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Timo Werner Yussuf Poulsen RB Leipzig SC Freiburg 11252016Getty

Lipsia, Nizza e Basaksehir campioni? Perché si e perché no

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E' ancora fresca l'impresa del Leicester di Ranieri, ma in giro per l'Europa ci sono tre squadre che sognano di ripercorrere le orme delle Foxes nei rispettivi campionati. Si tratta di Lipsia, Nizza e Istanbul Basaksehir, rispettivamente capoliste a sorpresa di Bundesliga, Ligue 1 e Süper Lig.

Ma la domanda di tutti gli appasionati di calcio è solo una: alla fine riusciranno a vincere? Proviamo a spiegarvi perché sì... e perchè no.


PERCHE' SI'


HD Leicester City championsGetty Images

Perché il Leicester insegna che tutto è possibile, basta crederci. Nel calcio moderno, e specialmente in un campionato come la Premier League, era assolutamente impensabile che i ragazzi di Ranieri potessero mettersi alle spalle in un colpo solo Manchester City, Arsenal, Chelsea, United, Tottenham e Liverpool. Appena un anno prima del miracolo il Leicester evitava per un pelo la retrocessione in Championship e nel 2014 festeggiava il ritorno in Premier League a dieci anni di distanza dall'ultima volta. 

Un percorso simile a quello del Kaiserlautern, che a differenza del Leicester poteva vantare sicuramente un blasone più grande. Neopromossi in Bundesliga nella stagione 1997/98, la squadra guidata dall'uomo dei miracoli Otto Rehhagel e illuminata dalla stella nascente Michael Ballack vinse clamorosamente il campionato davanti alla corazzata Bayern,

E come dimenticare il Montpellier, che nel 2013 mandò in delirio la Francia intera vincendo la Ligue 1 in faccia al primo PSG degli sceicchi e di Ancelotti. In quella squadra, che solo tre anni prima veniva promossa in massima serie, c'erano un giovane Olivier Giroud e soprattutto Belhanda, che oggi sta vivendo lo stesso sogno con il Nizza.

Ultimamente l'impossibile e diventato possibile anche in Sudamerica grazie al Plaza Colonia, piccolissimo club uruguayano che nella scorsa stagione ha vinto il titolo davanti a mostri sacri come Penarol e Nacional Montevideo. Nel 2005 il Plaza Colonia non era arrivato nemmeno a iscriversi alla Segunda Divion uruguayana per problemi finanziari, dieci anni dopo ha rotto l'egemonia dei club di Montevideo per la seconda volta nella storia del calcio urugayano.


PERCHE' NO


CSKA RostovGetty Images

Perché spesso la differenza tra il sogno e l'illusione è sottilissima, impercettibile. Lo sa bene il Mainz che nel 2010 fece 30 punti come il Lipsia nelle prime 14 giornate, salvo poi concludere il campionato con un comunque rispettabilissimo quinto posto. Ma negli ultimi anni sono tante le squadre che dopo una partenza a razzo si sono sciolte, perché non abituate a gestire le pressioni di chi lotta per il vertice.

Nella scorsa stagione il Rostov stava per diventare il Leicester di Russia, rimanendo per gran parte della stagione al primo posto in classifica davanti a super potenze economiche come Spartak Mosca, CSKA e Zenit. Ha lottato punto a punto fino alla fine, ma poi si è rivelata decisiva la sconfitta contro l'ultimo in classifica e poi retrocesso Metallurg Saransk. Un passo falso causato dall'inesperienza e forse dalla paura di vincere.

La stessa che potrà colpire Lispia, Nizza e Basaksehir nel proseguio del campionato. Perché quella del "prima o poi scoppieranno" è una legge non scritta per le piccole squadre che fanno la voce grossa contro le big. Per vincere un campionato come hanno fatto il Leicester, il Montpellier e il Kaiserlautern ci vuole anche una congiunzione astrale che trasformi il sogno in realtà.


LA LORO STORIA


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Iniziamo dal Lipsia, che rispetto alle altre ha sicuramente la storia più controversa. Fondata dalla Red Bull nel 2009, ha scalato nel giro di poche stagioni la piramide del calcio tedesco arrampicandosi a suon di investimenti milionari sino alla Bundesliga. Considerata la squadra più odiata di Germania per essere praticamente nata in laboratorio e priva di una storia, è stata accusata anche di aver violato le normative del calcio tedesco che impediscono di intestare una società a un unico soggetto, in tal caso la Red Bull.

Il nome del club è RasenBallsport Leipzig, ma è abbastanza chiaro che le iniziali RB si riferiscano a qualcos'altro. In Germania infatti non è possibile inserire un marchio commerciale nel nome di una squadra, cosa che invece la Red Bull ha fatto in Austria con il Salisburgo. Il Lipsia è però andato avanti contro tutto e tutti, e oggi rappresenta una delle nuove realtà del calcio europeo.

Non è meno controversa la storia dell'Istanbul Basaksehir, fondato ufficialmente nel 2014 sulle ceneri dell' Istanbul Buyuksehir Belediyesi, di proprietà comunale, seguito da pochissimi tifosi. Le cose cambiarono con l'elezione del nuovo sindaco Kadir Topbas: il Basaksehir rimpiazzò il vecchio Istanbul BB, con una gestione privata e non più comunale che è riuscita a portare la squadra prima in Europa e ora sino alla vetta del campionato turco con 29 punti in 11 giornate.

Decisamente più normale la storia del Nizza, che negli anni '50 ha vissuto il suo periodo d'oro con 4 titoli di Francia conquistati. Poi il nulla, tra problemi finanziari e retrocessioni in Ligue 2, dove i rossoneri sono rimasti a lungo fino al 2002, l'anno dell'ultima promozione in Ligue 1. Con un bel progetto e una proprietà ambiziosa che hanno portato alla costruizione del nuovo stadio, il Nizza si è attestata tra le squadre migliori di Francia. Con Ben Arfa prima e Balotelli poi ha provveduto a far crescere l'appeal a livello internazionale del club, che potrebbe toccare livelli altissimi con l'eventuale vittoria del titolo.

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