Fratelli. Unilaterali, germani, bilaterali, uterini, consanguinei, di latte. La lista dei nomi, a seconda dei rapporti di parentela, non è certo limitata. Dipende da caso a caso, a seconda di uno o più genitori in comune, biologicamente. C'è poi l'altro versante, quello adottivo, ovvero colui che ha genitori diversi ma giuridicamente e all'interno della famiglia, ma diventa comunque un fratello. Una locuzione che del resto viene usata anche tra amici, legatissimi ma non ufficialmente tali. Nel mondo del calcio i fratelli che condividono gli stessi genitori, o al massimo sono fratellastri (anche se in misura ampiamente ridotta), sono molteplici: dai Boateng ai Filippini, dal passato al presente, dai Gotze ai Milinkovic-Savic, fino agli Inzaghi. Di adottivi, però, nemmeno traccia. Certo, se si esclude la famiglia Mbappè, che non solo ha due giocatori professionisti, uno dei quali già nella storia di tal sport, ma può anche contare su un fratello adottivo divenuto professionista ad alti livelli. Jirès Kembo Ekoko.
Quando si parla di Kylian Mbappé, che a 23 anni ha già segnato più di 200 reti in carriera, ogni tanto viene fuori che il più piccolo di casa, il fratellino Ethan ha infatti siglato un contratto con il PSG fino al 2024, quando sarà maggiorenne. Buon sangue non mente, verrebbe da dire, ed effettivamente è così. Kylian, infatti, viene da una famiglia di sportivi, assoluta. Capita spesso, vedi i figli d'arte, da Chiesa a Haaland. Altra questione. Il padre del fuoriclasse Campione del Mondo in Russia è un dirigente dell'AS Bondy, la madre Fayza è stata una professionista della pallamano e lo zio Pierre, è dirigente sportivo del Sedan.
Se Fayza sa come colpire la palla con la mano, Wilfred, padre di Kylian, ha degli ottimi geni ed è geniale nell'aver intuito il potenziale del figlio Kylian, ma non solo. Quando il classe 1998 aveva appena un anno e avrebbe dovuto attendere anni per recasi a farsi fotografare nei vari centri sportivi d'Europa, da quello del Chelsea a quello del Real Madrid (dove venne scattata la virale foto al fianco di Cristiano Ronaldo, Wilfred aveva), Wilfred notò un 11enne con una grande velocità, un'ottima tecnica e uno sguardo serio e posato, di chi ha dovuto crescere tra difficoltà e spesso, privazioni. Jires Ekoko.
Nato in uno Zaire devastato dal dittatore Mobutu Sese Seko, figlio del calciatore professionista Jean Kembo uba Kembo (tra i migliori della sua nazione, vincitore di due Coppa d'Africa e presente in due Mondiali), Jires lascia l'Africa quando ha appena sei anni. I suoi genitori sono consapevoli che per dargli una vita migliore devono lasciarlo partire per l'Europa, vista la tragedia umanitaria che sta attraversando il paese, investito dalla terribile politica del militare insediatosi con l'appoggio di Belgio e Stati Uniti tre decenni prima. I diritti umani calpestati, la guerra civile e una Kinshasa terribile in cui vivere portarono Jires in Europa, a vivere con lo zio e la sorella maggiore.
Jires Kembo Ekoko impara a giocare in patria, per strada, perchè come dirà spesso, vedrà il padre fare lo stesso continuamente. La tecnica la erediterà da lui e potrà mettersi in mostra per le strade di Bondy, comune di 50.000 anime della Senna-Saint-Denis in cui è nato anche Mbappè, Kylian. A undici anni avviene l'incontro tra Mbappè senior e Jean Kembo. Colpito dalla storia del piccolo, consapevole delle qualità del ragazzo ormai proveniente da uno Zaire scomparso e sostituito dalla Repubblica Democratica del Congo, Wilfred decide di avviare le pratiche per diventare tutore legale del ragazzo e dargli una possibilità reale nella vita: il calcio, oltre la povertà.
KEMBO EKOKO ENTRA NELLA FAMIGLIA MBAPPÉ
Quando nel 1999 Kembo Ekoko entra a far parte dell'AS Bondy è entusiasta, ma sicuramente non certo di avere una carriera da professionista in Europa. Del resto superare il suo vecchio è veramente difficile, visto l'ottimo curriculum, sempre in alto, fissato però nel cielo, ad un livello altissimo per la scelta difficile di far partire il figlio verso il Vecchio Continente, senza reale sicurezza sul futuro. Eppure tutto sembra essere meglio della situazione in Zaire ed effettivamente lo è.
Kembo Ekoko raggiungerà il professionismo, certo, ma sin da piccolo, a priori, rimarrà folgorato dalle possibilità che l'Europa offre rispetto al suo paese. A 'Sofoot', racconterà tutto quel primo periodo di bimbo sperduto nel Continente che c'è:
"I miei genitori decisero di mandarmi in Francia per darmi la possibilità di avere una vita migliore, studiare e guadagnarmi da vivere. Oggi posso solo ringraziare quanto fatto dei miei genitori. Non tutti hanno la forza di lasciare andare il proprio figlio in tenera età per dargli l'opportunità di vivere una vita migliore. E oggi sono tutt'altro che il più infelice, anzi. La Francia nella mia testa era un paese dove c'erano molte opportunità per i giovani africani in modo che potessero sfruttare i loro talenti, studiare, fare sport e così via. Non sono rimasto deluso, per niente. Sono una persona che si adatta abbastanza facilmente, quindi ci sono riusciti. Dopo abbiamo avuto anche la nostra parte di difficoltà e non era scontato tutti i giorni, ma sono andato a scuola come un bambino normale ed è andata bene. Mio zio si prendeva cura di me all'inizio, ma poi mi sono trasferito un bel po', finché mi sono finalmente ritrovato a Parigi con la mia nuova famiglia, dai miei attuali genitori. Non mi hanno adottato, ma li chiamo mio padre e mia madre, perché sono persone con cui vivo in Francia da quando ero bambino".
Le persone che Kembo Ekoko chiama père et mère, sono di fatto Wilfred e Fayza, genitori biologici di Kylian Mbappé e i suoi adottivi:
"Perché lui? È successo naturalmente. Quello è stato il mio primo allenatore quando sono andato a giocare a calcio, e il resto è successo istintivamente. È difficile da spiegare, è come se questa persona fosse sempre stata pensata per me. Rappresentava l'immagine paterna che non avevo avuto".
Tecnica, velocità, buoni sponsor, dna calcistico. Ekoko non può far altro che brillare nel Bondy, venendo scelto quattro anni dopo il suo arrivo nelle giovanili dall'Centre technique national Fernand-Sastre, ovvero l'INF di Clairefontaine, l'accademia in cui sono cresciuti tra gli altri lo stesso Mbappé, ma anche Thierry Henry, Nicolas Anelka, Blaise Matuidi e William Gallas tra gli altri. Insomma, una sicurezza. Nel 2003 scherza con il piccolo di casa Kylian, abbraccia i genitori adottivi e pensa a quelli biologici a distanza, fino ad essere scelto dal Rennes, con il quale esordirà in Ligue 1 nel 2006.
LA CARRIERA DA PROFESSIONISTA
Non è un gigante - nonostante si avvicini al metro e 80 per 80 kg - , ma Kembo fa della sua velocità l'arma con cui abbattere gli avversari. E' esterno, specialmente ala d'attacco, che il Rennes si tiene stretto. Strettissimo. Tra il 2006 e il 2012 giocherà da una parte all'altra, difensivamente ed offensivamente, con continuità ed attenzione senza però mai superare il gradino che separa la normalità calcistica dall'immortalità.
Il Rennes è un club di seconda fascia capace di giocare in Europa League (Ekoko sfiderà anche l'Udinese, in una porzione di campo occupata da Benatia e Isla, con Handanovic tra i pali de Totò di Natale in avanti) e la rosa nel corso degli anni è spesso smembrata per offerte da non rifiutare e talentini precoci che all'ultimo step si fermano accontentandosi, scelta soggettiva, di giocare nella massima serie senza andare oltre con motivazioni e lavoro duro.
A molti manca del resto anche il genio del calcio che Kembo Ekoko ha in sè. Il genio però non sa esaudire tre desideri, ma solamente fare del suo meglio. Quello che lo accompagnerà fino all'esplosione del suo ultimo anno al Rennes, quando raggiungerà la doppia cifra e l'interesse di grandi club europei. Ha 24 anni, 141 presenze in prima squadra ed enormi possibilità davanti a sè. Eppure sceglie di stupire tutti, firmando un ricchissimo contratto con l'Al-Ain negli Emirati Arabi Uniti. Una scelta che in pochi comprenderanno, considerando il potenziale per strabiliare nel Vecchio Continente:
"C'è ancora gente che non capisce. Da parte mia, è stata una scelta ponderata e non ho rimpianti. Certo, se anni prima mi avessero chiesto se volevo firmare per un club degli Emirati Arabi Uniti, avrei detto di no. Mi sono formato in un buon club francese, ho giocato nel Rennes, ed è vero che, come logica conseguenza, speravo in altro. Ma ehi... avevo questa proposta davanti a me ed è stata una scelta di vita che ho fatto. Era un'opportunità che forse non si rappresentava più, e visto che nel calcio non si sa mai di cosa è fatto il domani, ho finito per accettarla ed è stata una scelta che si è rivelata positiva. Anche il lato finanziario ha avuto un ruolo naturalmente, non ho intenzione di mentire su questo. Quando parlo di scelte di vita, includo anche l'aspetto finanziario. Ha funzionato, questo è certo".
KEMBO EKOKO E IL RAPPORTO CON MBAPPÉ
Kembo Ekoko giocherà negli Emirati fino al 2017, compresa una parentesi in Qatar, quando deciderà di accettare un'altra proposta per molti buttata un po' lì a caso, quella del Bursaspor in Turchia. E' il 2017 e appena qualche mese prima il fratellino Kylian Mbappè ha firmato il primo contratto da professionista con il Monaco.
Per l'occasione, quando ancora nel marzo milita a Dubai segnando con ottima continuità (9 reti in 22 presenze) nella prima di due annate con l'Al-Nasr, Ekoko si reca nel Principato per assistervi. Allora è lui il nome forte della famiglia. Sembra incredibile oggi, ma nessuno, nonostante le accelerate e le reti di un Mbappé che ha segnato due reti in 10 presenze nella seconda squadra del Monaco, si aspetta che KM possa essere il nuovo fenomeno dello sport più importante al mondo. Detto così, tornando indietro nel tempo, ci sarebbe più da ridere che in una conversazione tra il Doc del passato e il Marty McFly del 1985 (cit.).
Di certo Jires Kembo Ekoko è entusiasta di avere il suo fratellino sotto i riflettori, consapevole di cosa possa rappresentare per lui in quel marzo 2016:
"Ero lì, è stato un momento importante per il mio fratellino, per la nostra famiglia. Dovevo esserci per lui. Ritrovo in Kylian la stessa voglia e passione di quando avevo 14 o 15 anni, è un amante del calcio, ed è davvero qualcuno che respira, mangia e dorme con il calcio. Ero stressato quando ha fatto il suo debutto da professionista? Non avevo più le unghie, ma ero fiducioso in lui, perché so che nonostante il suo enorme potenziale, è un gran lavoratore. Di certo non c'è pericolo che si disperda così tanto che è appassionato. Ha ancora dei poster di calcio nella sua stanza che sono giocatori professionisti, il che non è comune".
I media francesi sanno così poco di Mbappè che il suo nome è spesso scritto con due l, Kyllian. Pian piano, però, scriverlo in questo modo sarà un errore da penna rossa, vista la potenza mediatica e sportiva del più famoso nativo di Bondy.
Chiuso il biennio turco in maniera deludente e continuamente, Kembo Ekoko, scavalcato a grandi passi dal fratellino Mbappé, appenderà gli scarpini al chiodo a 31 anni. Orgoglioso di poter chiamare Kylian fratellino, di essere stato il rappresentante della famiglia più importante per anni e di aver schivato grazie ai genitori biologici una vita complicata in uno Zaire divenuto RD Congo. Farlo passare alla storia solamente come fratello adottivo di Mbappé sarebbe ingeneroso. Uno smacco ad un percorso che deve, nessuna alternativa, essere raccontato.
