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Kante Mahrez GFX

Kanté e Mahrez, amici e rivali: dalla Ligue 2 al Leicester, fino alla finale di Champions

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27 settembre 2013, nona giornata della Ligue 2. Il Caen sfida il Le Havre. Tutti gli occhi erano puntati su Jérome Rothen, ex PSG e Monaco, tornato nella squadra dei suoi inizi per provare a riportarla in Ligue 1. La partita è finita 1-0 con goal decisivo del nazionale marocchino Fajr.

Quel giorno forse al massimo una decina di spettatori sugli 11mila presenti allo stadio Michel-d’Ornano poteva immaginare che un testa a testa in campo si sarebbe riproposto otto anni dopo in finale di Champions League. Da un lato N’Golo Kanté, dall’altra Riyad Mahrez.

Quando si parla di intrecci del destino, la storia che lega il centrocampista francese e il fantasista algerino lo è per antonomasia. Entrambi hanno vissuto un percorso molto simile.

“Ne abbiamo parlato - ha dichiarato Kanté al sito dell’UEFA - Abbiamo realizzato che è qualcosa  di eccezionale. È servito tanto lavoro per arrivare fino a qui dalla Ligue 2, tanta perseveranza. In campo e in allenamento. Ora entrambi vogliamo vincere. Non ci saranno amicizie”.

Nella stagione 2013/14 sono stati grandi protagonisti della seconda serie francese. Kanté ha ottenuto la promozione con il suo Caen, mentre Mahrez non è mai riuscito a portare il suo Le Havre nella massima serie. Entrambi nati nel 1991, entrambi arrivati al Leicester negli anni a seguire. Mahrez nel gennaio 2014, Kanté nell’estate del 2015. Per riscrivere di nuovo la storia, insieme.

Quello del 27 settembre è rimasto l’unico incrocio di Kanté e Mahrez prima di ritrovarsi compagni. Non si conoscevano, se non probabilmente di fama. Entrambi sono nati nella regione dell’Île-de-France, intorno a Parigi. Entrambi sono arrivati ad essere professionisti nel silenzio. Entrambi sono arrivati in Premier League dall’entrata secondaria. Apparentemente.

Riyad Mahrez N'golo Kante Manchester City ChelseaGetty Images

Nel Leicester 2015/16 - basta la stagione - entrambi sono stati protagonisti indiscussi. L’asse del centrocampo, completato da Drinkwater e Albrighton. È stata l’unica annata che hanno vissuto da compagni di squadra. L’hanno bagnata con il miracolo forse più incredibile dell’ultimo ventennio calcistico.

"Sono orgoglioso di averli allenati e di poterli rivedere prossimi protagonisti nella finale di Champions - ha affermato ClaudioRanieri alla 'Gazzetta dello Sport' - Li ho aiutati, certo, ma non è merito mio. Perché noi tecnici, quando abbiamo dei campioni in squadra, possiamo solo aiutarli. Tutto il resto è merito delle loro qualità. Se oggi Kanté mi parlasse all’orecchio, neppure lo riconoscerei. Non parlava mai, ma sorrideva sempre. Per me è una grande soddisfazione sapere che entrambi giocheranno la finale di Champions".

Il primo ad andarsene è stato Kanté, un paio d’anni dopo lo ha emulato anche Mahrez, per il quale le Foxes erano diventate ormai decisamente troppo strette. Ha scelto il Manchester City e Pep Guardiola. Al contrario dell’amico che ha optato per il Chelsea e ha vinto di nuovo la Premier alla prima stagione. Stesso destino per l'algerino.

In campo sono diventati avversari, ormai definitivamente. Sono stati protagonisti delle battaglie sportive sull'asse Londra-Manchester. Lo saranno anche in finale di Champions League questa sera sul campo di Oporto. Da protagonisti: entrambi sono stati man of the match nella semifinale.

Da quel 27 settembre 2013 sono trascorsi esattamente 2801 giorni. Era il loro primo incontro. Certamente non sarà l'ultimo. Difficilmente però ce ne sarà uno più importante.

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