Makoto Hasebe ha 38 anni ed è sempre stato un ottimo mestierante della Bundesliga. È il giocatore asiatico con più presenze nella storia del massimo campionato tedesco e uno degli stranieri con più presenze in assoluto: solo Claudio Pizarro, Lewandowski e Caligiuri (che però è per metà tedesco) gli stanno davanti.
362 presenze spalmate su 14 anni, iniziate con il trasferimento al Wolfsburg nel 2008 e riempite di soddisfazioni: il titolo vinto nel 2009 da titolare, poi la Coppa di Germania del 2018 e l’Europa League del 2022 con l’EintrachtFrancoforte, club in cui gioca dal 2014 dopo un passaggio di un anno al Norimberga.
Quest’anno è tornato a giocare in ChampionsLeague a 13 anni di distanza dall’ultima volta, che era stata nella stagione 2009/10 con il Wolfsburg, esperienza chiusa con un’amara eliminazione ai gironi. Altri tempi per Makoto, che al tempo giocava come centrocampista.
Negli ultimi anni a Francoforte, invece, si è reinventato come difensorecentrale, soprattutto come perno di una difesa a tre. Non sempre è stato un titolare fisso, ma ha sempre avuto i suoi spazi. Anche quest’anno, dopo il ritiro di Martin Hinteregger in estate, si è ritrovato ad essere essenziale dopo la scelta di Oliver Glasner di tornare ad una difesa a 3, dopo alcune partitegiocate a 4.
E pensare che a giugno Hasebe avrebbe potuto appendere gli scarpini al chiodo per passare ad un ruolo tecnico, cosa che farà comunque al termine di questa stagione: ha firmato un nuovo contratto che lo lega al club dell’Assia fino al 2027, ma dal 2023 sarà membro dello staff di Glasner, continuando la sua vita in Germania — dove si è subito ambientato, anche grazie al letture dei libri di Göthe.
D’altronde il giapponese è ancora in splendida condizione e non manca di dimostrarlo: è una atleta modello, con una cura del corpo quasi maniacale, con tutti i limiti imposti dalla sua stazza: arriva a malapena al metro e 80, non l’ideale per un difensore, e non parliamo certo di un giocatore particolarmente fisicato. Sarebbe normale se soffrisse i duelli contro giocatori più alti e più forti.
Prendete HarryKane per esempio. Quello tra i due in Eintracht-Tottenham, match finito 0-0, era un confronto apparentemente impari, anche perché parliamo di uno dei migliori realizzatori del mondo. In effetti uno scontro impari lo è stato, sì, ma in favore del 38enne Hasebe, che è entrato sotto pelle alla stella degli Spurs offrendo una prestazione monumentale.
(C)Getty Images12 palloni recuperati complessivi, più di chiunque altro in campo, il 100% dei duelli vinti (compresi quelli aerei), zero falli commessi e al contrario 3 subiti, forzandogli anche un giallo a Kane, autore di un intervento di pura frustrazione e successive proteste nel finale. La partita dell’inglese si è chiusa con 17 palle perse, più di tutti gli altri suoi compagni. Un paio di conclusioni in porta, sì, ma zero gol e voti bassissimi in tutte l pagelle.
“È stata una prestazione incredibile, di classe mondiale. Il modo in cui ha limitato Harry Kane è stato straordinario” sono state le parole del suo allenatore Oliver Glasner nel dopo gara.
Non che il tecnico comunque si sia sorpreso, così come non si è sorpreso nessun tifoso delle Adler.
“Il duello sarà stato combattuto e impegnativo per Kane, Makoto al massimo ha un po’ di dolore al polso” ha scritto un fan su Twitter.
E pensare che si dovrebbe ritirare a giugno.




