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Kevin Lasagna VeronaGetty

Lasagna ritrova la 'sua' Udinese: prima sfida da ex dopo la cessione

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Kevin Lasagna è stato uno dei grandi protagonisti della sessione invernale di calciomercato. Il suo nome, nel corso delle settimane di gennaio, è stato accostato a quello di diversi club italiani e alla fine, ad avere la meglio su tutti, è stato il Verona che proprio in lui ha individuato il profilo giusto per rafforzare il suo reparto offensivo.

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Ivan Juric aveva bisogno di un elemento che abbinasse a buone qualità tecniche l’innata capacità di sapersi lanciare negli spazi aperti, ma anche quella di riuscire a valorizzare con i suoi movimenti il lavoro dei compagni di reparto. Doti queste che Lasagna, nel corso degli anni, ha ampiamente dimostrato di avere, tanto da meritarsi anche l’ingresso in pianta stabile nel giro della Nazionale Azzurra.

Sulle sue qualità sono in pochi ad avere dei dubbi ed è anche per questo che in molti hanno visto nel suo trasferimento una delle più importanti operazioni completate in Italia nel corso della finestra invernale di calciomercato. Ora starà solo a lui dimostrare di avere la capacità di adattarsi in tempi brevi ad una nuova realtà.

A favorirlo il fatto che sia cresciuto nel settore giovanile del Chievo, cosa questa che gli garantisce una certa confidenza con la città, ma anche un altro fattore importante: nell’ultimo anno e mezzo sono stati in molti coloro che sono riusciti ad integrarsi senza affanni nei meccanismi di gioco gialloblù pensati da Juric.

Lasagna ha già esordito con la sua nuova maglia sostituendo Nikola Kalinic (il suo alter ego all’Hellas) nel corso della sfida valida per il 20° turno di Serie A persa sul campo della Roma, quando ormai la partita era già ampiamente indirizzata (3-0 per i giallorossi), ma con ogni probabilità il suo vero e proprio primo banco di prova sarà contro la squadra che l’ha accolto giovanissimo nel 2017 e che gli ha dato la possibilità di imporsi ad alti livelli: l’Udinese.

Che fosse forte l’aveva infatti dimostrato già ai tempi del Carpi, quando contribuì in maniera determinante alla storica promozione dei biancorossi in Serie A, prima di confrontarsi per la prima volta con la massima serie. E’ stato però proprio ad Udine che ha avuto la grande occasione per fare il salto di qualità e crescere in un ambiente rivelatosi ideale per molti nel corso degli anni.

Kevin Lasagna Udinese NapoliGetty

Quelle in bianconero sono state stagioni fondamentali e vissute sempre da ottimo protagonista. Nelle tre annate completate in Friuli, in due occasioni è riuscito ad andare in doppia cifra in campionato, tra l’altro compiendo un importante exploit nella sua prima stagione: ha segnato per cinque partite di fila, cosa che a Udine a nessuno riusciva dal 2010, ovvero dai tempi di un certo Di Natale.

Dodici goal il primo anno, sei il secondo, dieci il terzo, molti dei quali con quella fascia di capitano al braccio ereditata da Behrami, che poi è passata per scelta della società a De Paul nel corso di questa stagione.

Proprio la 2020/21 è stata sin qui per Lasagna la più avara di soddisfazioni dal punto di vista realizzativo. Appena due goal segnati in diciassette presenze, accompagnati dalla sensazione di non essere più riuscito ad abbinare al solito lavoro profuso per favorire la manovra della squadra, la buona confidenza con la rete, ma probabilmente per lui era semplicemente arrivato il momento di provare qualcosa di diverso altrove.

“Quando ho saputo del Verona non ci ho pensato molto su. Sapevo che un trasferimento mi avrebbe solo portato dei benefici. Sono arrivato in una squadra in continua crescita e che penso abbia ambizioni importanti. Ho scelto subito e l’ho fatto avendo anche gli Europei come obiettivo. So che se farò bene qui, sarà più facile essere convocato. E’ vero che dal punto di vista dei goal in questa stagione non sono partito benissimo, ma credo che questo cambio di maglia mi possa dare gli stimoli per andare di nuovo in doppia cifra”.

Lasagna è quindi ripartito da Verona per fare un ulteriore step, ma non ci sono dubbi sul fatto che una parte di cuore sia rimasta ad Udine. Nel congedarsi ha infatti dedicato proprio alla città che l’ha accolto e alla squadra che l’ha aiutato a diventare uno degli attaccanti più apprezzati della Serie A, solo parole di gratitudine.

“GRAZIE UDINE. Città che mi ha accolto fin da subito, nella quale sono cresciuto e dove ho messo le basi della mia famiglia.

Ho cercato di ricambiare l’affetto ricevuto dando sempre tutto in campo con questa maglia.

Anni intensi di battaglie, emozioni e obiettivi raggiunti, tutti insieme... grazie al vostro supporto.

Aver rappresentato la storica società bianconera e aver potuto indossare la fascia da capitano è stato per me motivo di grande orgoglio. GRAZIE”.

Ecco perché Udinese-Verona sarà soprattutto la sua partita.

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