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Sì perchè alla fine la Juventus ha creato, ha messo in difficoltà centrocampo e difesa della Lokomotiv, ondeggiando tra il pericolo estremo e il vorrei ma non posso. Credendoci non al massimo delle proprie forze, ma dimostrando di aver messo un mattoncino in più nella costruzione del pensiero Sarri.
Basti infatti pensare che - come riportato da Opta - il 77,8% di possesso palla finale non si era mai verificato negli ultimi sedici anni di Champions della Juventus: dal 2003 la Juventus ha giocato due finali, giocato ottime campagne europee, sopratutto con Allegri, senza però mai realmente spiccare per bel gioco e costruzione della manovra in questo modo.
Un tiro al bersaglio contro la Lokomotiva Mosca, che fino alla doppietta di Dybala è stato però oscurato dallo svantaggio. Non ha creato tanto Madama, ma tantissimo. Più che la nomea di cecchina, però, quella di vecchia signora dotata di una mira a dir poco approsimativa.
Del resto sempre considerato gli ultimi due decenni, solamente nel 2012 contro il Nordsjaelland la Juventus andò al tiro in più occasioni: 33 contro 28. Cristiano Ronaldo, Higuain, Dybala, ci hanno provato tutti man mano, consapevoli che il possesso palla può influire, ma non completamente. Arrivare in porta in maniera spettacolare si può, ma messi alle strette la conclusione da fuori è necessaria: Dybala, Alex Sandro (respinta, goal).
La terza sfida dei gironi di Champions è un grosso insegnamento per Sarri e i suoi giocatori, ma anche agli avversari. Una squadra che riesce a vincere sempre, quasi sempre soffrendo ultimamente, subendo molti più goal del passato eppure continuando ad essere prima in entrambe le competizioni.
Possesso palla collettivo unito all'individualità e alla voglia di provarci, la Juventus non si ferma.


