La notizia era in qualche modo nell’aria, visto che il club si è già tutelato assicurandosi Mike Maignan, ma adesso è arrivata anche la conferma da una voce più che autorevole: l’avventura di Gianluigi Donnarumma al Milan è giunta al capolinea.
Come è noto, negli ultimi mesi, le parti non sono riuscite a trovare un accordo sul prolungamento di un contratto che scadrà il prossimo 30 giugno e la cosa ha portato il club meneghino a doversi concentrare su opzioni alternative.
Ad annunciare l'ormai imminente addio di Gianluigi Donnarumma al club rossonero è stato Paolo Maldini, nel corso di un’intervista a ‘AC Milan Talk’ sul canale Twitch ufficiale del Milan.
“Si devono ringraziare tutti i giocatori di questa stagione. Donnarumma è un stato un protagonista, un leader e spesso capitano. La gente fatica a capire cosa voglia dire fare il professionista, bisogna essere pronti anche a cambiare casacca. So che è difficile da accettare, ma è sempre più complicato iniziare una carriera in un posto e chiuderla lì. Bisogna avere rispetto per chi ha dato tanto per il Milan e Gigio lo ha fatto, senza mancare mai di rispetto al club e questa è una cosa da dire. Le nostre strade si dividono qui ed io non posso che augurare il meglio ad un ragazzo sensibile come lui”.
Il direttore tecnico rossonero ha parlato anche del secondo posto ottenuto dai meneghini in campionato.
“E’ stato bellissimo. E’ stata una stagione che è durata quasi due anni consecutivi, visto che non ci sono state vacanze e il Covid ha ribaltato le nostre vite. Avevamo un sogno e siamo arrivato a questo secondo posto perchè c’era grande unità di intenti”.
Il Milan classificandosi secondo in campionato si è ovviamente guadagnato una qualificazione alla prossima Champions League. Maldini ha svelato quanto è diverso raggiungere un traguardo così importate da giocatore o da dirigente.
“Sono diversi i tempi e anche gli obiettivi e le società. Ho avuto la fortuna di avere fin dal mio terzo anno da giocatore un presidente come Berlusconi che ha fatto cose straordinarie. Sarà difficile non solo per il Milan, ma per tutti ripetere quei risultati. Allora festeggiavamo sempre le Champions, adesso dobbiamo prendere questo traguardo come un punto d’inizio. Il giocatore poi scarica la tensione in campo, mentre un dirigente tiene tutto dentro e quindi è più difficile”.
Maldini ha spiegato quale è stato il vero momento chiave dell’annata del Milan.
“Il momento chiave è stata la conferma di Pioli, ma anche la mia. Si è deciso di andare avanti con un gruppo che stava facendo molto bene. Abbiamo avuto solo tre settimane di vacanze nelle quali abbiamo cercato di migliorare la squadra. Il momento più delicato è stato nel periodo della qualificazione con il Rio Ave, perchè avevamo in tanti fuori per il Covid. In quel momento è venuta fuori l’unità di squadra. E’ stato un segnale”.
La Champions rappresenta il massimo a livello calcistico.
“Andare in Champions ha dei risvolti economici molto importanti per il club, ma noi siamo molto legati all’aspetto sportivo. La Champions è una sfida a livello più alto rispetto al campionato, riserva tante sorprese sia positive che negative. E’ un elevare il livello non solo a livello economico per il club, ma anche a livello di giocatori. Nel Milan oltre a Ibra solo Calhanoglu ha giocato la Champions League”.
Maldini è stato una bandiera del Milan, oggi è invece più difficile iniziare e chiudere una carriera nello stesso club.
“Era difficile già allora, ma adesso lo è ancora di più. E’ complicato trovare un ambiente che possa esaudire le richieste ambiziose di un giocatore. Il mercato anche estero e dei ragazzi è ormai così ampio non solo in Italia, che rende tutto molto complicato”.
Il direttore tecnico del Milan ha spiegato come il club rossonero si muove alla ricerca di talenti.
“Abbiamo un reparto scout molto capace. Scouting e statistiche si abbinano alle necessità del club e ai gusti di chi è a capo dell’area sportiva. Ci si scambia molto le idee, anche in base al gioco della squadra e a ciò che vuole l’allenatore. C’è molto lavoro dietro ad una scelta, ma è impossibile essere infallibili”.


