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Luis Figo, la carriera leggendaria del campionissimo del Portogallo

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Dopo Eusebio e prima di CR7, nel calcio portoghese c'è stato lui: Luís Filipe Madeira Caeiro Figo, per tutti Luís Figo , uno dei più grandi campioni lusitani di sempre. La sua carriera è stata leggendaria e lo ha visto indossare le maglie di Sporting Lisbona, Barcellona, Real Madrid e Inter. Con le squadre di club ha vinto praticamente tutto, tanto che il suo unico rammarico lo ha avuto in Nazionale: con il Portogallo, infatti, non è riuscito a conquistare un grande trofeo internazionale, e non ha mai vinto Europei o Mondiali.

Ventiquattro anni da professionista vissuti da campione in campo e fuori, sempre restando ai vertici. Non sono mancati i momenti difficili, come la doppia firma con Parma e Juventus che gli costò la messa al bando dalla Serie A per due stagioni, o la dura contestazione dei tifosi catalani dopo il passaggio dal Barcellona al Real Madrid. Ma Figo gli ha sempre saltati con il suo classico dribbling, con il quale lasciava spesso con il sedere per terra i suoi marcatori. Mantenendo in ogni occasione una calma olimpica e una gran signorilità.

LO SPORTING, I MONDIALI UNDER 20 E LA GENERAZIONE D'ORO

Figo nasce ad Almada, nel Distretto di Setubal, ubicato nell'area metropolitana di Lisbona, il 4 novembre 1972. Suo papà è un piccolo commerciante e sua mamma una sarta, così per aiutare la sua famiglia il piccolo Luís è chiamato fin da giovane a trovare la sua strada, maturando molto più rapidamente dei suoi coetanei.

Inizia a giocare a calcio nelle strade di Cova de la Piedade, il sobborgo popolare di Almada, dove vive con la famiglia. Qui, con i suoi amici di infanzia, a 10 anni entra a far parte dell' Union Futebol Club Os Pastilhas , la sua prima squadra.

"Perdevamo sempre 10-0 o 10-1, - dirà quando sarà un campione affermato - ma sono grandi ricordi, le prime partite con gli amici d’infanzia non si dimenticano mai".

Ma la società entra in difficoltà economiche e all'improvviso chiude i battenti. Il suo amico del cuore Miguel, va a giocare nello Sporting di Lisbona e lo invita a fare un provino con il club. Figo non si fa pregare e a soli 12 anni da solo non esita a prendere 2 autobus e un traghetto per raggiungere la capitale lusitana, che si trova dall'altra parte del fiume Tago. Dopo un mese di allenamenti con le giovanili del club biancoverde, quest'ultimo decide di prenderlo e per il giovane talento comincia una vita fatta di calcio e scuola.

" Era un adulto-bambino, - afferma Aurelio Parreira, il suo primo allenatore - molto regolare, metodico e tenace".

"Fare tutti quei viaggi da solo per il calcio e la scuola mi ha dato un gran senso di responsabilità. - ammetterà Luís - Diventi adulto per forza e molto prima degli altri ragazzini ".

Allo Sporting Figo cresce e si afferma come potenziale campione nel ruolo di ala destra: ha qualità fisiche e atletiche importanti, ma soprattutto una tecnica sopraffina, con una straordinaria abilità nel dribbling, un gran tiro e una visione di gioco fuori dal comune che gli consente di leggere lo sviluppo dell'azione prima degli altri.

Il suo mentore è Carlos Queiroz, il tecnico che lo ha voluto allo Sporting e lo accompagnerà nella sua ascesa con il club e in Nazionale.

"Aveva un altro passo rispetto a tutti gli altri, - affermerà - era un predestinato ".

Già nel 1988/89 inizia la sua trafila nelle selezioni giovanili lusitane entrando a far parte dell'Under 16. Nel 1990, quando ha ancora 16 anni, il tecnico Raul Águas lo fa esordire in Prima squadra e per Figo è l'inizio di una lunga scalata verso la gloria. 

I primi successi arrivano tutti con la maglia delle Giovanili del Portogallo: insieme ai ragazzi nati agli inizi degli anni '70, fra i quali eccellevano assieme a lui Paulo Sousa, Manuel Rui Costa, Fernando Couto e João Pinto , nel 1989 conquista gli Europei Under 16 e si piazza al 3° posto ai Mondiali Under 17 , nel 1990 arriva 2° agli Europei Juniores, perdendo ai rigori la finale con l'U.R.S.S., nel 1991 vince i Mondiali Under 20 in terra lusitana, realizzando davanti a 100 mila tifosi in delirio anche uno dei rigori della serie di finale contro il Brasile.

La stella di Figo inizia a splendere luminosa nel cielo di Lisbona. Con Queiroz C.t., il classe 1972 debutta in Nazionale maggiore il 12 ottobre 1991 contro il Lussemburgo. Ma se con il Portogallo arriva anche un 2° posto agli Europei Under 21 del 1994 dietro l'Italia Under 21 di Cesare Maldini, che si aggiudica il confronto con un Golden Goal di Orlandini, con lo Sporting, perennemente terzo dietro alle due grandi Porto e Benfica, l'ala di Almada si aggiudica soltanto una Coppa del Portogallo e così capisce che è giunto il momento di fare il grande passo e lasciare i biancoverdi e il suo Paese.

Luis Figo PortugalGetty Images

LA DOPPIA FIRMA CON JUVE E PARMA E IL PASSAGGIO AL BARCELLONA

Figo guarda all'Italia e alla Serie A, in quel momento il campionato più bello e più difficile al Mondo, come meta preferita. Ma si ritroverà nel mezzo di una 'guerra di potere' fra la Juventus e il Parma, i due club italiani che in quel momento si contendevano la leadership calcistica dopo l'era del grande Milan. Il 17 ottobre 1994 il ventunenne sottoscrive a Funchal, nell'Isola di Madeira, un impegno triennale con la Juventus a partire dal 1995/96, salvo disdire tutto con una lettera poche settimane dopo.

Il club bianconero sa tuttavia che il procuratore del giocatore, José Veiga, ha siglato nel mese di giugno un pre-contratto per il passaggio del suo assistito agli emiliani , non ci sta a lasciarsi sfuggire il potenziale 'crack' e ricusa la lettera del calciatore, accordandosi al contempo con lo Sporting per il suo trasferimento a Torino sulla base di 6 miliardi di lire più uno e mezzo di ingaggio per 3 stagioni al giocatore. Il 1° gennaio 1995 la Vecchia Signora deposita così il contratto, annunciandone l'acquisto.

Ma il 1° febbraio Figo, per il quale è valida la missiva inviata ai bianconeri, da svincolato firma un contratto con il Parma, pronto a sua volta a versare il contributo UEFA di 2 miliardi allo Sporting. La questione finisce inizialmente in Lega calcio, che riconosce la validità di entrambi i contratti siglati dal portoghese e tenta la mediazione fra le due società coinvolte nel caso.

"Mi trovai in una stanza con Paulo Sousa, Giraudo, Moggi e Bettega. - racconterà in seguito Figo - Mi misero addosso tanta pressione, un contratto con cifre che non avevo mai visto e una dichiarazione d’intenti che firmai. Ma mi pentii subito dopo e mostrai il foglio al mio agente. Un pezzo di carta senza valore".

Alla fine Juventus e Parma accettano di rinunciare alle prestazioni di Figo per 2 anni, durante i quali la giovane promessa del calcio portoghese non potrà essere tesserata da altri club della penisola. La frittata è fatta ma la carriera del ragazzo lungi dal rallentare conosce una decisa accelerata, con il passaggio al Barcellona, che fra le due litiganti è quella che tessera effettivamente il talento lusitano. Il calcio italiano dovrà aspettare invece 10 anni per poterlo ammirare in Serie A.

Il portoghese chiude l'avventura allo Sporting con 20 goal in 161 presenze. Con la maglia blaugrana gioca per 5 stagioni. Assieme a Ronaldo, Stoichkov e Luis Enrique, compagni di squadra con cui forma una linea d'attacco inarrestabile, conquista i primi grandi titoli a livello di club: una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea, 2 campionati spagnoli, 2 Copas del Rey e una Supercoppa di Spagna. In Catalogna è allenato da grandi maestri, da Cruijff a Bobby Robson, e stringe una forte amicizia con Pep Guardiola, con cui vive anche insieme.

Per il calciatore quelli in Catalogna sono anni bellissimi anche per quanto riguarda la vita prima:  Figo si lega sentimentalmente a Helen Svedin, bellissima modella svedese da cui nel marzo del 1999 ha la sua prima figlia, Daniela.

fernando couto ronaldo nazario vitor baia luis figo - barcelona cup winners cup - 1997Getty Images

'LA GRAN TRAICIÓN' E IL PALLONE D'ORO

Il 2000 è indubbiamente l'anno della svolta per Luís Figo. In estate agli Europei che si giocano in Belgio e Olanda, pur non riuscendo a raggiungere la finale, dà spettacolo come tutto il Portogallo e segna un gran goal dai 25 metri nella sfida dei quarti di finale contro l'Inghilterra. Dopo il torneo continentale, tuttavia, il portoghese sarà il protagonista di uno dei trasferimenti più clamorosi che si ricordino nella storia del calcio.

Il candidato alla presidenza delle Merengues, Florentino Pérez, ne fa infatti il suo grande obiettivo e fa firmare a Figo, la stella dei rivali del Barcellona, un precontratto che acquistava validità in caso di elezione, che puntualmente si verifica. Il nuovo presidente del Real Madrid versa allora il corrispettvo di 140 miliardi di Lire, l'importo della clausola rescissoria, nelle casse blaugrana, e fa firmare al calciatore un contratto pluriennale da 12 miliardi di Lire a stagione. 

In un solo colpo vengono così polverizzati tutti i primati storici del calciomercato, per la furia dei tifosi catalani, che non tardano ad etichettare il passaggio di Figo al Real come 'la gran traición', 'il grande tradimento'. Ancora una volta il portoghese divide due tifoserie ma si dimostra gran professionista. Messa provvisoriamente da parte la maglia numero 7 per indossare la 10, diventa di fatto 'il primo galactico' dei Blancos, avviando una nuova era per il club.

Indossata la camiseta blanca dopo 45 goal in 249 presenze con il Barcellona, continua a deliziare le platee con il suo doppio passo, la finta con cui puntualmente disorienta i suoi avversari, i tanti assist per i compagni e i goal. Completa la sua maturazione tecnica e tattica giocando con ottimi risultati anche da trequartista offensivo. A fine anno si aggiudica il Pallone d'Oro, precedendo Zinedine Zidane. Nel 2001 arriva anche il FIFA World Player. È la sua consacrazione come campione universale. Pérez non lesina spese e con i campioni il Real domina in Spagna, in Europa e nel Mondo: Figo vince altre due volte la Liga spagnola e la Supercoppa di Spagna, e si aggiudica la Champions League nel 2001/02, la seconda Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale nel 2002. 

Nel 2001 sposa Helen Svedin, che gli darà altre due figlie, Martina e Stella, dimostrandosi, a differenza di altri celebri calciatori, una persona seria anche nella vita privata. I tifosi del Barcellona però non gli perdonano il passaggio agli odiati rivali e danno vita a dure contestazioni quando il portoghese mette piede al Camp Nou. La più clamorosa in assoluto si registra nel Clasico del 23 novembre 2002 . I tifosi catalani tirano a Figo di tutto, in particolare, mentre il giocatore del Real sta per battere un calcio d'angolo, sul terreno di gioco piove una testa di maiale arrostito.

Figo riesce nonostante tutto a mantenere la sua proverbiale calma in quello che passerà alla storia come 'El Clasico de el Cochinillo' o 'La noche mas negra del Camp Nou', dimostrandosi, una volta di più, un grande campione anche sotto il profilo del comportamento.  

"È stato un giorno che non dimenticherò mai, per tutta la vita. - dirà - Un brutta esperienza che però mi ha arricchito. Credo che nessun artista o sportivo abbia avuto un trattamento simile. Centomila persone che ti urlano contro: penso sia un record. La gente ha reagito così violentemente a causa della campagna dei media. C’era qualcosa di premeditato. Hanno fatto di tutto perché il pubblico mi trattasse in quel modo. Per non parlare della sicurezza… Non riuscivo nemmeno a tirare i corner. Credo che la società non si sia comportata bene con me perché ho sempre dato tutto quello che potevo alla squadra ma era arrivato il momento di pensare a me e alla mia famiglia. Non mi sono mai pentito di quella scelta: ero andato al Real per avere più prestigio e per vincere. Con i Blancos ho trascorso 5 anni fantastici, dove ho vinto tutto. Mi sentivo il giocatore più forte del mondo".

Luis Figo v Ballond'OrEnter source name

L'ARRIVO IN ITALIA E I SUCCESSI CON L'INTER

In 5 stagioni con il Real Madrid Figo mette insieme 56 goal in 245 presenze, ma dopo le nuove delusioni con il Portogallo, che con lui capitano, perde la finale di Euro 2004 in casa contro la Grecia, nell'estate 2005 decide di completare la sua carriera trasferendosi nel campionato dove avrebbe dovuto giocare 10 anni prima, ovvero la Serie A. Il lusitano firma un contratto a parametro zero con l'Inter, dove approda all' età di 32 anni assieme ai compagni di squadra Samuel e Solari.

Chi si aspetta che i nerazzurri siano per lui una squadra dove chiudere con tranquillità la carriera si sbaglia enormemente. Figo infatti arriva a Milano ancora integro fisicamente e determinato a far bene. 

"Quando mi introdusse nell’ambiente madridista, - dice ai giornalisti nel giorno della sua presentazione - Perez disse che ero nato per giocare nel Real. Bene, ora posso correggerlo: in realtà sono nato per giocare nell’Inter. Il tecnico Luxemburgo non mi stimava, capita, ma la società non ha fatto niente per fargli cambiare idea. Ecco perché Pérez mi ha deluso. Nessun rancore, ma certo lui mi ricorderà tutta la vita".

Mancini lo alterna da esterno destro e da trequartista dietro le punte e il portoghese si rivela decisivo nel nuovo ciclo dei nerazzurri. Arricchisce il suo palmarès con 4 Scudetti, fra cui il primo ottenuto per effetto di Calciopoli, una Coppa Italia e 3 Supercoppe italiane, mettendo la sua firma nella rimonta del 2006 contro la Roma.

Luis Figo Inter 2008Getty

Sempre senza peli sulla lingua, è il primo a esporsi in prima persona contro Luciano Moggi, che lo aveva criticato per il suo ingaggio oneroso, dopo un Derby d'Italia.

"Anziché parlare dei miei contratti, - tuona Figo in diretta tv - Moggi dovrebbe spiegare la sua presenza nello stanzino dell’arbitro, l’altra sera, prima di Inter-Juventus ".

Anche con Mancini, dopo le prime due stagioni, il rapporto è conflittuale, visto che il tecnico jesino lo utilizza con il contagocce. 

" A volte da lui mi sono sentito pure umiliato. - rivelerà - È brutto, molto brutto, credete, entrare a due minuti dalla fine in una partita che l’Inter sta vincendo 2-0 (Inter-Fiorentina, del 13 aprile 2008, ndr). Ed è successo molto altro".

Nel 2006 perde l'ultima occasione di conquistare l'alloro internazionale con il Portogallo, venendo eliminato in semifinale dalla Francia del suo amico Zidane. In Nazionale chiude con 32 goal in 127 presenze, secondo di sempre dietro Cristiano Ronaldo.

Nel 2007 sembra pronto ad accasarsi all' Al- Ittihad in Arabia Saudita , ma poi rinuncia per l'affetto dimostratogli dai tifosi dopo il 2°Scudetto. La stagione seguente è però segnata dalla frattura del perone, causatagli da un'entrata di Pavel Nedved nel Derby d'Italia . Figo resta all'Inter fino al 2008/09, e fa in tempo a vivere anche la prima stagione di Mourinho. Il portoghese proverà a convincerlo a restare in quello che sarà l'anno del Triplete, ma invano. L'esperienza in nerazzurro si conclude con 11 goal in 140 presenze.

Il lusitano la vivrà da dirigente, vedi il ruolo ricoperto nell'UEFA e che lo aveva visto qualche anno fa puntare alla presidenza FIFA. Il post carriera lo vede inoltre protagonista anche con alcune iniziative umanitarie: è ambasciatore UNICEF e ha creato la fondazione che porta il suo nome per i bambini disagiati. Anche per questo, nonostante i record Cristiano Ronaldo, è ancora oggi molto amato ed è considerato il campionissimo del calcio portoghese. 

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