Lo Spezia e lo Scudetto dimenticato: quando i Vigili del Fuoco sconfissero il Grande Torino

Vigili del Fuoco La Spezia Campionato Alta Italia 1943-44Wikipedia

Superando nella finale playoff della Serie B il Frosinone, in virtù del miglior piazzamento nella stagione regolare, lo Spezia di Vincenzo Italiano ha conquistato per la prima volta nella sua storia il diritto a disputare la Serie A. Almeno a livello formale.

Perché sì, è vero, quello 2020/21 sarà il primo campionato di Serie A a girone unico nella storia della società, tuttavia un torneo con le migliori squadre del Nord Italia gli Aquilotti lo hanno già disputato e persino vinto. Si tratta del cosiddetto Campionato di Guerra, di Divisione Nazionale o Campionato Alta Italia 1944, e questa è la storia dello Scudetto dimenticato, il titolo più incredibile che sia stato conquistato da una squadra italiana.

DALLO SBARCO IN SICILIA AL CAMPIONATO ALTA ITALIA

Durante la Seconda guerra mondiale il calcio italiano cerca ostinatamente di non fermarsi, e di portare avanti i suoi campionati. Ma dopo il titolo conquistato dal Torino del presidente Ferruccio Novo nel 1942/43, gli eventi precipitano nell'estate del 1943. 

Il 9 luglio 1943 le forze alleate sbarcano in Sicilia con l'obiettivo di risalire la penisola e sconfiggere il governo fascista. Nella notte tra il 24 e il 25 luglio il Gran Consiglio del Fascismo approva con 19 voti favorevoli, 7 contrari e 1 astenuto, l'ordine del giorno presentato da Dino Grandi e di fatto esautora Benito Mussolini dalle funzioni di capo del governo. Poche ore dopo quest'ultimo è fatto arrestare e imprigionare dal re Vittorio Emanuele III, prima a Ponza, poi, successivamente al Gran Sasso.

Al posto dell'ormai ex duce viene nominato capo del Governo il maresciallo Pietro Badoglio. Il 3 settembre con l'Armistizio di Cassibile ('Armistizio breve'), l'Italia si disimpegna dall'alleanza militare con le forze dell'Asse e la resa incondizionata del Paese agli Alleati. 

L'8 settembre 1943 l'accordo viene ufficializzato alla Nazione dallo stesso Badoglio, che il 29 settembre sottoscrive a Malta anche l'Armistizio lungo, con ulteriori clausole da osservare a carico del Paese. Per l'Italia inizia una fase drammatica. Il re e Badoglio all'alba del 9 settembre fuggono a Brindisi, mentre i nazisti, sentendosi traditi dai loro alleati, danno il via all'occupazione dell'Italia settentrionale. Liberato Mussolini, lo pongono a capo della Repubblica di Salò o Repubblica Sociale Italiana, Stato fantoccio controllato dalla Germania.

L'Italia è di fatto divisa in due dalla cosiddetta 'Linea Gotica': il Meridione è sotto il controllo degli Alleati, che stanno risalendo la penisola, l'Italia centro-settentrionale è sotto il controllo tedesco. È l'inizio della Guerra civile e della Resistenza partigiana. In una simile situazione anche il pallone sembra doversi arrendere. La FIGC sposta precipitosamente da Roma a Venezia la propria sede e i suoi organi sono commissariati dal regime fascista. La RSI nomina commissario del CONI Ettore Rossi, che assume temporaneamente la direzione di tutte le Federazioni sportive. A lui succederà Puccio Pucci.

Di fronte al rischio concreto di un'interruzione totale dei campionati, il nuovo capo dello sport italiano stabilisce che nella stagione 1943-44 si disputino dei 'Campionati Misti Regionali' con partecipazione aperta a squadre di A, B e C. Questo perché, visti i problemi negli spostamenti fra una regione e un'altra, si intendeva favorire l'impiego dei giocatori vicino ai luoghi in cui svolgevano servizio militare. Si agevola così il trasferimento temporaneo dei giocatori dalle squadre proprietarie dei cartellini.

Secondo quanto deciso dalla Consulta presieduta da Rossi nel gennaio 1944, inoltre, le vincitrici delle tre fasi regionali si sarebbero poi fronteggiate nel luglio 1944 in un Girone Finale per l'assegnazione del titolo di Campione d'Italia. 

Torino FIAT 1943-44Internet

LE SQUADRE PARTECIPANTI 

La maggior parte delle squadre che prendono parte al Campionati Misti Regionali cambiano nome e si legano ad aziende e realtà del territorio per trattenere i giocatori dalla chiamata al fronte. Così la Juventus prende il nome di Juventus Cisitalia, fabbrica d'auto appartenente all'allora presidente bianconero Piero Dusio, il Torino campione d'Italia è Torino FIAT, grazie alla partnership con la nota casa automobilistica, di cui porta anche il nome sul petto al posto del tradizionale Scudetto, il Milan si chiama Milano dal febbraio del 1939 per l'italianizzazione imposta dal regime fascista, l'Inter è nota come Ambrosiana-Inter, il Novara diventa Novara IGDA, passando in forza al dopolavoro aziendale dell'Istituto Geografico De Agostini. 

Nonostante lo Stadio Picco sia inagibile a causa dei consistenti bombardamenti e gli allenamenti debbano svolgersi a Rapallo, con un coprifuoco rigido fissato alle 21.30, al via del torneo si presenta anche il Gruppo Sportivo 42º Corpo dei Vigili del Fuoco di La Spezia, inserito per ragioni logistiche nel Girone D della Zona Mista Emilia. Ma come mai una simile denominazione? La società ligure, dopo il 6° posto in Serie B del precedente campionato, si era ritrovata in grave crisi dirigenziale perché il suo presidente, Perioli, era stato catturato e deportato nei campi di concentramento in Germania. 

L'unico dirigente rimasto, Giacomo Semorile, decide allora di contattare allora il Comandante dei Vigili del Fuoco cittadini, l'ingegner Luigi Gandino, per allestire una squadra in grado di affrontare il Campionato di Alta Italia. Questi allora nell'autunno del 1943 avanza la proposta di ingaggio ai giocatori superstiti dell'Associazione Calcio Spezia, che si era praticamente dissolto, con la promessa poi di restituirli al club originario appena il torneo si fosse concluso. Si tratta a tutti gli effetti di un arruolamento, che garantisce ai giocatori vitto e alloggio in caserma o in albergo con la possibilità di evitare l'arruolamento e di reperire più facilmente cibo e bevande.

Oltre agli ex Spezia vengono ingaggiati due componenti del Livorno che l'anno prima si era piazzato al 2° posto dietro al Torino, ovvero il bomber Angelini e il trequartista Tori, il portiere di riserva Tavoletti dal Genoa e il terzino Gramaglia e la punta Viani dal Napoli. La squadra viene affidata a Ottavio Barbieri, ex mediano due volte campione d'Italia con il Genoa con 21 presenze con la Nazionale azzurra.

Barbieri era stato allievo e vice dell'inglese William Garbutt al Genoa, e da lui aveva imparato il Sistema. L'esperienza con i Vigili del Fuoco di La Spezia lo vede geniale innovatore con l'introduzione del cosiddetto 'Mezzo Sistema', un nuovo modulo che protegge i tre difensori del sistema (i due terzini e lo stopper) con un 'libero' alle loro spalle. Per poter sostenere le trasferte viene attrezzata con una sorta di cassone sopraelevato un'autobotte, sapientemente ripiena del prezioso sale spezzino e di olio. Questi prodotti erano infatti usate come merce di scambio con pane e companatico nei luoghi dove i Vigili del Fuoco andavano a giocare.

Quando il Campionato Alta Italia prende il via, con le prime gare che si disputano a gennaio del 1944 (ma il campionato romano parte già nel dicembre 1943), tutti indicano nel Torino FIAT la grande favorita. I granata, allenati da Antonio Janni con la supervisione di Vittorio Pozzo, selezionatore e prezioso consigliere di Novo, perdono il mediano Grezar, che è 'prestato' all'Ampelea di Isola d'Istria, il terzino Virgilio Maroso, dato all'Alessandria, l'attaccante Romeo Menti, passato al Milano, e il difensore Mario Rigamonti, che indosserà la divisa del Brescia.

In compenso ottengono dalla Fiorentina il portiere Griffanti e soprattutto dalla Lazio quello che è ancora, a 31 anni, il miglior centravanti italiano: il grande Silvio Piola, campione del Mondo con l'Italia nel 1938. I granata così composti erano un'eccezionale macchina da goal, sebbene un po' indeboliti in difesa. Ma dalla cintola in su fanno impressione: Ossola e Ferraris II sulle due fasce, Loik e Mazzola interni e davanti le due punte di peso Piola e Gabetto. Al campionato partecipa anche l'altro big del calcio italiano, il trentatreenne Peppino Meazza, che indossa la maglia del Varese.

Silvio Piola Lazio

I TORNEI REGIONALI E LE SEMIFINALI DI INTERZONA

Il primo torneo a cominciare, e di fatto il più lungo, è il Campionato romano, che vede dominare la Lazio di Canestri, con i biancocelesti che precedono in classifica la Roma. Ma come già accadde nel 1915, i biancocelesti si vedono impossibilitati a partecipare alla fase finale dopo la liberazione della città eterna da parte degli Alleati a inizio giugno del 1944.

Al Nord si giocano invece ben 6 tornei zonali. Il Torino-FIAT, come da previsioni, trascinato dai goal di Silvio Piola, domina il il Torneo della zona Piemonte-Liguria precedendo la Juventus Cisitalia. L'Ambrosiana-Inter vince invece il torneo della zona Lombardia davanti al Varese di Meazza, con il deludente Milano che termina quinto dietro persino al Fanfulla. Nelle semifinali Interzona i granata perdono con i rivali bianconeri la prima gara ma grazie alle ampie vittorie sull'Ambrosiana-Inter e sul Varese staccano il pass per le finali.

Nella zona Veneto si impongono il Venezia di Aldo Ballarin, Giovanni Alberti e Mario Astorri e il Vicenza, che con il Treviso si qualificano alle finali zonali. Qui però proprio Vicenza e Treviso rinunciano e i lagunari accedono alle semifinali interzona, cui accedono anche la sorprendente Ampelea di Isola d'Istria, vincitrice del torneo della zona Venezia-Giulia e la Triestina. Nel torneo interzonale il Venezia sbaraglia la concorrenza e conquista la fase finale.

Il campionato regionale-misto più lungo nel Nord Italia è però quello della zona Emila, che prevede addirittura 4 gironi eliminatori. Bologna, Faenza, Modena e proprio i Vigili del Fuoco di La Spezia (imbattuti) si aggiudicano i loro raggruppamenti e accedono alle semifinali zonali. Queste ultime consentono ai felsinei e ai Vigili di sfidarsi nelle successive semifinali interzonali per accedere al girone finale.

Qui iniziano a verificarsi una serie di congiunture favorevoli agli Aquilotti. Innanzi tutto Montecatini e Lucchese, qualificate dal torneo della zona Toscana, rinunciano per l'aggravarsi della situazione bellica e riducono alle due reduci della zona mista Emilia il computo delle contendenti. L'11 giugno si gioca la gara di andata in casa del Bologna, che, privo di numerosi elementi, non riesce a sfondare la difesa spezzina e va in svantaggio nella ripresa su contropiede finalizzato da Rostagno. I tifosi rossoblù sostengono che il goal sia stato segnato in fuorigioco e invadono il campo, costringendo l'arbitro a sospendere la gara.

Il risultato è lo 0-2 a tavolino per i Vigili del Fuoco e la squalifica del campo del Bologna. In segno di protesta il Bologna non si presenta alla gara di ritorno, che visti i bombardamenti su La Spezia si sarebbe dovuta giocare sul neutro di Carpi, e i liguri vengono proclamati d'ufficio campioni emiliani. In quanto tali si qualificano per il girone finale con Torino FIAT e Venezia.

IL TRIONFO DI MILANO 

Il triangolare finale che dovrebbe assegnare, secondo i piani della FIGC della RSI, il titolo di Campione d'Italia, si gioca all'Arena Civica di Milano nel luglio del 1944. La formula è quella del girone 'all'italiana', con sfide in gara secca e 2 punti per la vittoria, 1 per il pareggio e 0 in caso di sconfitta. Di fatto chi perde è fuori dai giochi. 

Nonostante il caldo estivo, gli aquilotti affrontano anche le gare decisive con le maglie bianche a maniche lunghe e collo alto usate per tutto il torneo, le uniche a loro disposizione. La prima partita si gioca il 9 luglio e vede il pareggio per 1-1 fra il Venezia e i Vigili del Fuoco, che passati in vantaggio nel primo tempo con Tori, vengono ripresi nel secondo da una rete di Astorri.

Visto il risultato il Torino FIAT, avversario dei Vigili nella seconda partita, matura la convinzione di poter prevalere facilmente sulle avversarie. Lo stesso 9 luglio però la squadra granata era stata precettata dalla Federazione per giocare una gara amichevole nelle vesti di Rappresentativa Piemonte contro la Rappresentativa Venezia-Giulia in favore dei senzatetto di Trieste. 

I granata chiedono l'annullamento dell'incontro, ma la FIGC è inflessibile. Così partono il 7 luglio per la citta giuliana, arrivano giusto in tempo per scendere in campo (2-2 il risultato) e rientrano in città soltanto giovedì 14, con un solo giorno di riposo prima della sfida con i Vigili e il nuovo viaggio per Milano. Stremata dai lunghi spostamenti, la squadra granata non può essere al top, tanto più che il fischio d'inizio della gara, per ragioni di sicurezza, è anticipato dalla FIGC fascista dalle 17 alle 15. Visto tuttavia il divario tecnico sulle avversarie, nell'ambiente trapela comunque ottimismo.

Si dice addirittura che prima del fischio d'inizio Vittorio Pozzo, recatosi nello spogliatoio dei 'Bianchi', si sia complimentato con loro per aver raggiunto le finali e abbia promesso che i granata non avrebbero infierito troppo su di loro. Le parole dell'ex Ct. azzurro hanno l'effetto di caricare a mille i ragazzi di Barbieri, schierati con il consueto 'Mezzo sistema' e scampati pochi giorni prima al bombardamento di Brescia. 

In porta c'è Bani, Persia I è il libero, in difesa agiscono Amenta, Borrini e Gramaglia. Dei due mediani Scarpato ha compiti di costruzione e inserimento, mentre a Tommaseo è affidato il compito più difficile: marcare a uomo a tutto campo Valentino Mazzola, il faro del Grande Torino. Tori è il regista avanzato dietro le due punte Angelini e Costa, mentre la fascia destra è presidiata dal tornante Rostagno. 

Il Torino FIAT risponde con Griffanti, Cassano, Piacentini, Loik, Ellena, Gallea, Ossola, Piola, Gabetto, Mazzola, Ferraris II. Turi e Angelini, che nei giorni precedenti avevano messo a rischio la loro incolumità per informare le famiglie sulla loro salute, sono particolarmente motivati e in palla, dall'altra parte Cassano e Gabetto paiono sottotono.

Gli spezzini passano a condurre con un'azione personale di Angelini, chiusa con un destro forte e teso che sorprende Cassano. La reazione dei granata è immediata e la squadra si riversa nella metà campo avversaria. Ma la tattica di Barbieri, antesignana del catenaccio, riesce a imbrigliare le trame di gioco dei Campioni d'Italia. Piola però, che si laureerà capocannoniere dell'intero torneo con 27 goal, non perdona, e sugli sviluppi di una punizione di Ossola trova l'1-1.

Ma nel recupero del primo tempo (la gara era iniziata con un minuto di raccoglimento per i caduti in guerra) ancora Angelini in contropiede sigla il 2-1. Si va così al riposo con i Vigili del Fuoco sorprendentemente in vantaggio e i granata visibilmente nervosi. Pozzo e Janni provano a trovare le contromisure: Ossola si abbassa davanti alla difesa e Loik è avanzato a supporto di Piola, mentre Gabetto è dirottato in fascia.

Il Torino FIAT parte all'attacco a testa bassa, e gli spezzini devono difendere il vantaggio. Bani dice due volte di no a Piola, anche Gabetto va alla conclusione ma mette alto. La sofferenza finale aumenta con l'infortunio di Tommaseo, che entrando su una palla in contemporanea con Amenta si frattura il piede destro. Mazzola gode di maggiore libertà e in pieno recupero ha la palla del pareggio: il suo tiro supera Bani ma si stampa sulla traversa. L'impresa è compiuta.

"Barbieri mi disse: segui Valentino anche dovesse andare al gabinetto, non dargli tregua. - racconterà Tommaseo - E così feci. A fine partita provai un misto di felicità e uno strano senso di colpa, mi avvicinai a Valentino e gli chiesi scusa. Mazzola mi fissò sorpreso e mi rispose: 'Scusa di cosa? Contro di te oggi non ho capito niente'. Sorrise e mi abbracciò. Non ho mai dimenticato quell’abbraccio...". 

Spezia stadio PiccoGetty

LO SCUDETTO DIMENTICATO

La vittoria per 2-1 dei Vigili del Fuoco elimina di fatto il Torino FIAT dalla lotta al titolo. L'impresa coglie di sorpresa tutti, probabilmente anche i vertici federali fascisti, che all'indomani, con un comunicato ufficiale, seguito da un secondo diffuso l'8 agosto, si affrettano a dichiarare che, in contraddizione con quanto stabilito all'inizio del torneo, alla squadra vincitrice del Campionato di Alta Italia non sarebbe stato assegnato il regolare trofeo ma la Coppa federale. Il Torino, insomma, restava campione d'Italia.

Fra i dirigenti granata non mancano le proteste e i reclami per la posizione di Angelini (squalificato dopo l'andata con il Bologna) e l'inopportuna trasferta triestina, ma la successiva vittoria per 5-2 dei ragazzi di Janni sul Venezia sancisce il 20 luglio, lo stesso giorno del fallito attentato a Hitler, la vittoria del campionato da parte degli spezzini. Questi ultimi precedono nella classifica finale Torino FIAT e Venezia e ricevono anche un premio in denaro di 25 mila Lire ma non si vedono assegnato lo Scudetto.

Le devastazioni della guerra fanno presto dimenticare lo straordinario successo dei ragazzi di Barbieri. Dopo il disconoscimento della stessa RSI, arriverà anche quello del Regno d'Italia, che a ottobre del 1944 dichiarerà illegittimi tutti gli atti emessi da Rossi e Pucci e dalla FIGC fascista, e di conseguenza lo stesso Campionato di Guerra.

Lo Scudetto vinto dai Vigili del Fuoco di La Spezia è di fatto 'dimenticato' e non riconosciuto. Tanto più che dopo la liberazione del Paese dal Nazi-fascismo, alla fine del 1945 il redivivo A.C. Spezia chiede la fusione con il Gruppo Sportivo 42º Corpo dei Vigili del Fuoco. Quest'ultima è però annullata nel 1946 per morosità dei Vigili, che non pagano da due anni la quota di affiliazione alla FIGC. La radiazione dei Vigili dai quadri federali sembra segnare la fine della gloriosa squadra che vinse il Campionato di guerra.

Ma così non sarà: l'opera di ricerca di giornalisti e autorità spezzine 'riabilita' l'impresa di Barbieri e dei suoi ragazzi. Il 22 gennaio 2002, oltre 57 anni dopo, la FIGC decide infatti di assegnare de facto (in quanto si tratta di due società formalmente diverse) allo Spezia un titolo onorifico (non equiparabile allo Scudetto) e la possibilità di apporre per sempre sulle proprie maglie un distintivo speciale in ricordo di quell'impresa. Al Comando Provinciale dei VV.F. di La Spezia viene inoltre assegnata una medaglia d'oro di beenemeranza, che con la Coppa del 1944 è custodita in una bacheca di vetro all'interno della caserma. Alla città è donata infine una targa ricordo.

Ora che l'attuale società ha conquistato la promozione in Serie A, c'è la possibilità che una Commissione istituita ad hoc dalla FIGC assegni uno Scudetto effettivo allo Spezia, riconoscendo il giusto valore sportivo alla storica impresa dei Vigili del Fuoco, capaci di avere la meglio sul grande Torino nel Campionato di Guerra.