Romelu Lukaku Chelsea 2021-22Getty Images

Lukaku al Chelsea: da sogno realizzato a maledizione

Una scelta di cuore. Di puro istinto. Perché quando coltivi un sogno, nell’istante in cui può trasformarsi in realtà puoi solo assecondare le sensazioni e agire secondo quella spinta interna, congenita e immutabile, accantonando la ragione.

Quella di Romelu Lukaku è stata una decisione dettata puramente dai sentimenti. Gli saranno passati davanti agli occhi - immaginiamo - i momenti all'Anderlecht, quando sognava Stamford Bridge, e quell'avventura andata male in gioventù, quando le cose non andarono per il verso giusto. Un fallimento mai realmente archiviato.

Poi, all'improvviso, il destino ti offre una seconda chance di realizzare quel sogno: di nuovo il Chelsea, questa volta da protagonista. Romelu è di fronte a un bivio: continuare ad essere re di Milano o affrontare una nuova sfida coi 'Blues'?

L'articolo prosegue qui sotto

Sì, perché lo Scudetto conquistato da uomo copertina con Antonio Conte in panchina lo ha definitivamente consacrato nella città meneghina, assegnandogli di diritto un posto speciale nella storia dell'Inter e nel cuore dei tifosi.

E Romelu non poteva essere l'eccezione. Difficile dimenticare quei momenti e quelle sensazioni - immortalati dalle immagini della docuserie 'De School van Lukaku' - della prima volta a Stamford Bridge.

Il belga aveva già previsto tutto. Aveva fissato l'obiettivo: serviva solo tempo per raggiungerlo.

“Datemi un pallone e resto qui a giocare 5 ore. Che stadio. Se ci sarà un giorno in cui piangerò, sarà il giorno in cui giocherò qui".

Quel giorno è arrivato in una calda estate del 2011, l'anno dopo. 18 anni compiuti da un paio di mesi e quella voglia matta di scrivere la storia. L'Anderlecht accetta la proposta del Chelsea di 12 milioni più 8 di bonus: il sogno diventa realtà.

Un'avventura che presto si rivelerà fallimentare. Una storia d'amore che non decolla e finisce per spegnersi. Il Chelsea decide di rinunciare al belga, Lukaku è 'costretto' ad arrendersi e proseguire la carriera altrove. Vince la Champions da comparsa e non la sente sua.

"Non mi piace che mi parlino della Champions League. Non l'ho vinta io, l’ha vinta la mia squadra".

La sua prima stagione con i 'Blues' si conclude con all'attivo 13 presenze in prima squadra tra Premier League, FA Cup ed EFL Cup, senza nessun goal. Romelu brilla solamente con la squadra riserve, con cui colleziona 7 reti e un assist in 9 apparizioni.

Troppo poco per uno con la sua fame e le sue ambizioni. Va al West Bromwich e torna nell'estate successiva. Giusto in tempo per fallire il rigore decisivo, il quinto sul risultato di 5-4, nella Supercoppa Europa contro il Bayern Monaco. Una vera e propria maledizione.

Il Chelsea e Lukaku si saluteranno pochi giorni più tardi. Everton, Manchester United e Inter nel suo percorso, fino a quando il destino non gli ha concesso una seconda chance.

Una di quelle occasioni per dimostrare a tutti che dalle parti di Cobham si erano sbagliati. Tuchel e il Chelsea campione d'Europa individuano nel belga il rinforzo giusto. Il colpo da 115 milioni come per completare una 'macchina' già praticamente perfetta.

La rivoluzione in casa Inter con l'addio di Antonio Conte dopo lo scudetto conquistato, il possibile ridimensionamento causato dai problemi finanziari e quel corteggiamento irresistibile convincono Romelu Lukaku a riprovarci.

Tornasse indietro, chissà se lo rifarebbe. Sì, perché quella maledizione a tinte 'Blues' è proseguita. Proprio come nella prima avventura, a Stamford Bridge quest’anno l'attaccante belga ha vissuto una stagione nettamente al di sotto delle aspettative iniziali.

Nonostante i 15 goal realizzati, conditi da due assist, a Londra si aspettavano molto di più da quello che nei piani di Tuchel doveva essere il fulcro del gioco offensivo del Chelsea. Non a caso, il tecnico tedesco ha preferito in diverse occasioni schierare un centravanti 'leggero' per non dare punti di riferimento all'avversario, facendo accomodare Lukaku in panchina.

L'ex Inter non è partito dall'inizio in ben venti gare in questa stagione, assistendo alle sfide del Chelsea per tutti i 90 minuti in panchina senza subentrare per ben cinque volte tra Premier League e Champions League.

Troppo poco per un acquisto a tre cifre, uno dei più onerosi della storia del calcio europeo e mondiale. La spesa per il Chelsea e l’incasso per l’Inter più alti di sempre.

Quasi un anno dopo, difficile stabilire di chi siano le colpe. Lukaku ha salutato Milano, l'Inter e la sua isola felice per accettare una sfida personale molto ambiziosa. Dall'altra parte ci si chiede come mai Tuchel abbia deciso di investire tutto il capitale messo a disposizione la scorsa estate dalla proprietà del Chelsea proprio su Romelu, per poi utilizzare in numerose occasioni calciatori con caratteristiche diverse nel suo ruolo.

"Certe volte Lukaku avrebbe bisogno di mettersi più a disposizione della squadra: ha perso tanti palloni senza pressione e in situazioni promettenti. Ha anche avuto una bella occasione, quindi è comunque inserito. Ovviamente vorremmo servirlo, ma lui fa parte della squadra e deve mettersi a disposizione".

Nel corso della stagione Tuchel non ha risparmiato qualche frecciatina all'attaccante belga.

"Noi facciamo di tutto per aiutarlo. Non si tratta di un giocatore ma di uno sport di squadra. Non può diventare una questione di dieci giocatori che ne servono uno: questo non è calcio, questo non il Chelsea".

Certamente la qualità e la velocità del gioco del Chelsea, in un campionato ad altissimi ritmi come quello della Premier League hanno evidenziato alcuni difetti del belga, implacabile centravanti con una grande vena realizzativa ma in difficoltà nel primo controllo, nella capacità di muoversi in spazi stretti e nel leggere i tagli alle spalle dei difensori avversari.

L'idea di semplificare il gioco del Chelsea, che ha costruito le sue fortune nella passata stagione con un tridente senza centravanti di peso, con Lukaku nel ruolo di regista offensivo ha funzionato in avvio di stagione, prima di un rapido regresso.

Romelu ha ricoperto il ruolo di punto di riferimento per i compagni, ma ben presto lo è stato anche per gli avversari, pronti a prendere le giuste contromisure. La manovra dei 'Blues' con il belga in campo è diventato fin troppo leggibile, a tratti scontata.

Per questo motivo Tuchel ha scelto di variare gli uomini nel corso della stagione, alternando la fisicità di Lukaku all'imprevedibilità di uomini come Pulisic e Havertz, a seconda delle partite e degli avversari.

"Romelu continua ad avere un ruolo importante nella nostra squadra. Forse non il ruolo che vorrebbe, e lo capisco completamente, ma comunque importante. L'ho visto bello concentrato, motivato e coinvolto quando è rientrato dopo i giorni liberi concessi. Ora entriamo in una fase decisiva della stagione con un sacco di match decisivi: non abbiamo tempo di pensare ad altro o distrarci. Abbiamo bisogno di tutti, Romelu compreso. Abbiamo ingaggiato un grande giocatore e abbiamo ancora un grande giocatore".

Interrogato sul futuro del centravanti belga dopo il pari per 2-2 contro il Wolverhampton, con entrambe le reti dei ‘Blues’ firmate proprio da Lukaku, Tuchel continuava a lanciare messaggi che lasciavano pensare a una sua permanenza a Stamford Bridge.

Ma la squadra in cui giocherà Lukaku non sarà il Chelsea, ma l'Inter. Come confermato non troppo velatamente dallo stesso tecnico tedesco del Chelsea, Romelu non era felice dello status di 'precario' a Londra.

Il classe 1993 voleva tornare a vestire la maglia dell'Inter, a meno di un anno dal burrascoso addio dal retrogusto di tradimento per i tifosi nerazzurri. E alla fine così sarà.

Il cambio di proprietà, con l'addio di Abramovich e il passaggio nelle mani di Todd Boehly, ha rimescolato ulteriormente le carte. Nonostante l'investimento da 115 milioni di euro effettuato appena dodici mesi fa, il Chelsea ha concesso all'Inter un prestito oneroso da 8 milioni più bonus. Praticamente un pacco dono.

“Per i parametri del trasferimento, nessuno poteva aspettarsi una situazione così. Non discuto le scelte tecniche, ma è ovvio che c’è stato un problema - ha dichiarato il suo agente, Federico Pastorello, ai microfoni di Repubblica -. I numeri però vanno pesati: è il miglior marcatore della squadra, con un minutaggio basso rispetto ai compagni. La situazione va valutata con attenzione, ora c’è da difendere il posto in Champions, c’è la finale di Fa Cup: Romelu è concentrato su questo, non abbiamo parlato di altro”.

A distanza di un anno dal matrimonio-bis, la storia tra Lukaku e il Chelsea volge di nuovo al termine. Stavolta definitivamente, forse.

Pubblicità