Ratisbona ed Herzogenaurach distano tra loro soltanto un centinaio di chilometri. La prima è una città storica della Germania fondata in epoca romana, il cui centro è patrimonio Unesco. L’altra è nota sostanzialmente solo per essere la sede dell’Adidas. A parte il Land di appartenenza, i due centri non hanno granché in comune. I punti di contatto tra una delle principali case di abbigliamento sportivo e una città di neanche duecentomila abitanti senza grande tradizione calcistica, insomma, sono veramente pochi.
Eppure, nel 2015 gli uomini di Adidas andando a Ratisbona hanno deciso di fare la storia. KenanYildiz aveva solo 10 anni quando il brand delle tre strisce ha riconosciuto in lui uno dei più grandi talenti in circolazione e ha deciso di metterlo sotto contratto, battendo ogni record di precocità in termini di accordi tra atleti e brand sportivi.
Ci avevano visto lungo. E non solo loro. Qualche anno prima di quella firma, forse la più importante della sua vita, il classe 2005 ne aveva apposta un’altra: sul contratto che lo aveva legato al BayernMonaco, che non si è lasciato scappare il gioiello di origini turche da parte di papà, ma nato e cresciuto nel sud-est della Germania.
La sua tecnica sopraffina aveva rapito gli addetti ai lavori e gli scout già in tenera età. In effetti il modo in cui il pallone rimaneva attaccato al piede di Yildiz era quello dei grandissimi. Crescendo, è diventato sempre più il classico ‘numero 10’, strappando paragoni con Mesut Özil — vuoi per la posizione in campo, vuoi per le origini. Grande tecnica, visione, dribbling, con un po’ di leziosità da limare.
Crescere al Campus del Bayern, d’altronde, è sinonimo di assoluta qualità. Le migliori strutture, i migliori allenatori. Sin da subito il giovane Kenan si è imposto come uno dei migliori elementi del settore giovanile. Insieme a lui, Paul Wanner ed Arjon Ibrahimovic, quest’ultimo non imparentato con il più celebre Zlatan. Tre coetanei, tre fantasisti cresciuti insieme, ma che oggi hanno tre presenti molto distanti tra di loro.
Ibrahimovic, infatti, è ancora nei ranghi delle giovanili bavaresi. Wanner invece ha già fatto il salto in prima squadra, firmato un contratto che a 18 anni lo renderà automaticamente professionista ed è regolarmente aggregato al gruppo di Julian Nagelsmann. Yildiz, invece, ha cambiato totalmente prospettiva, scegliendo di andare alla Juventus a parametro zero. I bianconeri hanno versato solo un compenso simbolico, un contributo di solidarietà.
“Kenan è stato con noi per dieci anni - ha dichiarato il responsabile del settore giovanile del Bayern Monaco Jochen Saier - Il fatto che le nostre strade si siano separate è dovuto anche alle diverse valutazioni economiche. Per la sua partenza abbiamo ricevuto un'indennità di formazione internazionale molto ragionevole nella fascia media di sei cifre. In questo modo si copre la spesa finanziaria per la formazione. E quando Kenan poi giocherà in Bundesliga o in Champions League, ne saremo orgogliosi, perché sarà un ottimo riconoscimento e un premio per il nostro lavoro giovanile”.
Su di lui c’era il forte interessamento anche del Barcellona, ma alla fine l’offerta bianconera ha prevalso. Maggiormente soddisfacente rispetto a quella del Bayern Monaco, che il giocatore ed il suo entourage hanno rifiutato. Qualcuno ha parlato anche di ‘vendetta’ della Juve nei confronti dei campioni di Germania, a seguito del trasferimento dell’attaccante classe 2006 Manuel Pisano nel mese di maggio.
In Baviera il percorso di crescita di Yildiz è stato frenato da alcune problematiche fisiche, una crescita troppo rapida ed eccessiva rispetto all’età, ma anche di natura ambientale: si dice infatti che sia stato una delle vittime delle accuse razziste da parte di uno degli allenatori delle giovanili, scandalo scoppiato negli scorsi mesi e che ha portato all’allontanamento di alcuni giocatori. Il suo talento e la fiducia in sé stesso lo hanno aiutato ad andare oltre. Nella scorsa stagione ha iniziato con l’Under-17, ma dopo 4 goal e 5 assist in 8 partite e un dominio tecnico palese è stato promosso in Under-19, con cui ha disputato anche la Youth League.
Non è mai riuscito a fare il salto in prima squadra, ma nemmeno in seconda, altra ragione per cui probabilmente ha deciso di lasciare la Germania. Non per snobismo, più per una sovrapposizione: la scelta del Bayern di puntare su Wanner lo ha penalizzato. E a Torino si augura che le cose vadano diversamente.
“Per ogni 6-7 talenti che abbiamo in ogni fascia d’età, sappiamo che solo un paio riescono fare il salto in prima squadra. Bisogna accettare anche il rischio di perdere alcuni di loro”, ha aggiunto Saier.
Si è subito aggregato alla primavera di PaoloMontero, segnando contro il Valencia alla prima amichevole. Poi una tripletta da urlo nella finale del torneo di Aesch, sempre contro gli spagnoli. Quindi una doppietta nel derby, quando è subentrato a mezz'ora dalla fine contribuendo alla clamorosa rimonta da 3-1 a 3-4. La stagione è lunga e Yildiz ha voglia di convincere anche in Italia. Obiettivo: prendersi la prima squadra. La strada è appena iniziata.
