Giampiero BonipertiGetty Images

Juventus, addio a una leggenda: è morto Giampiero Boniperti, aveva 92 anni

Una bandiera della Juventus, prima da calciatore e poi nei panni di dirigente. Si è spento questa notte Giampiero Boniperti, presidente onorario della 'Vecchia Signora'.

Boniperti, che il prossimo 4 luglio avrebbe compiuto 93 anni, è morto nella notte a Torino a causa di un'insufficienza cardiaca.

Negli ultimi anni, l'ex calciatore bianconero si era ritirato a vita privata. A comunicare la notizia della scomparsa è stata la famiglia: i funerali si svolgeranno nei prossimi giorni in forma privata.

Tutto il mondo del calcio, dalle società ai giocatori, si è stretto intorno all'ambiente Juventus. Con questo comunicato la società bianconera ha voluto salutare una leggenda della propria storia.

"E’ la notizia che non avremmo mai voluto darvi. Oggi, 18 giugno 2021, salutiamo per sempre Giampiero Boniperti, che si è spento a Torino, all’età di 92 anni: ne avrebbe compiuti 93 fra pochi giorni, il prossimo 4 luglio. La commozione che in questo momento tutti noi stiamo provando non ci impedisce di pensare con forza a lui, a tutto ciò che il Presidentissimo è stato e sarà per sempre nella vita della Juventus.

Una figura indelebile, che da oggi si consegna al ricordo, perché sui libri di storia del calcio ci è finita già da tempo. Perché quando esprimi un pensiero, e quel pensiero diventa parte del DNA della società a cui hai dedicato la vita, vuol dire che il tuo carattere ne è diventato identità e modo di essere. Per sempre".

Una vita a tinte bianconere

Un simbolo della Juventus e un'icona del calcio italiano. Boniperti è riuscito a conquistare i cuori dei tifosi indipendentemente dal credo calcistico. La storia d'amore con la 'Vecchia Signora' inizia il 22 maggio 1946, quando dopo la sfida tra le Riserve e il Fossano, firma il primo contratto con i bianconeri nel tunnel de Comunale dopo le 7 reti realizzate nel 7-0 finale.

Curiosamente, Boniperti ha iniziato la carriera da attaccante e l'ha chiusa da centrocampista: in mezzo la vittoria di cinque scudetti e due Coppe Italia, formando con John Charles e Omar Sivori uno dei tridenti più forti di sempre. Il no al Torino di Valentino Mazzola con la celebre frase "Sono della Juve, non posso" lo hanno reso indimeticabile nella storia del club. Poi l'addio improvviso al calcio giocato nel 1961, dopo il 9-1 sull'Inter, scesa in campo con i giovani per protesta. Secondo la leggenda, Boniperti lasciò gli scarpini al magazziniere: "Tieni, a me non servono più".

Giampiero BonipertiGetty

Successivemente entrò a far parte della dirigenza della Juventus, fino a ricoprire il ruolo di presidente nel 1971. Sotto la sua guida, i bianconeri conquistarono Coppa dei Campioni, Uefa, Supercoppa Uefa e Coppa delle Coppe. La lunga avventura da numero uno si concluse nel 1990, quando arrivarono le dimissioni. Poi l'esperienza in Nazionale a Italia '90 come capodelegazione, prima del ritorno in bianconero per tre anni nel ruolo di amministratore delegato. Boniperti è tornato alla Juventus dopo Calciopoli per ricoprire il ruolo di presidente onorario.

Una lunga storia d'amore, fatta di gol e passione, che ha unito Giampiero Boniperti e il club bianconero per 65 anni e che ha reso l'ex calciatore e dirigente una leggenda della società e del calcio italiano. "Vincere non è importante: è l'unica cosa che conta" la frase diventata un vero e proprio slogan che unisce il mondo Juventus.

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