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Verratti Locatelli GFXGoal

Locatelli o Verratti contro l'Austria: due facce della stessa medaglia?

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Posta un mese fa, una domanda del genere avrebbe ricevuto una sola risposta: ma il calcio è fatto per ribaltare gerarchie consolidate, per caso o per intuizione. In questa circostanza, per necessità: Roberto Mancini non si trova esclusivamente di fronte alla preparazione di una gara tra le più importanti da quando è stato nominato CT della Nazionale italiana, ma anche a una delle scelte più complesse dell'ultimo periodo della sua carriera da allenatore.

Un po' perché sa già che, non dovesse andare come previsto, verrebbe criticato con facilità (in una nazione di commissari tecnici, succede), un po' perché, in fin dei conti, si parla di due modi diversi di vedere lo stesso calcio: due facce della medesima medaglia, quella della tecnica e della costruzione della manovra. Manuel Locatelli e Marco Verratti: e un solo posto, come mezz'ala sinistra del centrocampo a tre dell'Italia.

In premessa, si può certamente dire che molto dipenderà dagli avversari, e in questo caso dall Austria, prossimo avversario degli azzurri agli ottavi di finale diEuro 2020: doverosa, quindi, una breve parentesi sul gioco della formazione di Foda, costruito sul 4-2-3-1 e sui relativi sviluppi.

20210620_EURO_Italy_Jorginho&Marco Verratti&Federico Bernardeschi(C)Getty Images

Con David Alaba schierato sulla sinistra della difesa a quattro, viene facile e quasi automatico agli austriaci passare a una disposizione a tre in fase di costruzione, liberando sostanzialmente Lainer sulla destra nel tentativo sia di essere pericolosi, sia di allargare le maglie tra la mediana e la retroguardia avversaria. Fondamentale, in questo senso, l'azione di Sabitzer tra le linee, con i due mediani (Grillitsch e Schlager) più bloccati, ma liberati dalla pressione dei centrocampisti.

Qui va fatto un ragionamento orientato anche al modo di difendere dell'Austria: quasi sempre basso, lasciando margine, il più delle volte, agli inserimenti veloci in verticale, tra le linee. Vero è, anche, che contro l'Olanda, una formazione che tra le sue carte, come l'Italia, ha il lancio alle spalle dei difensori (Immobile, in questo senso, è tra i migliori in Europa), i giocatori di Foda sono entrati non poco in difficoltà, ma in caso di manovra ragionata e non estemporanea gli austriaci preferiscono attendere e non pressare alto.

Veniamo al dunque, all'Italia, alla luce delle premesse: la decisione di schierare uno tra Locatelli e Verratti passa anche dall'interpretazione che si vuole dare alla gara.  Volgendo uno sguardo ai numeri, seppur di fronte a due costruttori (che potrebbero tranquillamente giocare in regia), si nota la profonda differenza nell'intendere il calcio strettamente inteso: contro il Galles, Verratti si è reso autore di 136 tocchi palla, doppiando, di fatto, i 61 e i 56 di Locatelli nelle prime due sfide contro Turchia e Svizzera.

Questo dato deriva anche dal fatto che contrariamente al centrocampista del Sassuolo, che preferisce un posizionamento più alto, al limite con la trequarti, in fase di costruzione, il mediano del PSG scende sulla linea dei difensori (classica situazione del 4-3-3, con i laterali di difesa alti) a prendere palla, per poi scambiarla con i centrali più vicini o per smarcarsi e cercare il lancio lungo, pulito (contro il Galles, 40 palloni su 110 sono stati giocati dietro la metà campo). Tende, insomma, a voler toccarla di più, liberando Jorginho (che, proprio contro il Galles, ha toccato 57 palloni rispetto ai 94 e agli 84 contro Turchia e Svizzera). Da regista aggiunto.

Locatelli Italy Switzerland celebrating EuroGetty

Discorso diverso per Locatelli, che rispetto a Verratti ha una certa predisposizione all'inserimento senza palla per vie centrali, dalla trequarti in su (nei primi match, Locatelli ha giocato palle nella metà campo avversaria per le seguenti proporzioni: 39/50 vs Turchia, 33/55 vs Svizzera), dopo aver dialogato con gli esterni alti: in questi termini, salendo di più, il centrocampista del Sassuolo tende a rivolgersi più all'ala sinistra (come evidenziano i 7 e i 10 passaggi ad Insigne contro Turchia e Svizzera, e i 3 e i 4 a Berardi nelle stesse partite), ma con un goal su inserimento dopo aver lanciato Berardi, sulla destra. Verratti, invece, riesce a dialogare con facilità con entrambi (riuscendo a trovare Chiesa, a destra, quindi sul lato opposto, 6 volte contro il Galles).

Provando a tirare le somme: la differenza sostanziale tra Locatelli e Verratti sta nell'orientamento del gioco. Maggiormente in verticale per il primo, liberandosi più facilmente del pallone, maggiormente in orizzontale per il secondo, attirando su di sè gli avversari, preferendo la giocata e il tocco palla prolungato, spesso dietro la metà campo (bisognerebbe approfondire anche il discorso esterni: con Berardi e Insigne che preferiscono abbassarsi per lo scambio, quanto può essere efficace il lancio lungo?).

In definitiva, verrebbe da pensare che sia preferibile la creazione di occasioni più pericolose e imprevedibili con Locatelli, piuttosto che situazioni di stallo con Verratti, impostate su un giro palla frenetico contro un'Austria che verosimilmente difenderà bassa, ma in termini di tecnica è indiscutibile la possibilità, offerta dal mediano del PSG, di tenere palla in modo qualitativamente migliore (che non vuol dire sempre efficace). Per fortuna, però, non siamo Roberto Mancini.

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