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La gavetta di Lewandowski: dalla settima serie polacca alla leggenda

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E' lungo e spesso lastricato di difficoltà il cammino per diventare un grande interprete del tuo mestiere. Serve forza di volontà, pazienza e la risorsa più importante del pianeta: il tempo. Certo, c'è chi nasce con un dono, ma deve scoprire che proprio quel lavoro, quell'hobby o quel vecchio passatempo possono essere la sua vita da lì in avanti. A volte l'imparare non deriva dalla quantità del tempo passata dietro un mondo. A volte arriva dalla qualità dello stesso. Difficile dire quale sia il migliore nel mondo del calcio. Ci si divide tra chi afferma che la gavetta sia sempre più nobile rispetto a chi ha avuto tutto da subito, per fortuna, forza e qualità in un mix chiamato caos. Di certo il pallone ha storie di fuoriclasse in entrambi i sensi. Di crescita. di rivoluzione, di ascesa. Robert Lewandowski fa parte di chi, prima di brillare e divenire famoso in tutto il mondo, è dovuto passare per una, due, tre serie inferiori.

Prima di essere Lewandowski, il più grande bomber polacco della storia, era solo Robert. Era un buon giocatore come tanti altri nelle serie inferiori polacche, in una nazione alla disperata ricerca di un nuovo campione su cui formare il proprio movimento, dopo Boniek, Lato e Lubanski. Si pensava di puntare su un calciatore con padre italiano e madre nata nella Rzeczpospolita Polska, ovvero un altro Robert (ma guarda un po'), Acquafresca. La storia è andata diversamente, visto e considerando che dopo il rifiuto dell'ex Cagliari, deciso a puntare alla Nazionale azzurra grazie ai buoni dati in Sardegna, la Polonia cominciò a puntare forte su altri ragazzi. Su tutti, il ragazzino di Varsavia.

Nell'agosto 1988, la madre del nostro dà alla luce il figlio di Krzysztof Lewandowski, campione nazionale di judo che ha deciso di puntare sul calcio per sfamare la famiglia: il pallone porta denaro e le prestazioni alla Hutnik Varsavia sono positive. Anni luce lontane da quelle di Robert, che diventerà semplicemente il più grande attaccante di sempre della propria nazione. Essendo figlio d'arte, comincia sin da piccolo a ricevere lezioni importanti sul tocco di palla, la conclusione, il sapersi destreggiare. L'arte della pazienza in area, che si rivelerà fondamentale nella carriera.

Ci si aspetta di vedere Lewandowski al Borussia Dortmund prima e al Bayern Monaco poi, in Champions League letale e fuorilegge del goal in Bundesliga, sin dai primi anni di carriera. Un falso amico, verità errata tramandata dalla forza che trasuda il 33enne mister del goal, oramai tra i migliori dieci cannonieri della storia del calcio, davanti a Ibrahimovic, Zico, Di Stefano, Nordahl e Hugo Sanchez.

La verità sta nel mezzo, perché a ben vedere Lewandowski sarà acquistato dal Borussia Dortmund dopo aver compiuto 22 anni. Giovanissimo dunque, ma ancora acerbo rispetto allo standard di una Bundesliga che nel 2010 si sa far valere: dopo un primo anno di assestamento con otto reti, le successive annata saranno rispettivamente di 22-24-20-17-30-30-29-22-34-41, fino alle 13 nelle prime 11 gare del campionato tedesco 2021/2022. Un totale di 290 reti, senza considerare la Coppa di Germania, la Champions League e le altre competizioni. Vabbè, si parla di Lewa. Non serve aggiungere altro sul suo ultimo decennio.

La parte interessante e sognante, quella che ispira i ragazzi adolescenti di tutto il mondo, molto più di quanto fatto da Messi e Cristiano Ronaldo, è quanto ha lavorato Lewandowski per essere acquistato dal Borussia Dortmund. Il suo esordio non è stato tra i professionisti, bensì tra i dilettanti. In una prima squadra, si intende, dopo un lungo, e allo stesso tempo breve cammino nelle giovanili.

Lungo perché Lewandowski ha solo nove anni quando entra nelle giovanili del Delta Varsavia, compagine giallorossa della sua città che verrà ricordata nella storia del calcio per aver fatto crescere il ragazzo meraviglia. Corta, visto che nel 2004, a sedici anni, è già in prima squadra, saltando almeno due categorie giovanili. Ha una fame silenziosa, sorridente, positiva.

IL DELTA VARSAVIA: QUINTA SERIE, REGIONALE

Dopo aver osservato estasiato Roby Divin Codino Baggio prima e Del Piero poi, Lewandowski sceglie Henry come mito da seguire. La sua carriera non sarà quella sgusciante di nessuno dei tre e diventerà quella di un centravanti letale più propenso al goal da ogni posizione, ma gli idoli di sempre lo accompagneranno sia durante l'infanzia, sia nei modi di vedere l'area, attaccabile in ogni modo. Il Delta Varsavia milita nella quinta serie polacca, competizione a carattere regionale. Il metro e 85 di altezza non è accompagnato da un fisico possente: è ancora mingherlino, ma si fa valere, riuscendo a segnare quattro goal. La voce dello 'spillo' d'area si sparge velocemente nella capitale della nazionale, calcistica e non. E così, appena un anno dopo il suo esordio tra i grandi, abituati a far sentire i tacchetti per mettere in chiaro le cose, arriva la chiamata del Legia.

Lewandowski2008Getty

LA SECONDA SQUADRA DEL LEGIA: QUARTA SERIE

Nonostante si muova bene in area e segni con la regolarità per un ragazzo così giovane, il Legia Varsavia è consapevole di non poter buttare nella mischia Lewandowski nella massima serie. Rischia di bruciarsi o ancora peggio, di farsi male. Viene così aggregato alla seconda squadra, militante nella quarta. Firma un contratto annuale e poco prima della conclusione, rimedia un brutto infortunio al ginocchio che porta il club più importante della nazione a decidere che no, non è destino. Non vuole sobbarcarsi l'infortunio e la situazione in famiglia, visto che Krzysztof si sta per spegnere dopo una lunga malattia.

Il Legia Varsavia non se la sente, ma non ha neanche il coraggio di riferire a Lewandowski e famiglia la propria decisione: sarà la segretaria del club a comunicare la propria decisione di non prolungare il contratto. Qualcosa a cui Robert penserà a lungo, meditando di lasciare il calcio:

"E' stato uno dei giorni peggiori della mia vita. Mio padre se n’era andato. La mia carriera stava cadendo a pezzi. Dopo aver ricevuto la notizia, sono tornato in macchina dove mia madre mi stava aspettando e ho cominciato a piangere. Le ho detto cos’era successo.

Lei è stata fortissima e mi disse di non pensare al passato, fu lei a mettersi in contatto con il Znicz Pruszków, un piccolo club ma sempre nella stessa divisione del Legia. In realtà avevano voluto acquistarmi un paio di mesi prima e io avevo detto di no. Perché avrei dovuto lasciare il Legia per andare al Znicz Pruszków, pensai? Ma ora ero solo felice che mi volevano ancora, nonostante il mio infortunio: all’inizio non potevo nemmeno correre correttamente. Una delle mie gambe restava indietro rispetto all’altra, come se avessi un blocco di cemento intorno alla caviglia".

LO ZNICZ PRUSZKOW: TERZA SERIE, IL DESTINO

Mamma Lewandowski deve crescere il figlio da sola. Krzysztof è scomparso e Robert ha grossi dubbi, adolescenziali, ovvi, vista la grave perdita. Il Znicz ha bussato alla porta di casa Lewa, ma no grazie. E come ricorderà Lewandowski perchè dire sì, grazie? Il Legia è il Legia, lo Znicz solo lo Znicz. Non se la legano al dito a Pruszków, il primo rifiuto è solamente un sorriso di conferma al secondo tentativo. Nel 2008, a vent'anni, diventa il titolare nella quarta serie, segnando in maniera continua, cominciando a sbocciare. Sembra una 'semplice' storia strappa-lacrime, ma dopo aver affrontato un dolore così grande Lewandowski è già cresciuto e i 20 anni sono divenuti 30, per quanto sembra abituato a giocare tra i professionisti.

Segna 15 reti in 27 gare, vincendo la classifica cannonieri e spingendo di forza il Znicz Pruszków nella terza serie polacca. Il tutto dopo aver militato per un periodo anche nella seconda squadra, nella settima serie. Ripartiamo da quel 2007. Allora la Nazionale è in corsa per la qualificazione agli Europei dell'anno successivo, per la prima volta nella propria storia. Spoiler, ci riuscirà, fermandosi però al primo turno, come accaduto anche a Germania 2006. Manca qualcosa in avanti, l'esplosione di talento che arriverà con Lewandowski e i suoi fratelli, una generazione di ottimi giocatori non a livello, però, delle storiche rappresentative di anni '70 e '80, capaci di spingersi fino al quarto posto dei Mondiali. Altra storia.

L'attaccante principe della Polonia è Maciej Żurawski, devastante al Wisla Cracovia e dunque ottimo cannoniere anche al Celtic. La media in Nazionale non sarà però mai da top player, anche per dei compagni non proprio fuoriclasse e lontani dall'essere campioni. Buoni interpreti.

Robert Lewandowski Lech PosenGetty

IL LECH POZNAN: SALTO IN AVANTI, DALLA TERZA ALLA PRIMA SERIE

Quando Lewandowski vince anche il titolo di capocannoniere nel campionato di terza serie, la I Liga, aumentando il suo score a 21 centri in 32 presenze, uno dei club più importanti del paese, un Lech Poznan reduce dal successo in Puchar Polski (la coppa Nazionale polacca), undici anni dopo l'ultimo campionato vinto, decide di sceglierlo per la sua prima squadra.

Stavolta niente delusioni per mancati rinnovi, discese nella seconda squadra o tristi lutti famigliari. E' l'anno del primo Lewandowski, quello che comincia a far scalpore anche in giro per l'Europa: viene convocato in Nazionale e anche il grande pubblico comincia a capire che forse, chissà, può andare lontano. Segnare 14 reti all'esordio nella prima serie, con una maglia speciale, ma non sempre al top, come quella del Lech, portano ad interessamenti in lungo e in largo. Del resto ha 21 anni, comincia ad essere più forte fisicamente, reattivo, consapevole di sé stesso. Sa di essere forte con i piedi e non solo con la testa, per quanto passato.

Nel periodo prima, durante e dopo il Lech, sembra poter compiere il passo successivo: quello di abbandonare il calcio polacco, amato sì ma troppo limitante, per Premier League o Serie A. La Lazio è convinta, poi rinuncia. Il Genoa è convinto, poi rinuncia, Il Blackburn è convinto, poi rinuncia per cause di vulcuni maggiori (le ceneri dell'Eyjafjallajökull bloccarono in entrata e uscita i voli dal Regno Unito, proprio al momento dell'accordo).

E così Lewandowski, pagato 300.000 euro dal Lech Poznan, segna 41 goal in 82 gare. Il Borussia Dortmund si assicura il suo cartellino per 4 milioni di euro, nonostante le deludenti prestazioni in Nazionale (6 reti in 23 partite fin lì), sfruttando i mancati trasferimenti e un prezzo sì da record per il torneo polacco, ma contenuto per i gialloneri. Flop? Ok, niente di irreparabile. Top? Storia.

Chiudiamo così, inutile girarci attorno: 76 goal in 132 presenze con la Polonia. 616 in carriera tra club e Nazionale. Dieci volte calciatore polacco dell'anno. Ahia, Legia Varsavia. Ahia.

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