Spettacolo e musica, dentro e fuori dal campo. Si potrebbe riassumere così il Catania degli argentini, che in Serie A ha lasciato un'impronta unica negli anni d'oro del club rossazzurro.
Catania era la squadra non argentina con più argentini al mondo. Alcuni venivano dalla stessa città, avevano le stesse origini, lo stesso modo di vivere la vita. In campo si intendevano alla perfezione, al Cibali, spesso, erano praticamente perfetti.
GettyNon era soltanto il pallone ad unirli, ma anche le grigliate di 'asado' e la musica. Per un calciatore argentino è impossibile stare senza musica. E' un po' come il Mate, non può mancare. Si tratta di energia, di connessioni indispensabili.
Ed è così che il ritiro si trasformava in un festival. Non esisteva ancora la trap, ma anche se fosse già esistita non ci sarebbe stata storia contro la Cumbia, la madre di tutti gli stili musicali in Argentina.
Ma non bastava ascoltarla, bisognava cantarla. Papu Gomez al microfono, Pata Castro alla chitarra: questa fu la prima formazione dei 'Los Vulcanos', l'esperimento musicale più riuscito di tutta la Serie A.
"Col Papu ci divertivamo così in ritiro. Era un modo per passare il tempo. Con il permesso del tecnico portavamo tastiera, chitarra e altri strumenti per divertirci. Improvvisammo un complessino".
Al gruppo si aggiunsero anche Pablo Alvarez, Izco e Spolli. Diventò una band a tutti gli effetti, con tanto di cover e video spopolati sui social e YouTube.
"Gomez cantava, Spolli invece rullava una specie di tamburo. Alcuni giocavano alla Playstation; noi, invece, preferivamo suonare e cantare. Spolli e Izco, che all’inizio in realtà faceva del baccano, poi hanno imparato e con la pratica sono migliorati tanto. Ogni nostro video prevedeva una parte di progettazione e poi la creazione vera e propria".
Los Vulcanos, ovviamente, deriva dall'Etna. E infatti il gruppo si sciolse proprio quando tutti andarono via da Catania, a cominciare dal frontman Gomez. Il Papu diventerà ancor più personaggio social all'Atalanta, ma la sua carriera musicale non è più proseguita, salvo che per il singolo 'Baila como el Papu' che ha spopolato.
Al contrario del Pata Castro, che dopo gli esordi nei Los Vulcanos ha intrapreso un percorso da solista tra Verona e Cagliari, compenendo dei singoli piuttosto apprezzati come quello dedicato a Maradona.
Oggi i Los Vulcanos, così come quel Catania, sono un bellissimo e lontano ricordo. Un'isola felice, un connubio perfetto, tra calcio e musica. L'unico superstite è rimasto Mariano Izco, che è deciso di tornare nella sua Catania, sei anni dopo, in Serie C. Una scelta di vita, di cuore e di note.


