato ad arbitrare il Monza in B. Galliani entra nel suo spogliatoio e dice: 'Ma come si permette?'. E l'arbitro dice: 'Ma oggi non ho fatto nulla'. E lui: 'Come si permette ad annullare il goal al Milan?'. E' milanista proprio. Berlusconi invece mi ha chiamato ultimamente per consigliarmi l'acquisto di un giocatore, ma non posso dirvi chi. Chiama spesso Pioli per dirgli giocare meno col portiere. Poi quando segniamo con un lancio di Maignan impazzisce".
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