Alla fine del match, passeggiando per il prato di Anfield, Jurgen Klopp è stremato: porta la mano al cuore, posando per i tifosi che lo applaudono, mimando un "colpo al cuore". Perché questo, in fin dei conti, è stato il goal di Matip contro l'Ajax.
Una rete alla quale il Liverpool non credeva quasi più, dopo essere sbattuto sul muro eretto da Pasveer ed essere rimbalzato più volte sullo stesso, rivedendo gli incubi delle ultime settimane, in una giornata "particolare".
Non un singolo accenno alla Champions League, se non le patch e i cartelloni: nel prepartita non c'è spazio per l'inno, né per l'iconico pallone sbandierato a centrocampo. Solo un minuto di silenzio tributato alla Regina Elisabetta II, rispettato in maniera impeccabile dal pubblico presente.
Il resto lo ha detto il campo: al 17' Momo Salah conclude con il mancino un contropiede perfetto dei Reds, ma al 27' Kudus si gira in area, con una libertà imbarazzante, e conclude all'incrocio, con Alisson costretto a veder la palla insaccarsi in rete.
Nella ripresa, come detto, sale in cattedra Pasveer: almeno fino all'89', quando Matip stacca più in alto tra tutti sul calcio d'angolo battuto da Tsimikas. Non esulta nessuno.
Il perché è semplice: il pallone viene respinto sulla linea, ma poco oltre. L'orologio di Soares Dias, arbitro della gara, suona: Anfield esplode. Il Liverpool è in vantaggio.
Klopp è, iconicamente, con le mani in testa, sul cappellino, poi esulta: non ci crede. I Reds vincono e tornano al successo. Con un po' di timore.




