Pubblicità
Pubblicità

È una stagione indecifrabile, ma questa Juventus è troppo fragile

Pubblicità

Sì, ha ragione chi lo ha notato: MassimilianoAllegri, al termine della sfida contro il Napoli, era stanco. Sfinito: sfiancato dall'ennesimo risultato negativo della sua Juventus, che dal suo ritorno, due estati fa, non è riuscita lontanamente a ricordare la macchina perfetta che il tecnico livornese era riuscito a condurre per due volte in finale di Champions League, nel corso della sua prima esperienza in bianconero.

Sfinito dalla gestione dei momenti, tutt'altro che convincente ed efficace: dai soliti errori di attenzione e di comprensione degli eventi. Ha ragione, Allegri, quando dice che in quella circostanza ci si chiude in difesa, di solito: ha ragione quando dice che si poteva evitare, quel goal di Raspadori. Il fatto, però, è che non è la prima volta che si sente, in mixed-zone, la frase "abbiamo preso un goal da polli".

A tutto il resto ci pensano i dati: quelli che in un certo periodo della stagione hanno aiutato Allegri nella gestione delle critiche alla sua squadra e al suo gioco. Che non c'è: o se c'è, si discosta di poco da quanto visto nelle ultime settimane, al netto del superamento del turno di Europa League, conquistato comunque con visibile fatica.

La Juventus costruisce, ma fatica a concretizzare: crea, ma pecca di cinismo. E tutto questo al di là del discorso legato ai singoli, Dusan Vlahovic su tutti. Federico Chiesa fa quel che può, Angel Di Maria pure: in difesa son quelli.

Qualcosa si potrebbe ridire sulla decisione di schierare delle alternative al miglior undici possibile, ma il tutto va comunque rapportato alla necessità di affrontare il ritorno delle semifinali di Coppa Italia contro l'Inter, in settimana.

Dei limiti della Juventus, in verità, si è anche discusso tanto nel corso delle settimane: dicevamo, però, dei dati. Per due match consecutivi i bianconeri non sono andati a segno e ciò non accadeva da novembre 2012, quando non ha gonfiato la rete contro Lazio e Milan, in quel caso.

E, oltretutto, ha perso la terza partita consecutiva in Serie A: e il precedente è difficile, pesante da ricordare. Stagione 2010/11, l'ultima prima della rinascita con Antonio Conte: in panchina c'era Gigi Delneri e la Juventus ha perso contro Lecce, Bologna e Milan.

Un periodo che dalle parti dell'Allianz Stadium preferiscono non far tornare presente tra i pensieri di tutti i giorni, alla vigilia di un periodo che vedrà i bianconeri giocarsi praticamente una stagione e aspettare quel responso dalle aule dei Tribunali sportivi che, una volta per tutte, aiuterà a definire che tipo di stagione sia stata quella dei bianconeri. Per adesso ancora fragile, ma indecifrabile.

Pubblicità

ENJOYED THIS STORY?

Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

0