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Maccarone e il Middlesbrough: quando l’Inghilterra si innamorò di 'Big Mac'

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La carriera di Massimo Maccarone, prima di quel trasferimento in Premier League, non gli aveva regalato sempre le copertine dei rotocalchi o dei quotidiani sportivi. Anzi, il suo lungo peregrinare tra prestiti più o meno riusciti lo avevano portato a Modena, a Prato e a Varese, con risultati non del tutto soddisfacenti.

Quando nel 2000 il Milan, che ne deteneva il cartellino dopo averlo acquistato ad appena tredici anni, decide di cederlo all’Empoli arriva la prima grande svolta per una storia che sa di Union Jack. L’annata in Toscana, nonostante sia la Serie B, dà grande soddisfazione al tandem formato da Maccarone e Di Natale, tanto da spingere gli azzurri a riscattare, alle buste – quando ancora esistevano le comproprietà – il cartellino dell’attaccante. Disputa un altro anno in Toscana, nonostante la delusione di non esser potuto rientrare al Milan alla corte di Fatih Terim, ma quello è il trampolino giusto per scrivere un capitolo di storia davvero unico.

È il luglio del 2002, con la stagione che oramai sta per iniziare, e gli Smoggies, anche noti come sostenitori del The Boro, decidono di mettere mano al portafoglio per l’acquisto più costoso della loro storia: gli vale 13 milioni di euro, ma quella cifra permette di portare al Middlesbrough Massimo Maccarone, che da Empoli passa a calcare l’erba del Riverside Stadium, tenendo il Castellani in un lontano ricordo. Il manager di quella squadra è Steve McClaren, alla sua prima esperienza da allenatore in panchina dopo esser stato l’assistente di Sir Alex Ferguson al Manchester United: la sua storia al Riverside durerà cinque anni, coronando quel periodo con momenti che hanno segnato la storia del Boro, prima di andare poi ad allenare l’Inghilterra al posto di Sven Goran Eriksson. Avventura durata poco, culminata con un esonero.

Intanto McClaren quando annunciò Maccarone lo presentò dicendo di aver portato in Premier League il giocatore che più di tutti assomigliava a Del Piero. Una dichiarazione importante, forse anche fuori luogo, ma a 23 anni ci si poteva aspettare di tutto dall’attaccante piemontese.

La partenza è a razzo, al ‘pronti via’ arriva la doppietta contro il Fulham alla seconda giornata di Premier League: McClaren lo schiera titolare in attacco accanto ad Alen Boksic e Maccarone lo ricambia con le reti che valgono il 2-0 momentaneo. La partita finirà 2-2, con i goal di Facundo Sava e Sean Davis per gli ospiti, ma intanto il pubblico già ha capito che attaccante è arrivato in Inghilterra. I suoi, tra l’altro, sono i primi goal in stagione in campionato per il Boto, che all’esordio aveva pareggiato con il Southampton 0-0. Maccarone va, poi, in goal contro il Sunderland e con il Tottenham all’ottava giornata: le reti in un mese sono appena tre, mentre le partite più del doppio, ma la sua contribuzione alla squadra è costante.

La prima annata si chiude con un totale di nove reti in trentaquattro partite, giocando quasi tutte le partite di Premier League, esclusivamente quelle: il Middlesbrough termina all’undicesimo posto, in un limbo che porta alcune soddisfazioni, tra cui la vittoria di febbraio sul Manchester United e quelle su Liverpool e Manchester City a novembre, ma nulla più.

Maccarone, dopo il primo anno, fa i tentativi di ambientamento: i tifosi intanto lo stanno già esaltando e lo hanno rinominato “Big Mac”, nome che si porterà anche negli anni a venire.

La stagione successiva, però, inizia in maniera negativa: un infortunio lo tiene fuori fino a metà ottobre, costringendolo a saltare le prime otto giornate di Premier League. Al suo rientro in campo la costanza non è la medesima della stagione precedente: McClaren si affida alla coppia formata da Nemeth e Christie, con Maccarone che spesso finisce per fare staffetta con il primo, a volte ad affiancarlo.

La prima rete stagionale arriva addirittura a gennaio, nella sfida in trasferta con l’Arsenal: il risultato è sul 3-0 per i Gunners quando McClaren decide di far entrare Maccarone al posto di Joseph-Desiré Job, schierato titolare accanto a Nemeth. Pochi minuti dopo Freddie Ljungberg fa il 4-0, al quale, poi, a cinque minuti dal fischio finale risponde Maccarone dal dischetto: si presenta dagli undici metri contro Lehmann e lo supera senza problemi, trovando la sua prima rete stagionale. Lo fa all’Highbury, dove non tantissimi italiani hanno segnato, dinanzi a quasi quarantamila spettatori. Si ripete contro il Leicester la settimana dopo, ma poi affronta un altro lungo periodo di digiuno dal goal, complice anche il non giocare mai un’intera partita.

Massimo Maccarone MiddlesbroughGetty

La prima volta, nella stagione 2003/2004, che Maccarone riesce a timbrare il cartellino per 90 minuti interi è a aprile, contro il Southampton: ne fa tre di fila, ma poi torna a essere la riserva o l’alternativa di qualcun altro. Chiude la stagione con 6 reti in 23 presenze, ma con il suo primo – e unico – trofeo in carriera: il Middlesbrough alza la EFL Cup battendo il Bolton in finale: Maccarone le gioca tutte tranne la prima, per infortunio, e proprio la finale, che osserva dalla panchina: al suo posto McClaren gli preferisce Job come unica punta. Finisce 2-1 e il Boto può esultare, per quello che è il punto più alto della gestione McClaren.

Dinanzi a questa penuria di minuti e di goal, il Middlesbrough decide di cedere Maccarone nuovamente in Italia, ma non a titolo definitivo: nella speranza di vederlo riprendersi e tornare in condizioni migliori in Inghilterra, l’attaccante viene girato al Parma di Silvio Baldini, che lo aveva già allenato all’Empoli. La società inglese decide di accollarsi gran parte dell’ingaggio, per dimostrare di essere ancora interessata a Maccarone, che rinuncia anche a parte del suo stipendio. I sei mesi trascorsi in Emilia, però, non sono entusiasmanti, nonostante l’esordio anche in Coppa Uefa con tanto di goal: a gennaio, quindi, passa al Siena, dove gioca diciassette partite e segna 6 reti.

Finita la stagione torna in Inghilterra dove il Boro lo continua a utilizzare con il contagocce: l’entusiasmo di McClaren, che quell’anno allenerà per l’ultima volta il Middlesbrough, sembra svanire. Nel mentre, però, Maccarone ritrova una squadra qualificatasi per la Coppa Uefa, competizione che ha assaporato l’anno precedente al Parma con quattro presenze e due goal: il cammino del Boto è importante, per quanto il supporto dell’attaccante piemontese si limiti, inizialmente, alla doppietta al Litex Lovec, nella fase a gironi. Si ripete, sempre in ambito internazionale, nei quarti di finale contro il Basilea siglando il fondamentale 4-1 che chiude la pratica qualificazione verso la semifinale.

Nel frattempo in campionato le presenze languono: alla fine della stagione saranno appena 17, con solo una di queste dal primo all’ultimo minuto, contro il West Ham, ad aprile, gara durante la quale trova anche uno dei due goal stagionali in campionato. La parentesi Premier League è disastrosa, così come quella FA Cup, nella quale gioca solo quindici minuti della semifinale persa contro il West Ham.

Le glorie arrivano solo dalla Coppa Uefa: nella semifinale di ritorno contro la Steaua di Bucarest viene ancora una volta inserito in panchina, con i suoi chiamati a ribaltare l’1-0 dell’andata. Al 26’ Maccarone entra per sostituire l’infortunato Gareth Southgate (sì, l’attuale CT dell’Inghilterra) e in quei sessanta minuti e poco più a disposizione trascina i suoi in finale. La Steaua era andata avanti con i goal di Dica e Goian, portandosi sul 2-0: con il vantaggio dell’andata, il passaggio del turno era in cassaforte. Al 33’ però il quarto goal nella competizione di Massimo Maccarone, con un destro preciso dopo l’assist di Mark Viduka, gli permette di riaprire il discorso. Il colpo di testa dell’australiano al 65’ e il destro di Chris Riggot al 73’ mettono poi in discesa la sfida per il Boto, che chiude i conti con l’incornata, all’89’, di Massimo Maccarone che su assist di Stewart Downing trova il suo quinto goal in Coppa Uefa e trascina il Middlesbrough in finale. Gara che, purtroppo, non avrà niente di memorabile: il Siviglia passeggia al Philips Stadion battendo per 4-0 la squadra di McClaren, che nel secondo tempo inserisce Maccarone al posto di Morrison, ma invano. La doppietta di Enzo Maresca, insieme ai goal di Luis Fabiano e Frederic Kanouté, avvia lo strapotere che il Siviglia continua ad avere nella competizione europea.

La storia di Maccarone in Inghilterra termina, quindi, con una delusione: la partenza di McLaren, chiamato a guidare l’Inghilterra, lo spinge ancora di più ai margini della squadra inglese, che a gennaio, all’ultimo giorno utile, decide di cederlo in Italia, al Siena, a titolo gratuito. Ha tempo di giocare le sue ultime sette partite in Premier League, con una sola rete. Il resto è storia italiana, con tre anni in maglia bianconera a renderlo protagonista della città toscana, in attesa del capitolo Palermo e la triste parentesi Sampdoria: chiamato a mettere una pezza alle cessioni improvvise di Pazzini e Cassano fu, insieme a Federico Macheda, protagonista di una debacle storica della casacca blucerchiata.

Sarà il ritorno a Empoli, soltanto dieci anni dopo, a ridargli quell’estro offensivo che da giovanissimo aveva dimostrato, facendo emozionare gli Smoggies.

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