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Benjamin Onwuachi-

La grande illusione di Benjamin: dal goal all'esordio con la Juve alla Serie A libanese

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Una notte da predestinato. Una soltanto. Una notte per lasciare il segno e per porre le basi in prospettiva di qualcosa di veramente importante. Una notte, sì, destinata però a rimanere incisa nella storia come un episodio isolato. Un lampo nel buio. Prima di instradarsi sulla triste via del dimenticatoio.

Un grande classico nella storia del calcio. Una racconta infinita, della quale fa parte anche Benjamin Onwuachi. Uno che di esordi da urlo se ne intende. Uno - dei tanti - che purtroppo non è riuscito ad imprimere il proprio nome ad alti livelli, imboccando rapidamente la discesa nonostante i presupposti decisamente altisonanti.

Nato a Lagos (in Nigeria) il 9 aprile 1984, i primi passi con il pallone tra i piedi, Benjamin li muove in Italia - dove si trasferisce a 18 anni - entrando a far parte del settore giovanile della Reggiana. Da subito mostra una spiccata confidenza con il goal, al punto da arrivare a segnarne addirittura 40 in una sola stagione con la formazione Berretti vincendo lo Scudetto di categoria. Un biglietto da visita niente male che strega gli scout della Juventus - contro cui aveva segnato tre reti ai playoff - decisi ad affondare il colpo. L'assegno da 600 mila euro da versare nelle casse emiliane è il lasciapassare definitivo. A partire dall'estate del 2003, Benjamin è bianconero.

A Torino impiega pochissimo tempo per ambientarsi e, soprattutto, per diventare l'attaccante di riferimento della formazione Primavera, formando una coppia dall'alto coefficiente realizzativo al fianco di Raffaele Palladino. In tandem con l'attuale tecnico del Monza, Benjamin è una sentenza e i goal arrivano a grappoli. Leggere il suo nome sul tabellino dei marcatori equivale a vedere il sole sorgere al mattino: una legge non scritta. Che sia campionato o Torneo di Viareggio la musica non cambia mai. Benjamin si toglie persino lo sfizio di segnare a Buffon nel classico vernissage estivo di Villar Perosa e il pensiero comune è che il ragazzo sia nato sotto una buona stella e con uno scopo soltanto: fare goal.

Benjamin Onwuachi-

Le sue prestazioni non passano di certo inosservate agli occhi di Marcello Lippi che, intrigato dal suo talento, decide di fargli assaporare con maggiore frequenza l'ambiente della prima squadra. Dai primi allenamenti spesi a dividere campo e spogliatoio con i vari Del Piero, Conte e Nedved, fino al 28 novembre 2003. Un giorno come tanti altri, ma solo in apparenza.

La Juventus è impegnata all' 'Artemio Franchi' di Siena per la gara d'andata degli ottavi di finale di Coppa Italia e al termine della prima frazione di gioco, i bianconeri sono sotto 1-0 per mano di Rubino. Al 58', però, la storia del match è destinata a cambiare. Lippi fa alzare dalla panchina il talento di Lagos e lo inserisce in campo al posto di Ruben Olivera. La Juve risale gradualmente la china cogliendo il pari con Zalayeta al 73' e nove minuti più tardi confeziona il sorpasso. Con chi? Ovviamente con Benjamin. L'enfant prodige del vivaio bianconero si infila tra le maglie della difesa toscana e al cospetto di Fortin insacca con grande freddezza griffando il definitivo 2-1. Tutto vero.

Benjamin va in goal nella partita che segna non solo il suo esordio con la Juventus, ma anche il suo debutto tra i professionisti. Solamente ventiquattro minuti per sfruttare la grande occasione e prendersi la Vecchia Signora. Missione compiuta.

Come un sogno ad occhi aperti. La più bella delle favole scritta da colui che sembra avere un destino già tracciato, prefiguratogli da madre natura. E invece, nulla di tutto ciò. Nessuno, in quel momento, può anche lontanamente immaginarlo, ma quella contro il Siena non sarà solo la prima gara di Benjamin in maglia zebrata. Sarà anche l'ultima.

L'estate successiva,infatti, è portatrice di grandi cambiamenti all'ombra della Mole: Lippi saluta e al suo posto arriva Fabio Capello e la Juve mette mano anche al reparto d'attacco che, oltre a Del Piero e Trezeguet, viene puntellato dall'arrivo di Ibrahimovic dall'Ajax. Morale della favola, per Benjamin di spazio non ce n'è.

Il club zebrato, onde evitare di smarrire un talento comunque in rampa di lancio, opta per la proverbiale gavetta e nella fattispecie lo gira in prestito alla Salernitana, in Serie B. Quello cadetto ha tutti i crismi della vetrina ideale per poter spiccare definitivamente il volo, ma in Campania la scintilla non si accende e l'annata 2004/05 si chiude con appena 4 reti in 15 apparizioni. Come se non bastasse, la società granata fallisce l'11 agosto 2015 a causa di pesanti inadempienze finanziarie e Benjamin viene così indirizzato - questa volta a titolo definitivo - verso lo Standard Liegi. Una firma che certifica il suo addio alla Juve dopo una presenza, un goal e tanti, tantissimi rimpianti per quello che sarebbe potuto essere.

Dal Belgio inizia il suo incessante girovagare da un angolo all'altro del globo e, contestualmente, il suo allontanamento verso la periferia calcistica euroea: con lo Standard non gioca nemmeno una partita, a causa di presunte irregolarità nel trasferimento che mobilitano la Guardia di Finanza e che spingono il club a separarsi immediatamente dal calciatore.

L'itinerario propone invece come tappe successive Grecia, Albania e Cipro: a credere in lui è lo Ionikos che però dopo un anno lo parcheggia prima all'FK Tirana e successivamente all'APOEL Nicosia, con cui esordisce nella vecchia Coppa UEFA.

Benjamin OnwuachiGetty

Con il club greco segna 21 goal in 70 partite dal 2007 al 2009, ma nonostante un bottino comunque onorevole il feeling non sboccia e dopo la parentesi di Nicosia viene ceduto a titolo definitivo ad un'altra formazione ellenica, il Kavala, squadra con cui segnerà il maggior numero di goal in carriera: 24 dal 2009 al 2011.

Per Benjamin, però, la stabilità è un concetto ignoto e la costante ricerca del cambiamento dà vita ad un compulsivo andirivieni sull'asse Grecia-Cipro. Dopo il Kavala, torna in terra cipriota e firma con l'AEL Limassol (con cui vince un campionato) e poi di nuovo Grecia dove nel giro di un anno e mezzo si diletta con le maglie di Panetolikos, Skoda Xanthi e Iraklis. Andate e ritorni, infinite ripartenze, ma del talento capace di stregare Lippi e la Juve non vi è più alcuna traccia.

Nell'estate del 2014 cerca di dare nuova linfa alla propria carriera mollando la 'comfort zone' greca e trasferendosi in Romania, dove ad accoglierlo c'è l'Otelul Galati. La volta buona? Ma figurati. La liaison dura due mesi, giusto il tempo di fare le valigie e tentare l'ennesimo salto nel buio. Dove? Nella Premier League Libanese. Proprio così, perché Benjamin firma con il Salam Zgharta addentrandosi in un contesto inedito come quello mediorientale. E anche qui sarà toccata e fuga: una presenza ufficiale, qualche stretta di mano e arrivederci.

Dopo oltre un anno da svincolato, a fine 2016 fa ritorno nella sua amata Grecia per giocare con l'Eginiakos, sodalizio dal quale si separerà dopo appena quattro mesi.

Gli ultimi scampoli del Benjamin calciatore lo vedono protagonista - per modo di dire - in Belgio con il Banneux e in Italia con i dilettanti dei Nerostellati e della Folgore Rubiera.

Da ormai quattro anni è invece svincolato, in attesa di una chiamata che ad anni 38 (quasi 39) sembra ormai una speranza vana. Riavvolgendo il nastro della sua carriera, ci riesce difficile pensare che Benjamin non sia mai tornato con la mente a quel 25 novembre 2003.

Il giorno che avrebbe potuto fare da spartiacque alla sua vita professionale e che invece è divenuto il pallido e impolverato ricordo di una stella rimasta accesa per troppo poco tempo. Per una notte soltanto.

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