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Magnino a GOAL: "Col Modena proviamo a sognare, vi racconto il mio Udinese-Inter"

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Tra il 1967 e il 1968, alla Juventus giocava un centrocampista svedese: Roger Magnusson, un'ala. Una sola stagione in bianconero: biondo, ricordato soprattutto per l'esperienza al Marsiglia. Ecco: c'è un nesso, simbolico, tra lui e Luca Magnino. Sia nel colore della bandiera della Svezia, gialloblù come quella del Modena, sia nel cognome che, dello stesso Luca, è diventato il soprannome. "Magnusson", come Roger.

"Tutto è partito dal nostro addetto stampa che ha detto che gli ricordo un giocatore d’altri tempi svedese: da lì più di metà dello spogliatoio ha iniziato a chiamarmi così".

Per il resto, la stagione in Serie B di Luca Magnino procede bene: a fine aprile i goal messi a segno cono tre con la maglia del Modena che, a poche giornate dalla fine, può ancora ambire a un posto per i Playoff, come ha spiegato il centrocampista a B Italian, il format sulla SerieBKT in onda sul canale Twitch di GOAL Italia.

"È un campionato talmente equilibrato che ci sono tante squadre che sono in lotta per più obiettivi: il nostro primario è quello della salvezza e cercheremo di raggiungerlo il prima possibile e una volta ottenuto non ci tireremo indietro, provando a sognare".

Magnino è arrivato a metà della stagione 2021/22: quella che ha consegnato ai Canarini la promozione in Serie B, ottenuta anche grazie allo storico goal di Riccardo Gagno. Sì, il portiere, praticamente dai suoi pali, in quella che poi è stata la vittoria decisiva contro l'Imolese.

"Quando è partito il rinvio mi son girato verso Gagno come a dirgli ‘Ma è lunghissimo, manca poco: batti bene!’. Lo stavo insultando, poi ho guardato la palla… ed è stata una cosa incredibile. Mancavano pochi minuti al 90’, abbiamo fatto uno scatto tutti verso la nostra porta e la curva: una delle emozioni più incredibili che abbia mai provato".

La carriera di Magnino, però, parte da lontano: è cresciuto nell'Udinese, di cui è stato anche il capitano, in Primavera. Con i friulani ha ottenuto una convocazione in Serie A, ma in quell'Udinese-Inter 1-2 non è sceso in campo.

"Quando sei giovane e hai l’opportunità di allenarti con giocatori come De Paul, Zapata e gli altri, che hanno una qualità incredibile, ti sembra quasi un sogno e non puoi che imparare. Pensandoci adesso con qualche anno in più e con una maturità diversa sono stato sicuramente troppo timido. Se potessi tornare indietro ruberei qualcosa in più e sarei più spavaldo nel confrontarmi con gli altri. È stata comunque un’esperienza importante: io ho fatto quella panchina lì che è stata la mia unica in Serie A e poi sono partito e sono andato a Caserta in Serie C, e da lì è iniziato il mio percorso nel professionismo. È stata una settimana pienissima, mi sono ritrovato da Udine in Serie A a Caserta in Serie C in una piazza completamente diversa, ma che per me è stata una scuola di vita. Sono stati momenti importantissimi".

Sorride, Luca, quando parla della sua esperienza in prima squadra all'Udinese di Luigi Delneri: ci porta direttamente in panchina, anzi, raccontandoci uno degli aneddoti di quella sfida contro l'Inter.

"Delneri ha un modo veloce di parlare: a Udine c’erano diversi stranieri e secondo me in tanti non capivano perché il mister parlava molto velocemente. Contro l’Inter a un certo punto si è girato e ha detto ‘vai a scaldarti tu’. E non abbiamo capito chi dovesse andare a scaldarsi".

Ma nello spogliatoio del Modena allenato da Attilio Tesser si respira un bel clima, e si nota: uno dei personaggi "simbolo" è Luca Tremolada, appassionato di One Piece e di altri anime/manga come Dragon Ball. E perché non sognare un altro goal importante in questa stagione? E come esultare, in caso? Siamo riusciti a strappare una promessa a Magnino: una fusione, in campo.

"Tremolada è un ragazzo che da questo punto di vista coinvolge tutto lo spogliatoio: è One Piece-dipendente. Anche poi sull’abbigliamento: l’altro giorno aveva la maglia di Vegeta. Se segno un goal importante in questa stagione? Non potete chiedermi di mettere la maglia di Vegeta. Son cose da Tremolada, queste: semmai possiamo fare l’esultanza della fusione. Questa cosa ci può stare".
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