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Lestienne GenoaGetty

Estro e sregolatezza: Lestienne, la meteora del Genoa che disse di somigliare a Robben

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Thibaut Courtois, Kevin De Bruyne, Romelu Lukaku, Eden Hazard: nomi altisonanti, soltanto alcuni dei componenti della famosa generazione d'oro del Belgio, ancora a caccia di un trofeo che suggellerebbe alla grande il percorso di un gruppo forse irripetibile in futuro. Di questo calderone di campioni avrebbe potuto fare parte anche Maxime Lestienne, frenato come spesso accade da un carattere 'particolare' e non in sintonia con le dinamiche di un gruppo che punta a vincere sempre e comunque, conscio della propria forza.

Probabilmente Lestienne non ha mai compreso appieno le sue di qualità, rappresentate alla grande da un mancino sublime che lo rende fin da subito il classico jolly offensivo, più portato a far segnare i compagni che a cercare la soddisfazione personale. Impossibile non accorgersi di lui al Royal Excelsior Mouscron, il club della sua vita: l'ingresso nelle giovanili avviene a soli quattro anni e qui Lestienne trascorre tutta l'infanzia fino all'adolescenza, segnata dall'esordio in Jupiler Pro League a 16 anni.

E' ora che i maggiori club del Belgio iniziano a fare conoscenza con il suo sinistro, dando il via alle manovre per strapparlo al Mouscron, nel frattempo finito nel vortice della bancarotta: a spuntarla sulle concorrenti è il Club Brugge, teatro della definitiva consacrazione dopo due stagioni e mezza di 'ambientamento' alla nuova realtà. L'annata della svolta è la 2012/2013, quando a venir finalmente fuori è il vero Lestienne, il giocatore che tutti si aspettavano di vedere fin dai primi passi con le squadre giovanili: il bottino totale parla di 18 reti e 13 assist, che però non basta per aiutare i nerazzurri a vincere un trofeo. La storia si ripete nella stagione successiva: zero titoli per il Club Brugge, tante prime pagine conquistate da Lestienne che partecipa a 29 reti della squadra, attraverso rispettivamente 11 goal e 18 assist.

I tempi per un'esperienza diversa sono ormai maturi ma, a macchiare le prestazioni eccellenti in campo, è un episodio che pregiudica definitivamente il suo rapporto con la nazionale belga: a settembre 2013, prima di una sfida di qualificazione agli Europei Under 21 contro l'Italia, Lestienne viene sorpreso in dolce compagnia all'interno del ritiro. Questa leggerezza gli vale una squalifica di sei mesi da parte della Federcalcio locale e l'impossibilità di un esordio con i grandi, soltanto sfiorato a maggio dello stesso anno: nell'amichevole contro gli Stati Uniti resta in panchina, senza subentrare.

Gasperini Lestienne GenoaGetty

Quando il 1° settembre 2014 il Genoa ne ufficializza l'acquisto dai qatarioti dell'Al-Arabi in prestito con diritto di riscatto, è a conoscenza della bravata di Lestienne e di qualche comportamento un po' sopra le righe, preferendo però chiudere un occhio e dare precedenza al suo talento. Ad attrarre il 'Grifone' vi è anche la personalità del ragazzo, per nulla avvezzo alla falsa modestia.

"La Serie A è diversa dal campionato belga -le parole pronunciate durante la conferenza stampa di presentazione -, sono venuto qui per potermi misurare con una realtà nuova. Mi cercavano anche altri club, ma il Genoa si è mosso con più decisione e ha dimostrato di volermi più di tutti. Non giocherò in Qatar, voglio mostrare le mie qualità in Europa".
"Da piccolo il mio idolo era Totti, la maglia numero 16 richiama l'età in cui firmai il primo contratto da professionista. Penso di somigliare a Robben, naturalmente dovrò fare tanta strada. Sono mancino, ma credo di poter fare la differenza in tutti i ruoli d'attacco".

Quello del Genoa è un colpo in piena regola, certificato dalla concorrenza del Milan che alla fine ha dovuto piegarsi alla volontà del giocatore: a svelare il 'no' ai rossoneri è lo stesso Lestienne in un'intervista al 'Secolo XIX'.

"Il Milan mi voleva, ma io ho rifiutato. Ritenevo che Genova fosse la destinazione ideale per me. Il presidente Preziosi è stato il più veloce, avevo offerte anche dall’Inghilterra, ma io volevo l’Italia. Quando ho visto per la prima volta l’atmosfera che si respirava qui al ‘Ferraris’ me ne sono innamorato".

Che Lestienne sia un attaccante potenzialmente da mille e una notte lo si capisce fin da subito, dalla tecnica che risalta tra tutti gli interpreti in campo: a tradirlo - e non è un dettaglio - è la mancanza di continuità, sintomo antico che da sempre affligge gli atleti 'maledetti', destinati ad un avvenire diverso da quello preventivato nonostante doti fuori dal comune. I tifosi del Genoa fanno conoscenza con sprazzi d'alta scuola soltanto a intermittenza: contro il Sassuolo, alla diciannovesima giornata, Lestienne sforna il pezzo forte degli assist, mettendone a referto due nella stessa partita.

Di goal, però, nemmeno l'ombra, almeno fino al 23 maggio 2015: al 'Ferraris' va in scena Genoa-Inter, la gara che annulla del tutto le speranze nerazzurre di conquistare un posto nelle coppe europee della stagione successiva. I ragazzi di Roberto Mancini perdono in malo modo, in rimonta, passando dall'1-2 al 3-2 in favore dei liguri: la rete del momentaneo 2-2 è ad opera proprio di Lestienne, che sfrutta un pasticcio incredibile tra Handanovic e Ranocchia, depositando la sfera a porta del tutto vuota. Un goal facile facile che finisce dritto tra le statistiche degli almanacchi, ma che quasi non rende giustizia alle immense doti del belga, abituato a ben altri gesti tecnici di fattura decisamente più elevata.

Lestienne Genoa-Inter 2015Getty

Questa resta l'unica gioia personale nonostante l'ottimo sesto posto finale conquistato dal 'Grifone' di Gasperini, troppo poco per sperare in una riconferma: i 20 milioni previsti per il riscatto non vengono versati e per Lestienne si fa strada una nuova avventura in prestito, stavolta in Olanda con la maglia del PSV. Col club della Philips si riscopre avvezzo agli assist (ne realizzerà dieci in stagione), tralasciando l'aspetto realizzativo con appena tre reti all'attivo.

In Olanda Lestienne conquista una Supercoppa e una Eredivisie, quest'ultima in maniera rocambolesca e dopo un entusiasmante duello con l'Ajax, beffato all'ultima giornata dal pareggio sul campo del già retrocesso De Graafschap: il PSV invece fa bene il suo compito battendo il PEC Zwolle e chiudendo a quota 84 punti, due in più dei 'Lancieri' che in caso di arrivo in parità avrebbero fatto proprio il titolo grazie ad una migliore differenza reti.

Alla gioia del titolo si contrappone una disavventura capitata dopo il match d'andata vinto sul PEC Zwolle, il 20 dicembre 2015: Lestienne trascorre una notte in carcere assieme al compagno di squadra Jeroen Zoet, a sua volta colpevole di essersi opposto con le maniere forti alle forze dell'ordine intervenute per sedare una rissa con protagonisti i due, dalle circostanze mai del tutto chiarite.

PS LestienneGOAL

E' chiaro invece che il futuro di Lestienne non sarà più ad Eindhoven: nel luglio 2016 si interrompe la serie di prestiti col trasferimento a titolo definitivo al Rubin Kazan, dove Lestienne però non riuscirà mai ad incidere in due anni, prima di un infruttuoso altro prestito in Spagna al Malaga, terminato con il poco edificante dato di nessuna rete messa a segno.

A 26 anni, Lestienne si trova dunque ad un bivio, sfociato con la scelta di tornare in Belgio: ad accoglierlo è lo Standard Liegi, che però sembra lo specchio della carriera del suo talento, con tante delusioni (soprattutto in Europa) e un salto di qualità mai veramente avvenuto. Rispetto alle stagioni precedenti, le voci 'goal' e 'assist' tornano a popolarsi più che discretamente, fino al colpo di scena che decreta il definitivo allontanamento dal grande calcio: a gennaio 2022 c'è la firma con il Lion City Sailors, squadra militante nel massimo campionato di Singapore, non proprio il livello auspicato per un talento accostato ai crismi di un campione dagli entusiastici commenti dei primi anni di carriera.

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