Mateo Kovacic sarà sempre accompagnato da un enorme paradosso: da otto anni gioca nelle più famose squadre del mondo, ma viene dipinto come un giocatore dal talento sprecato, uno che non è mai esploso ed uno che non vale i soldi che le varie squadre hanno speso per lui. E in fin dei conti si tratta di un calciatore di appena 27 anni, che conta in bacheca TRE Champions League, 88 presenze in Premier League, 80 in Serie A, 73 in Liga e 66 con la Nazionale Croata. Quindi, la domanda sorge spontanea, di quale fallimento stiamo parlando?
Beh, non bisogna dare torto a chi giudica Mateo Kovacic un giocatore mai esploso o un talento sprecato. Perché in fondo è vero: sta tutto nelle aspettative degli occhi di chi guarda. Senza sapere nulla della sua storia, senza conoscere i suoi primi anni alla Dinamo Zagabria e all’Inter, potremmo parlare di un onesto centrocampista, uno che ha vinto un po’ ovunque, che ha giocato titolare nel Chelsea e nell’Inter, che ha dato il suo contributo al Real Madrid più vincente delle ultime decadi e che da anni possiede i gradi di titolare della Croazia.
Getty ImagesCosa volere di più? Tutto, se possiedi nei piedi un talento smisurato. Tutto, se vieni acquistato dall’Inter a soli 18 anni per 15 milioni di euro. Molti più goal, ad esempio, se di ruolo fai il centrocampista offensivo ed invece ad oggi ti ritrovi con 21 reti realizzate in 408 presenze con i club. Costanza, perseveranza e determinazione, ad esempio. Tutte qualità che Mateo Kovacic pare abbia perso per strada nel corso degli anni.
Dopo essersi messo in luce in Croazia con la maglia della Dinamo Zagabria, l’Inter lo porta a Milano nel gennaio del 2013, affidandolo ad Andrea Stramaccioni. Si tratta di una stagione opaca e sfortunata per i nerazzurri, ma il giovane croato per tutta la seconda metà di stagione dimostra di avere lampi notevoli: in particolare i tifosi di San Siro restano estasiati ad ogni suo slalom palla al piede, con gli avversari saltati come birilli dalla metà campo in avanti.
Tante aspettative per la stagione successiva, ma con Walter Mazzarri tra il 2013 ed il 2014 il croato perde un po’ di quella verve offensiva, ingabbiato forse troppo negli schemi difensivi e nel 3-5-2 dell’ex tecnico del Napoli. L’anno seguente, però, il croato sembra, nei primi mesi della stagione, un calciatore pronto ad esplodere. Trova le prime reti con l'Inter, realizzando una tripletta allo Stjarnan, parte bene in campionato con due goal nelle prime tre giornate. Poi, però, nuovamente il vuoto. Tante belle giocate che non portano a nulla, qualche infortunio di troppo e l’incompatibilità con Roberto Mancini, che a metà campionato sostituisce Mazzarri.
Risultato? La fine di una storia d’amore che per molti tifosi rappresenta ancora una ferita aperta e la cessione al Real Madrid. E pensare che le prime parole di Mateo Kovacic da giocatore dell’Inter, affidate ai canali ufficiali della società il 31 gennaio del 2013, facevano presagire qualcosa di più, qualcosa che invece si è solo materializzato leggermente, prima di dissolversi nel nulla due anni dopo.
“È stato tutto molto veloce: mi stavo allenando con la Dinamo e il mio allenatore mi ha comunicato che sarei venuto a giocare all'Inter. Gli ho risposto: "Sul serio?". Per me è stato un sogno e ora non riesco a spiegare bene che cosa provo. Sono molto felice di essere qui perchè l'Inter è un grande club e darò il massimo. Ero ancora un bambino e l'Inter vinceva molti trofei. E' uno dei maggiori club in Europa e in Italia. Sono felice di far parte di una squadra come questa e spero di rimanere qui a lungo".
Mateo Kovacic, come detto, verrà ceduto al Real Madrid, con l’Inter in difficoltà economica ed un’offerta da 38 milioni di euro impossibile da rifiutare, anche perché il croato nel mentre aveva fallito a più riprese l’appuntamento con l’esplosione tanto attesa.
Esplosione che, al netto di un palmares da fare invidia a chiunque, è mancata anche nell’avventura con la maglia del Real Madrid. In Spagna il centrocampista croato è stato capace di vincere tre Champions League consecutive, altrettanti Mondiali per Club, una Liga, una Supercoppa Spagnalo e anche due Supercoppe Europee.
Ma senza mai essere un perno della squadra di Madrid. Zidane non gli ha affidato mai le chiavi del centrocampo, non è mai stato un titolare, se non per qualche partita. Una concorrenza troppo complicata da scalfire, con Modric, Kroos e Casemiro intoccabili, per anni e anni, nello scacchiere del Real.
Anni dopo, trascorsa la prima stagione al Chelsea, Mateo Kovacic parlerà in questi termini della sua avventura al Real Madrid, ammettendo di aver trascorso anni difficili in Spagna. Ma, a distanza di quattro anni, dimostrava anche di non aver mai dimenticato l’Inter:
“La mancanza di continuità è un problema nella mia carriera, è successo tutto troppo in fretta per me. Ho trascorso tre anni difficili a Madrid. Non ho avuto la continuità di cui avevo bisogno. Il mio anno più importante è stato il primo all’Inter, ho segnato tanti goal. Non ho mai avuto la pressione di dover segnare a tutti i costi, non sono mai stato ossessionato da questo”.
Ma intanto, nonostante le buone premesse iniziali e tanta buona volontà, anche al Chelsea il giocatore fatica. Il primo anno, sotto la gestione di Maurizio Sarri, vive sicuramente la sua migliore annata in Inghilterra. Titolarissimo dei Blues, 51 partite giocate tra tutte le competizioni e la ciliegina sulla torta della vittoria in Europa League, in finale contro l’Arsenal. Eppure per il centrocampista croato, nonostante tutte queste presenze, non arriverà nemmeno un goal.
Dopo l’addio di Maurizio Sarri, arriva Frank Lampard, e anche nella seconda stagione al Chelsea (che nel mentre lo ha riscattato per la cifra monstre di 45 milioni di euro), è titolare del Chelsea. Qualche presenza in meno ma il primo e unico goal in Premier League della sua carriera: una rete inutile in una sconfitta contro l’Everton per tre a uno.
Da questo momento in poi, tra la seconda stagione con Lampard e l’inizio dell’avventura con Tuchel, qualcosa si rompe tra Kovacic e l’ambiente Chelsea. Il croato non è più un titolare della squadra londinese, la concorrenza è aumentata a dismisura dopo il mercato faraonico dell’ultima estate e anche i tifosi, così come successo all’Inter e al Real Madrid, si sono un po’ stufati dell’inconsistenza di Mateo. Che, intanto, potrebbe mettere in bacheca la quarta Champions League della sua carriera.
Al termine della stagione, c’è da scommetterci, tornerà in auge ancora una volta un presunto ritorno di fiamma dell’Inter. Già, perché ad ogni (o quasi) campagna acquisti, c’è chi associa il nome di Kovacic ancora all’Inter, e a dirla tutta qualcosa di vero c’è stato in passato, anche nell’ultima annata disputata al Real Madrid.
Questo succede perché tutti, ma proprio tutti, in casa Inter hanno ancora un forte rimpianto per quello che poteva diventare Kovacic a San Siro con un pizzico in più di fortuna e costanza: d’altronde il croato ha ancora soltanto 27 anni e non c’è motivo per non pensare che il picco della sua carriera possa ancora arrivare. Chissà che non succeda proprio in Serie A...
